L’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco, entra in una nuova fase dopo anni di indagini e processi. Il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, ha preso posizione chiarendo il ruolo della Procura nel fronteggiare notizie non ufficiali che circolano sul caso. L’indagine, che include il riesame di tracce di dna e impronte, coinvolge anche figure già indagate e condannate nel corso delle precedenti fasi processuali. Il lavoro degli esperti è in corso, con nuove udienze fissate nei prossimi mesi.
La posizione del procuratore napoleone sulle notizie dell’inchiesta
Il procuratore Fabio Napoleone ha diramato un messaggio per dissipare malintesi riguardo a informazioni circolate nelle ultime settimane. Ha ribadito che né lui né i pm che seguono il caso rilasciano dichiarazioni o commenti sugli sviluppi delle indagini fino al termine delle attività. Le ricostruzioni, le interpretazioni o le supposizioni che appaiono in articoli o commenti non devono essere attribuite alla Procura. Sono emerse discussioni soprattutto sui profili genetici e sulle analisi tecniche, che però, secondo Napoleone, senza comunicati ufficiali causano solo confusione.
Il magistrato ha sottolineato come il gruppo di lavoro si aggiorni costantemente sull’accuratezza delle verifiche compiute. Il fatto che i pm mantengano il riserbo serve a evitare informazioni premature o fuorvianti. Nel frattempo, la procura continua a lavorare sulle tracce biologiche repertate durante le prime indagini e su nuovi elementi emersi, riflettendo sull’impatto di questi dati nell’ambito dell’accertamento della verità.
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Il ruolo del dna su chiara poggi e andrea sempìo
Il dna individuato sulle unghie di Chiara Poggi ha avuto un ruolo centrale nelle ultime novità investigative. Queste tracce erano già state attribuite a Andrea Sempio, sospettato nella vicenda, e ora lui è nuovamente indagato, dopo essere stato escluso dalle inchieste precedenti con due archiviazioni. Le analisi hanno riacceso l’attenzione su questo elemento biologico e per questo è stato avviato un incidente probatorio per chiarire meglio la situazione.
Andrea Sempio ha commentato in passato alcuni dettagli della consegna di uno scontrino ritenuto sospetto durante le indagini, ma nelle prime analisi a carico suo non erano emersi riscontri confiscanti. Il dna rilevato sulle unghie era stato in origine collegato anche ad Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara condannato a 16 anni in via definitiva. Questa vicenda di imputazioni sovrapposte rende il quadro processuale più complesso, soprattutto ora che si analizzano elementi aggiuntivi come le impronte digitali ritrovate nella villetta.
Il ruolo dell’incidente probatorio e le nuove analisi sulle impronte digitali
Per cercare indizi sempre più precisi, la gip Daniela Garlaschelli ha fissato un’udienza per il 23 luglio nella quale verrà conferito l’incarico a un perito dattiloscopista, Domenico Marchigiani. Lo scopo è analizzare e comparare le impronte digitali sui reperti trovati nella casa di Chiara, tra cui confezioni di alimenti e fogli di acetato usati per raccogliere tracce papillari. Nei controlli precedenti non erano emerse impronte riconducibili a Sempio, ma solo quelle di Stasi e della vittima.
L’incidente probatorio rappresenta una fase cruciale per stabilire se nei 18 anni trascorsi si possa identificare qualche elemento rimasto finora nascosto. Le tecniche oggi hanno raggiunto un livello più avanzato rispetto a qualche decennio fa, dando nuove possibilità di verificare i reperti originali con metodologie più precise e meno invasive. I risultati ottenuti saranno esaminati da pm e difensori con attenzione, nel tentativo di gettare nuova luce sul delitto.
La nuova traccia genetica maschile e le perplessità degli inquirenti
Tra i reperti oggetto di analisi è emersa una traccia genetica maschile su una garza prelevata dal volto di Chiara Poggi poco dopo il delitto. Questa traccia non corrisponde né a Sempio né a Stasi. Viene definita “ignoto 3” dagli inquirenti, indicando la presenza di un profilo biologico riconducibile a un’altra persona. La Procura valuta che potrebbe trattarsi di contaminazione, dato che la garza venne manipolata da diverse persone dopo il fatto.
I pm di Pavia stanno procedendo con il confronto di questa traccia con i profili di decine di individui, tra cui personale medico-legale, investigatori e amici di Sempio. Questo passaggio è fondamentale per escludere eventuali errori o interferenze. L’analisi del dna e delle impronte rimane il fulcro della trattazione, e la verifica di questa nuova traccia potrebbe aprire scenari diversi rispetto a quelli finora noti.
Prospettive dell’inchiesta e prossime date da seguire
La fase centrale di questo nuovo filone d’indagine si terrà nel prossimo autunno, con una udienza prevista per il 24 ottobre. Sarà in quella sede che esperti, pm e avvocati potranno valutare l’esito delle analisi e decidere le mosse successive. Non è escluso che nuovi elementi possano emergere nei mesi a venire, allungando ulteriormente i tempi.
Il caso di Chiara Poggi, con le sue complessità biologiche e processuali, conserva ancora molte zone d’ombra. Lavorare su tracce trovate quasi due decenni fa richiede pazienza e rigore. Assistiamo così a una gestione accurata da parte della Procura di Pavia, che cerca di evitare fughe in avanti e mantiene il riserbo finché le informazioni non saranno certe e verificate. A ogni passaggio corrisponde un approfondimento tecnico che potrebbe mutare sensibilmente le conclusioni finora raggiunte.