Nuova escalation di scontri violenti tra milizie a tripoli nonostante il cessate il fuoco ufficiale

Nuova escalation di scontri violenti tra milizie a tripoli nonostante il cessate il fuoco ufficiale

Scontri tra la forza speciale di deterrenza Radaa e la brigata 444 a Tripoli aggravano l’instabilità, con il governo di unità nazionale diviso tra Menfi e Dabaiba; Onu chiede cessate il fuoco immediato.
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Nella notte tra il 18 e il 19 febbraio 2025, a Tripoli si sono verificati scontri armati tra milizie filogovernative, aggravando l’instabilità e mettendo a rischio la popolazione civile. L’ONU ha chiesto un cessate il fuoco immediato. - Gaeta.it

Nella notte tra il 18 e il 19 febbraio 2025 la capitale libica Tripoli è stata teatro di nuovi scontri armati tra milizie nonostante le dichiarazioni ufficiali di controllo da parte del governo di unità nazionale. Le tensioni si sono concentrate soprattutto tra la forza speciale di deterrenza, una milizia con legami istituzionali, e la brigata 444, anch’essa affiliata al governo ma in rotta di collisione con la prima. Questi eventi hanno aggravato la situazione di instabilità in un contesto già fragile, mettendo in pericolo la popolazione civile. La missione di supporto dell’Onu in Libia ha ribadito la sua preoccupazione chiedendo un cessate il fuoco immediato.

Scontri notturni a tripoli e le forze coinvolte

La notte scorsa, según quanto riportato da The Libya Observer su X, si sono verificati scontri violenti in diverse zone di Tripoli, in particolare tra la forza speciale di deterrenza – conosciuta come Radaa – e la brigata 444. Entrambe le forze si dichiarano filogovernative ma si affrontano per il controllo di punti strategici in città. Il governo di unità nazionale aveva annunciato il giorno prima di aver ristabilito l’ordine, ma i fatti hanno mostrato una realtà diversa, con combattimenti che si sono protratti oltre la mezzanotte.

La brigata 444 ha attaccato su larga scala diverse risorse del Radaa con l’obiettivo di conquistare prigioni e installazioni gestite dalla forza speciale e dalla polizia giudiziaria. Tali strutture rappresentano centri nevralgici per il controllo della sicurezza cittadina. Gli scontri hanno coinvolto anche zone densamente abitate, con rischi per i residenti e interruzione dei servizi essenziali.

Il quadro politico e militare fra menfi, dabaiba e i gruppi libici

Secondo l’analista Jalel Harchaoui, la situazione è destinata a complicarsi nelle prossime ore. Il presidente del consiglio presidenziale, Mohamed Menfi, ha schierato il suo sostegno a favore della forza speciale di deterrenza, contrastando così il primo ministro Abdul Hamid Dabaiba che avrebbe un approccio più vicino alla brigata 444. Questa frattura politica riflette anche il mosaico variegato delle alleanze militari in Libia.

La forza speciale di deterrenza riceve aiuti militari da milizie provenienti da Zawiya, guidate tra gli altri da Hassan Buzeriba. Questi gruppi si sono posizionati sul fianco occidentale di Tripoli, preparando contromosse in vista di un possibile allargamento del conflitto. Dall’altra parte, la brigata 444 ha tentato un’offensiva rapida, che però secondo Harchaoui non ha avuto l’esito sperato.

Le comunità locali di Suq Jumaa si sono invece schierate con il Radaa, mostrando come la situazione sul terreno non dipenda solo da decisioni politiche, ma anche dal sostegno popolare. Questo sostegno può rappresentare un elemento decisivo nei combattimenti e nella tenuta delle forze in campo.

Ruolo e status della forza speciale di deterrenza nella sicurezza di tripoli

La forza speciale di deterrenza, ufficialmente sotto il ministero dell’interno libico, mantiene una posizione di relativa autonomia politica e militare a Tripoli. Questa indipendenza deriva sia dalla sua presenza sul territorio, sia dalle capacità organizzative e dal sostegno di alcune comunità e milizie alleate.

Il Radaa è spesso coinvolto in operazioni contro gruppi armati criminali e organizzazioni jihadiste, ma da tempo si trova anche a fronteggiare formazioni che, pur essendo ufficialmente schierate con il governo, perseguono obiettivi diversi o contrastano le sue ambizioni di controllo. La rivalità con la brigata 444 è parte di questa complessa realtà di sicurezza tripolina, dove i confini tra forze statali e milizie restano molto sfumati.

La presa di alcune prigioni e il controllo di punti di snodo fondamentali per la sicurezza cittadina sono obiettivi strategici per tutte le fazioni. Questi luoghi determinano l’equilibrio e la capacità di mantenere l’ordine o di influenzare l’andamento delle dinamiche interne.

Allarme dell’onu e impatto sulla popolazione civile

La missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia ha espresso viva preoccupazione per gli scontri che si sono protratti per la seconda notte consecutiva. L’area interessata è densamente popolata, il che aumenta la vulnerabilità della popolazione. Allarmi per possibili vittime civili, danni alle infrastrutture e interruzioni di servizi essenziali come la fornitura di acqua e elettricità si sono moltiplicati nelle ultime ore.

Unsmil ha chiesto urgentemente un cessate il fuoco incondizionato in tutte le aree urbane coinvolte, sottolineando come la prosecuzione delle ostilità aumenti la crisi generalizzata a Tripoli e l’instabilità diffusa nel paese. La comunità internazionale monitora con attenzione la situazione, mentre sul terreno la violenza rischia di aggravare tensioni già forti e rendere più difficile una soluzione politica.

Le dinamiche di potere a Tripoli restano frammentate e segnate da alleanze fluide e contrasti profondi. In questo contesto il ritorno a condizioni di normalità appare ostacolato dalle rivalità armate che mettono a rischio la capitale e i suoi abitanti.

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