Nove arresti tra Foggia, Basilicata e Lombardia per riciclaggio legato a rapine ai portavalori

Nove arresti tra Foggia, Basilicata e Lombardia per riciclaggio legato a rapine ai portavalori

La procura di Potenza, con Guardia di finanza e Polizia di Stato, arresta nove persone per riciclaggio tra Foggia, Basilicata e Lombardia, sequestrando beni per oltre 180 milioni di euro.
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La procura di Potenza ha coordinato l’arresto di nove persone per riciclaggio di denaro sporco a Foggia, con sequestri per oltre 180 milioni di euro tra Basilicata, Puglia e Lombardia. - Gaeta.it

Un’importante operazione coordinata dalla procura di Potenza ha portato all’arresto di nove persone coinvolte in un’associazione criminale dedita al riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite a Foggia. Le indagini, svolte da Guardia di finanza e Polizia di Stato, hanno coinvolto un vasto intreccio di rapporti con imprese situate in Basilicata e Lombardia. Oltre agli arresti, l’azione ha comportato un sequestro significativo di beni aziendali e patrimoni personali per decine di milioni di euro.

Indagini e arresti: retata tra lucania, puglia e nord italia

L’operazione ha preso il via da un’indagine avviata dalla procura di Potenza, che ha raccolto prove sufficienti per chiedere al gip l’emissione di nove ordinanze di custodia cautelare. Sette degli indagati sono finiti in carcere, mentre due sono stati sottoposti ai domiciliari. I soggetti arrestati sarebbero membri di un gruppo criminale che gestiva il reinserimento nelle economie legali dei proventi derivanti da rapine ai portavalori e altre attività delinquenziali tipiche dell’area foggiana.

L’inchiesta ha evidenziato una rete che si estendeva oltre la Puglia, includendo società colluse in Basilicata e Lombardia. Le imprese coinvolte, secondo gli investigatori, avrebbero agevolato il flusso di denaro sporco tramite operazioni finanziarie e commerciali apparentemente lecite. La cooperazione tra più forze dell’ordine ha richiesto un dispiegamento significativo di uomini: oltre 200 agenti sono stati impegnati nelle perquisizioni e arresti nelle province coinvolte.

Sequestri e impatto economico dell’operazione

Parallelamente agli arresti le autorità hanno disposto il sequestro di un pacchetto importante di beni e aziende. Il compendio aziendale confiscato riguarda dieci società il cui valore complessivo supera i 170 milioni di euro. Si tratta di imprese che, nella ricostruzione investigativa, hanno fornito la cortina di legalità dietro la quale si muovevano i capitali illegali.

Oltre al patrimonio aziendale, sono stati bloccati beni mobili e immobili per un valore stimato attorno ai dieci milioni di euro. Queste misure mirano a privare il sodalizio di ogni risorsa economica utile per continuare l’attività criminale o per occultare ulteriori strumenti di riciclaggio. Il sequestro in forma diretta o per equivalente rappresenta un colpo concreto contro il sistema di reinvestimento illecito di denaro sporco.

Dettagli e prossimo appuntamento con la procura di potenza

La procura della repubblica di Potenza ha annunciato che fornirà ulteriori dettagli durante una conferenza stampa prevista per la mattina stessa, alle ore 11 in via da definire. Saranno rese note informazioni più precise sui nomi coinvolti, sui metodi usati dal gruppo criminale e sulle modalità con cui le imprese sparse in tre regioni hanno collaborato.

L’evento assume rilevanza anche per il risvolto territoriale, visto il radicamento delle attività illecite in aree sensibili come la provincia di Foggia, e la connivenza di aziende del centro-nord. L’inchiesta fa emergere un ulteriore esempio delle condizioni in cui la criminalità organizzata sfrutta canali legali per occultare i proventi ottenuti con la violenza e l’illegalità. La collaborazione interforze, già impegnata nei territori interessati, continuerà con l’analisi dei materiali raccolti e con lo smantellamento completo delle reti criminali coinvolte.

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