Novak Djokovic ha ufficializzato la conclusione della sua collaborazione con Andy Murray, che negli ultimi sei mesi ha svolto il ruolo di allenatore. L’annuncio arriva in un momento difficile per il tennista serbo, che fatica a riscattarsi nei tornei importanti. Le dichiarazioni di entrambi confermano il rispetto reciproco sviluppato sia dentro che fuori dal campo.
La fine della collaborazione tra Djokovic e Murray
Il 2025 ha visto Novak Djokovic terminare il rapporto con Andy Murray, che aveva assunto la posizione di coach a partire dalla seconda metà del 2024. Djokovic ha pubblicato un messaggio sui social nel quale ringrazia Murray per la dedizione e il sostegno dimostrati durante i mesi trascorsi insieme, sia nella preparazione atletica che nel supporto psicologico. Ha sottolineato come questo periodo abbia rappresentato anche un’occasione per approfondire la loro amicizia, coinvolgendo momenti di lavoro intenso ma anche di condivisione e divertimento.
Andy Murray ha risposto mostrando gratitudine per l’opportunità lavorativa, senza aggiungere dettagli sul futuro professionale. L’ex numero uno britannico pare orientato a ritornare sul circuito da allenatore, ma la separazione con Djokovic chiude un capitolo importante per entrambi. È la prima volta che il campione serbo si affida a un collettivo esterno con un nome così importante, scelta che ha destato interesse tra gli addetti ai lavori.
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I risultati altalenanti di Djokovic nel 2025
L’inizio di stagione di Djokovic non ha confermato le aspettative. L’anno è partito con la finale raggiunta a Miami, competizione che avrebbe potuto regalargli il centesimo titolo nel circuito maggiore. A fermarlo è stato Jakub Mensik, giovane emergente capace di imporsi in finale, condizionando forse la fiducia del serbo.
Da lì sono arrivate due eliminazioni precoci nei tornei su terra. A Montecarlo, Djokovic è stato eliminato all’esordio da Alejandro Tabilo, il giocatore cileno che lo aveva già battuto l’anno precedente a Roma. L’uscita è stata sorprendente per un atleta del calibro del serbo, abituato a dominare nei grandi eventi. La caduta si è ripetuta a Madrid, dove è stato Matteo Arnaldi a mettere in difficoltà Djokovic, vincendo il match iniziale.
Questi risultati suggeriscono difficoltà tecniche e forse anche psicologiche nel mantenere il livello di gioco che Djokovic si aspetta da sé stesso. Dopo la sconfitta contro Arnaldi, Djokovic ha commentato che “il suo tennis non è ancora tornato al livello desiderato.” La franchezza del campione conferma un momento di riflessione e revisione strategica.
I segnali sul futuro del tennista serbo
Il momento complicato vissuto da Djokovic fa emergere dubbi sul prosieguo della carriera, specialmente riguardo a come e con chi impostare la preparazione. La fine della collaborazione con Andy Murray risponde forse a questa esigenza di trovare nuove soluzioni. Djokovic sta attraversando una fase in cui confermare la sua competitività richiede un cambio di rotta e un ritocco ai sistemi di allenamento.
Lavoro sulla parte mentale e tecnica
I risultati di questi primi mesi del 2025 rendono evidente la difficoltà nel replicare un rendimento da numero uno. Alcuni segnali lasciano intendere che il serbo dovrà lavorare su aspetti che non sempre appartengono solo alla tecnica, ma anche alla gestione mentale della partita e della pressione. Intanto, la scena tennistica vede affacciarsi nuovi nomi pronti a sfidare i veterani, alimentando una competizione più serrata.
Djokovic guarda al futuro con l’obiettivo di ritrovare continuità e successo. La decisione di chiudere la parentesi con Murray fa parte di un percorso che potrebbe ancora riservare cambiamenti. Nel frattempo, gli appassionati osservano con attenzione i prossimi tornei, aspettandosi risposte sul reale stato di forma del tennista serbo.