Un centro di detenzione per migranti da mille posti, voluto dall’amministrazione Trump, ha aperto a Newark nel New Jersey, dando il via a un acceso scontro con le autorità locali. La struttura, allestita vicino all’aeroporto cittadino, si ispira alla linea dura sull’immigrazione promossa dall’ex presidente. Le autorità di Newark hanno denunciato l’apertura come illegale, sottolineando la mancanza dei permessi urbanistici e delle necessarie ispezioni pubbliche. Il sindaco Ras Baraka ha preso una posizione netta, mettendo in discussione la legittimità dell’operazione e mobilitando la comunità contro il centro.
Il nuovo centro di detenzione e il ruolo dell’agence ice
La struttura destinata alla detenzione di migranti ha sede nell’antico sito di Delaney Hall, trasformato in una mega-prigione da mille posti. A inizio 2025, l’Immigration and Customs Enforcement , agenzia federale incaricata del controllo sull’immigrazione, ha assegnato al Geo Group, ditta privata specializzata in servizi carcerari, un contratto da un miliardo di dollari e durata 15 anni per la gestione del centro. L’obiettivo dichiarato sarebbe quello di aumentare la capacità di detenzione per migranti irregolari e ampliare le possibilità di controllo territoriale. Tuttavia, il procedimento di apertura ha suscitato molte polemiche soprattutto a Newark, dove si reclama il mancato rispetto delle procedure amministrative.
La contestazione del sindaco di newark e le ragioni legali
Ras Baraka, sindaco di Newark da oltre dieci anni, ha duramente criticato il centro e il modo in cui è stato istituito. Il municipio ha sottolineato che non sono state rispettate le norme locali che regolano la concessione di permessi di costruzione e le ispezioni di sicurezza. Baraka ha dichiarato che autorizzare questa struttura senza controlli apre la porta a un pericoloso precedente, dove chiunque potrebbe operare senza limiti di legge, minando l’ordine cittadino e il rispetto delle regole. Per questo motivo, oltre alla forte presa di posizione politica, la città ha avviato un’azione legale contro Ice, chiedendo l’annullamento dell’apertura del centro. Il sindaco ha definito la situazione come una «scivolata pericolosa» su un terreno che rischia di far saltare tutte le norme.
Leggi anche:
Le proteste e la mobilitazione della comunità di newark
La notizia dell’apertura del centro di detenzione ha acceso le proteste in città, con cittadini, attivisti e rappresentanti istituzionali che si sono radunati davanti alla struttura. La mobilitazione si basa su una critica che va oltre la sola legittimità tecnica del centro. Viene contestata la «politica» migratoria su cui si fonda la decisione, definita da Baraka e dai manifestanti come dura e priva di rispetto per i diritti umani. Le manifestazioni hanno evidenziato come la trasformazione in detenzione di massa rappresenti un modello indesiderato, che alimenta divisioni sociali e alimenta una percezione di ingiustizia. Newark si mostra così come uno dei fronti più attivi nello scontro politico sulle migrazioni, facendo sentire forte la voce contro le scelte adottate a livello federale.
Implicazioni e possibili sviluppi del contenzioso legale
Le controversie legali tra il Comune di Newark e l’Ice sono soltanto all’inizio. Il giudizio potrebbe stabilire se un ente federale può procedere all’apertura di strutture così grandi senza rispettare regole locali di edilizia e sicurezza. Questo caso potrebbe fare da esempio per altri centri di detenzione presenti negli Stati Uniti, aprendo un dibattito sul rapporto tra livello federale e autorità cittadine. La battaglia legale sarà seguita da vicino anche per i suoi riflessi politici, dal momento che tocca un tema centrale nelle scelte migratorie americane. Newark farà affidamento sulle proprie norme e i propri tribunali per difendere la gestione del territorio nei confronti di decisioni considerate arbitrarie.