La recente pubblicazione di alcuni media sul rapporto tra carne di pollo e tumori gastrointestinali ha suscitato la reazione di Unaitalia, l’associazione che rappresenta l’avicoltura italiana. Lo studio dell’Irccs saverio de bellis di Castellana Grotte ha alimentato interpretazioni discutibili, che l’associazione ritiene necessario chiarire. Il tema coinvolge questioni scientifiche e nutrizionali delicate, soprattutto per i consumatori che si affidano a informazioni corrette per le proprie scelte alimentari.
Limiti metodologici dello studio irccs saverio de bellis
Lo studio citato si basa su dati raccolti attraverso diari alimentari spontanei compilati dai partecipanti senza un controllo diretto da parte degli osservatori. L’assenza di un gruppo di controllo rende la ricerca incapace di stabilire relazioni di causa-effetto tra consumo di carne di pollo e insorgenza di tumori. Il campione selezionato proviene da un’area territoriale limitata, che include i comuni di Castellana e Putignano, con scelta casuale dalle liste elettorali e registri medici. Questo riduce la possibilità di generalizzare i risultati.
L’impostazione osservazionale dello studio porta con sé molte limitazioni, tra cui non considerare fattori confondenti come l’attività fisica o la presenza di altre patologie croniche che potrebbero influire sull’insorgenza dei tumori. Tali variabili esterne non sono state adeguatamente considerate, e ciò richiede un approccio prudente nella lettura di tali dati. Inoltre, lo studio non prende in esame come la carne di pollo venga preparata, uno degli aspetti chiave dato che cotture ad alte temperature possono generare composti mutageni su tutti i tipi di alimenti.
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L’importanza della cautela nell’interpretazione dei risultati preliminari
Unaitalia invita a non trarre conclusioni affrettate su studi preliminari che mostrano solo associazioni semplici senza un quadro esaustivo. La letteratura scientifica consolidata dimostra che il consumo di carni bianche è sicuro e non correlato direttamente all’aumento del rischio di tumore. Per esempio, l’AIRC e studi riconosciuti come quello pubblicato sulla rivista Nutrients nel 2019 hanno evidenziato in alcuni casi un effetto protettivo delle carni bianche, con una riduzione significativa della probabilità di sviluppare patologie tumorali.
La sbagliata interpretazione dei dati potrebbe creare allarme ingiustificato nei consumatori, distorcendo il messaggio di sicurezza e qualità della filiera avicola italiana. Il tipo di cottura, l’attenzione alla dieta complessiva e altri stili di vita incidono molto più sul rischio di malattie che la semplice presenza di carne nel piatto.
Posizione di unaitalia sul consumo e ruolo delle carni bianche
L’associazione riconosce il valore della ricerca scientifica e accoglie il dibattito aperto, ma sottolinea la responsabilità dei media nel riportare correttamente i risultati degli studi. Lara Sanfrancesco, direttore di Unaitalia, spiega che la carne di pollo rappresenta una fonte proteica preziosa, equilibrata e prodotta con standard rigorosi di qualità e sicurezza. Il ruolo delle carni bianche in una dieta sana è confermato da numerosi studi e riconosciuto anche nelle linee guida nutrizionali.
Il messaggio di Unaitalia punta a mantenere saldo il rapporto di fiducia con i consumatori, evitando che interpretazioni non verificate pesino sulle scelte alimentari. Le carni bianche contribuiscono alla nutrizione quotidiana, fornendo nutrienti essenziali a fronte di un impatto sanitario neutro o addirittura positivo in termini di prevenzione oncologica.
La filiera italiana e la sicurezza della carne di pollo
La discussione sulla sicurezza della carne di pollo resta aperta, ma deve basarsi su dati robusti e completi. Sul territorio italiano, la filiera ha dimostrato attenzione a ogni fase produttiva per garantire prodotti di qualità affidabili. Unaitalia continuerà a seguire gli sviluppi scientifici con attenzione, offrendo informazioni precise per proteggere salute e trasparenza verso i consumatori.