Il 17° rapporto Favo offre un quadro dettagliato sull’assistenza oncologica nelle Marche. I dati mostrano una disponibilità superiore alla media nazionale in termini di posti letto e servizi di oncologia medica, ma indicano anche alcune carenze nelle tecnologie diagnostiche e nelle prestazioni ambulatoriali. Questa analisi prende in esame la dotazione strutturale, l’attività clinica e il confronto con il resto d’Italia nel 2025.
Dotazioni e tecnologie oncologiche nelle marche a confronto con l’italia
Secondo il rapporto Favo, nelle Marche si trovano 13,14 posti letto oncologici ogni 100mila abitanti, superiore alla media italiana che si attesta a 9,26. Questo dato suggerisce un investimento rilevante nella disponibilità di strutture dedicate ai pazienti oncologici. Anche i servizi di oncologia medica risultano più numerosi, con 10,78 unità per milione di abitanti rispetto a 8,08 a livello nazionale. Similmente, i servizi di radioterapia segnano 3,37 per milione di abitanti nelle Marche contro 3,15 in Italia.
Ciononostante, emergono limiti nelle apparecchiature diagnostiche. Le Pet sono 2,69 per milione di abitanti nelle Marche, mentre la media nazionale raggiunge 3,58. Anche il numero di acceleratori lineari per milione di abitanti è inferiore in regione . Questi strumenti risultano fondamentali per diagnosi precise e trattamenti mirati, quindi questa carenza indica margini di miglioramento nella capacità tecnologica.
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Limiti nelle tecnologie avanzate
Nel complesso, le Marche mostrano un buon livello di strutture fisiche e servizi di base, ma con un ritardo nelle tecnologie avanzate. Questo potrebbe influenzare la tempestività e l’efficacia delle diagnosi oncologiche.
Attività assistenziale: ricoveri e terapie nelle marche
L’osservatorio Favo mette in luce una maggiore frequenza di ricoveri oncologici nelle Marche: 12,03 all’anno per mille abitanti, contro 10,81 della media italiana. Ancora più marcata è la differenza per i ricoveri per chemioterapia, con 6,07 per mille abitanti contro 2,18 a livello nazionale. Questi numeri evidenziano una maggiore intensità di utilizzo delle strutture ospedaliere per trattamenti oncologici nella regione.
Interessante notare come l’assistenza domiciliare con Pic sia meno diffusa nelle Marche rispetto alla media . Questo indica una possibile minor disponibilità o minore ricorso alle cure a domicilio per i pazienti oncologici, un aspetto che riguarda la continuità assistenziale e il supporto fuori dagli ospedali.
Focus sull’assistenza domiciliare
I ricoveri e le terapie richiedono quindi attenzione, per garantire sia la disponibilità delle strutture ospedaliere sia la diffusione di programmi domiciliari che possano alleggerire il carico dei reparti.
Prestazioni ambulatoriali più basse rispetto alla media nazionale
Le prestazioni ambulatoriali oncologiche nelle Marche risultano inferiori rispetto a quelle italiane. Le Pet ambulatoriali sono 2,74 ogni mille abitanti nel territorio marchigiano, contro i 3,61 della media italiana. Ancora più significativa è la differenza nelle sedute di chemioterapia ambulatoriale: 8,40 rispetto a 25,49 a livello nazionale. Anche le radioterapie ambulatoriali sono meno numerose .
Questi dati indicano una scarsa offerta di trattamenti erogati al di fuori del ricovero ospedaliero. La differenza importante nelle chemioterapie ambulatoriali suggerisce che molti pazienti nelle Marche ricevono le cure principalmente in regime di ricovero, con possibili implicazioni sulla qualità di vita e sui costi sanitari.
Conseguenze per la gestione clinica
L’accesso limitato a prestazioni ambulatoriali può portare a una gestione meno flessibile della malattia, che richiede visite e trattamenti frequenti. Implementare servizi ambulatoriali efficaci potrebbe ridurre il numero di ricoveri e facilitare un’assistenza meno invasiva.
Riflessi e prospettive sull’assistenza oncologica marchigiana
Il quadro complessivo racconta una regione con buone dotazioni in termini di posti letto e servizi presenti, ma con margini da colmare nelle tecnologie diagnostiche e nell’organizzazione delle cure. I ricoveri superiori alla media e la limitata attività ambulatoriale suggeriscono che la gestione della malattia oncologica nelle Marche resta fortemente legata alle strutture ospedaliere.
Questa configurazione può influire sull’esperienza quotidiana dei malati e su aspetti pratici come i tempi di attesa e la distanza dagli ospedali. Seguire le indicazioni di un monitoraggio costante può aiutare a indirizzare risorse verso una maggiore diffusione di tecnologie e una più ampia offerta di prestazioni ambulatoriali e domiciliari.
I dati del 2025 raccolti da Favo restano un punto di riferimento per valutare il servizio pubblico rivolto ai malati di cancro nelle Marche rispetto alle tendenze nazionali.