La tratta e lo sfruttamento dei minori rappresentano una realtà grave e diffusa a livello globale, con oltre 12 milioni di bambini e adolescenti coinvolti in situazioni di abuso e schiavitù moderna. Le forme di sfruttamento variano dal matrimonio forzato allo sfruttamento sessuale e lavorativo, fino al coinvolgimento in attività criminali e lavori imposti dalle autorità. Save the Children, con il dossier “Piccoli schiavi invisibili”, aggiorna la fotografia di questa emergenza, evidenziando anche l’impatto crescente delle tecnologie digitali nelle dinamiche di adescamento e controllo.
La dimensione e la composizione dello sfruttamento minorile nel mondo
Secondo l’ultimo rapporto di Save the Children, quasi un quarto delle persone vittime di schiavitù moderna sono minori, pari a circa 12,3 milioni. Di questi, 9 milioni sono costretti a matrimoni forzati, una pratica che resta diffusa soprattutto in alcuni paesi a basso sviluppo socioeconomico. Gli altri 3,2 milioni si dividono tra sfruttamento sessuale, coinvolgimento in lavori forzati o attività illegali e forme di schiavitù imposte da enti statali. Nel dettaglio, 1,6 milioni di minori sono vittime di abusi sessuali, mentre 1,3 milioni subiscono sfruttamento lavorativo o sono costretti a partecipare ad attività criminali. Infine, 320mila minori sono impiegati in lavori forzati sotto il controllo diretto delle autorità.
Questi dati mostrano una realtà incontrovertibile e preoccupante che coinvolge bambini e adolescenti di diverse età e provenienze, spesso invisibili agli occhi della società. Le ragioni che alimentano queste situazioni sono molteplici e includono povertà, instabilità politica, crisi umanitarie e disuguaglianze. La diffusione della tecnologia digitale ha aggiunto un ulteriore livello di complessità, modificando i meccanismi di sfruttamento e adescamento.
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L’aumento delle vittime minorenni e la crescita dello sfruttamento sessuale
Nel 2022 più di un terzo delle persone vittime di tratta rilevate a livello globale risultano essere minori. Si parla di oltre 26mila bambini e adolescenti, registrati tra le 68.836 persone censite in totale. Il dato reale, tuttavia, è considerato sottostimato, secondo Save the Children. Rispetto al 2019 si è registrato un aumento del 31% delle vittime minorenni identificate, una crescita indicativa dell’espansione del fenomeno o di una maggiore capacità di rilevarlo.
L’aumento riguarda in particolare le ragazze sfruttate per fini sessuali. Le giovani vittime di tratta a scopo sessuale sono infatti in crescita, con implicazioni pesanti sulle condizioni di vita e salute mentale. I ragazzi, invece, risultano più spesso vittime di lavoro forzato, soprattutto in Europa e Nord America, dove l’impegno lavorativo coattivo assume varie forme. In Africa sub-sahariana si registra una marcata crescita delle vittime minorenni, diffondendo un quadro di emergenza globale e dalla forte valenza sociale.
Il ruolo delle tecnologie digitali nella tratta e nello sfruttamento minorile
Save the Children mette in evidenza come le reti criminali abbiano adottato con rapidità le tecnologie digitali per intercettare e controllare minori da sfruttare. L’uso di social network, applicazioni di messaggistica, criptovalute e comunicazioni criptate consente a queste reti di muoversi con maggiore agilità e discrezione. La dimensione digitale amplia infatti la portata delle azioni criminali, riducendo i limiti fisici e geografici che prima ostacolavano i traffici.
L’esposizione precoce e spesso senza controllo al mondo online crea terreno fertile per queste reti, che sfruttano la curiosità e la vulnerabilità dei bambini e adolescenti. In Europa, per esempio, la maggior parte delle vittime under 18 è di cittadinanza europea e subisce lo sfruttamento nel proprio paese. Il fenomeno si manifesta anche nella capacità di evitare l’incontro diretto, favoreggiando l’adescamento remoto.
Antonella Inverno, responsabile Ricerca e analisi di Save the Children, evidenzia “la necessità che le istituzioni e la società civile rispondano con strumenti altrettanto rapidi e sofisticati, per proteggere i minori da queste forme di sfruttamento.”
Generi, aree geografiche e forme di sfruttamento minorile
Le ragazze rappresentano il 57% delle vittime minorenni rilevate a livello mondiale e nel 60% dei casi sono soggette a sfruttamento sessuale. I ragazzi risultano coinvolti maggiormente in lavori forzati, con una percentuale del 45%. La concentrazione geografica più alta di vittime minorenni si registra nei paesi dell’America Centrale e dei Caraibi, dove più di 3 su 5 vittime di tratta sono bambini o adolescenti. Seguono l’Africa sub-sahariana e i paesi del Nord Africa, con oltre il 60% delle vittime minorenni.
Questi dati mostrano come le vulnerabilità legate al genere si associno a specifiche forme di sfruttamento, che variano anche in base al contesto territoriale. La tratta si presenta così come una minaccia complessa e differenziata, che richiede risposte mirate e articolate, capaci di affrontare sia le cause profonde sia le modalità con cui i minori vengono ingannati e costretti a subire ogni tipo di abuso.