Una nave battente bandiera statunitense è stata trattenuta nel porto di Gioia Tauro dopo il riscontro di diverse irregolarità durante i controlli svolti dalla Guardia costiera. L’ispezione del nucleo ispettivo Port state control ha evidenziato carenze significative, in particolare legate al mancato rispetto di normative europee sul riciclaggio e sulla sicurezza marittima. Questi fatti hanno bloccato la navigazione dell’unità, in attesa di adeguamenti necessari prima di lasciare il porto.
La mancanza di certificazione per l’inventario dei materiali pericolosi
L’aspetto più grave rilevato durante l’ispezione riguarda l’assenza del documento obbligatorio previsto dall’articolo 12 del regolamento Ue sul riciclaggio delle navi. Questa norma stabilisce che le imbarcazioni extra-UE che arrivano nei porti europei devono essere accompagnate da un inventario dettagliato dei materiali pericolosi presenti a bordo, oltre a una certificazione di conformità. Questa procedura serve a garantire che le navi rispettino le disposizioni ambientali e di sicurezza relative allo smaltimento dei materiali pericolosi.
Nel caso della nave controllata a Gioia Tauro, la mancanza di tale certificato ha quindi rappresentato una violazione diretta del regolamento comunitario. Senza questa documentazione, la nave non può essere autorizzata a riprendere la navigazione nei porti europei, finché i gestori della nave non presentano tutta la documentazione necessaria e dimostrano di aver rispettato le norme richieste. Questa regola non è mai stata presa alla leggera, considerata la pericolosità ambientale e sanitaria legata alla presenza di certe sostanze sulle imbarcazioni.
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Irregolarità sulla sicurezza della navigazione e norme lavorative a bordo
Oltre alla mancanza del certificato ambientale, l’ispezione della Guardia costiera ha rilevato altre carenze significative relative alla sicurezza e alle condizioni di lavoro del personale marittimo. Questi aspetti ricadono sotto regolamenti internazionali che tutelano la navigazione e la salute degli equipaggi, con norme precise su tutte le attrezzature di bordo, i piani di emergenza e gli standard minimi di lavoro.
Le irregolarità riscontrate paiono riguardare condizioni di sicurezza a rischio, come mancata manutenzione di dispositivi di emergenza oppure carenze nella documentazione sulla formazione e sorveglianza degli operatori. Inoltre, alcune situazioni di non conformità avrebbero investito la tutela dei lavoratori, a testimonianza di possibili violazioni di leggi nazionali o convenzioni internazionali sul lavoro marittimo.
Nel complesso, queste anomalie hanno aggiunto peso alle restrizioni già applicate alla nave, complicando ulteriormente la possibilità di lasciare il porto senza la risoluzione tempestiva delle irregolarità.
Provvedimenti: detenzione della nave e sanzioni pecuniarie
A seguito delle violazioni constatate, le autorità italiane hanno immediatamente adottato misure restrittive. Il porto di Gioia Tauro ha emesso un provvedimento di detenzione che impedisce alla nave di riprendere la navigazione fino a quando non saranno ripristinate le condizioni di sicurezza previste dalle norme internazionali. Questo blocco è volto a evitare rischi ambientali, di sicurezza e di lavoro che potrebbero derivare da una partenza non autorizzata.
Parallelo all’ordinanza di fermo, è stata comminata una multa pari a 10.000 euro, a carico sia del comandante della nave sia della società armatrice che la gestisce. La sanzione si basa sulle disposizioni contenute nel decreto legislativo 99/2020, che regola i protocolli sul riciclaggio e le responsabilità nelle violazioni relative ai materiali pericolosi a bordo.
Questi provvedimenti mettono in evidenza la crescente attenzione delle autorità italiane nel controllo e monitoraggio delle navi straniere che approdano nei porti nazionali. Gioia Tauro diventa così un punto critico nella verifica del rispetto delle norme internazionali per la sicurezza marittima e per l’ambiente.