Natuzzi spa ha recentemente comunicato la propria intenzione di esplorare soluzioni alternative ai licenziamenti collettivi durante un incontro con i sindacati Cobas e Usb. L’azienda, nota per la produzione di mobili e divani di design, ha richiesto l’accesso a misure governative come gli ammortizzatori sociali e la decontribuzione per le imprese situate nel sud Italia. L’obiettivo è ottimizzare la produzione nelle fabbriche italiane, piuttosto che ricorrere a drastiche riduzioni di personale.
Incontro con i sindacati a Confindustria
L’incontro tra Natuzzi e i sindacati si è svolto presso la sede di Confindustria a Bari, coincidente con la presentazione del Piano Industriale 2025-2029. Durante la riunione, l’azienda ha esposto le proprie strategie per affrontare la crisi del settore e ha evidenziato la necessità di collaborare con il governo per garantire una continuità operativa. I rappresentanti sindacali hanno colto l’occasione per esprimere le preoccupazioni dei lavoratori, in particolare riguardo al futuro occupazionale in un contesto di mercato incerto.
Il piano industriale presentato ha come obiettivo quello di rilanciare l’attività , preservare i posti di lavoro e rendere le fabbriche italiane più competitive nel contesto globale. Le parti coinvolte hanno discusso approfonditamente le varie opzioni disponibili, con un focus particolare sugli ammortizzatori sociali, strumenti cruciali per sostenere i lavoratori in periodi di difficoltà economica. La speranza è quella di evitare il ricorso ai licenziamenti collettivi attraverso l’adozione di queste misure.
Dati occupazionali e crisi del mercato
Natuzzi spa conta attualmente circa 3.500 dipendenti a livello globale, di cui 1.900 sono ubicati in Italia. Di questi, circa 1.800 sono impiegati nel sud del paese, un’area già caratterizzata da maggiori difficoltà occupazionali. La discussione sui licenziamenti collettivi all’interno dell’azienda è iniziata nel 2022, dopo una previsione di crescita del mercato del 10%, che purtroppo non si è concretizzata.
A causa di un calo della domanda che ha colpito l’intero settore del mobile a livello mondiale, Natuzzi ha dovuto fare i conti con un’eccedenza di personale. Fino ad ora, la società ha implementato misure quali il contratto di espansione per gestire l’occupazione, anche se quest’ultimo è giunto a scadenza. L’uso di ammortizzatori sociali si protrarrà fino alla fine del 2024, offrendo una protezione temporanea ai dipendenti mentre l’azienda esplora percorsi alternativi per garantire la stabilità lavorativa.
Attese evoluzioni e impegno governativo
L’impegno di Natuzzi per saturare le proprie fabbriche italiane è collegato alla necessità di un supporto attivo da parte del governo. Se le autorità saranno in grado di fornire le facilitazioni necessarie, l’azienda prevede di ottimizzare pienamente le proprie strutture produttive, minimizzando la necessità di ricorrere a licenziamenti. La strategia è orientata a mantenere l’occupazione locale e sostenere l’economia regionale, particolarmente nel meridione d’Italia, dove il tessuto industriale è già fragile.
Le dinamiche del mercato del mobile sono in continua evoluzione, e la collaborazione tra aziende e governo sarà determinante per affrontare le sfide future. L’attenzione alla salvaguardia dell’occupazione non è solo una questione economica, ma anche sociale, poiché il mantenimento dei posti di lavoro sarà fondamentale per garantire stabilità e prosperità nelle comunità locali.
Ultimo aggiornamento il 21 Ottobre 2024 da Sara Gatti