Dal 3 marzo, Palazzo Du Mesnil di Napoli diventa il palcoscenico di una mostra affascinante, dedicata a tutti gli studenti dell’Università L’Orientale e a chiunque sia interessato all’arte e alla cultura islamica. Sarà possibile ammirare una preziosa collezione di 108 esemplari di coppe talismaniche, risalenti a un periodo che va dal XII al XX secolo. Questo importante evento culturale segna un’importante donazione da parte della Collezione Aron, destinata all’istituzione pubblica partenopea.
Le coppe talismaniche: un viaggio nella storia islamica
Le coppe talismaniche, che faranno parte di questa esposizione, rappresentano una “raffinata collezione di metalli islamici”, come sottolinea Veronica Prestini, curatrice della mostra. Attualmente, questa collezione è riconosciuta come il più vasto insieme di coppe talismaniche al mondo. Esemplari simili possono essere rinvenuti solo in poche altre collezioni prestigiose, come quelle del Museo d’Arte Islamica del Cairo, della collezione Gayer-Anderson sempre al Cairo, e della celebre collezione Khalili di Londra. Questa base di comparazione evidenzia la straordinarietà della donazione a Napoli e l’importanza di conservare e valorizzare tali opere.
Le coppe sono variegate nel design e nella decorazione. Alcuni pezzi possono essere descritti come piccoli piattini, della grandezza di un palmo, mentre altri sono più simili a speciali scodelle con un umbone centrale, che ricorda le tradizionali phiale. Gli oggetti affascinano non solo per il loro aspetto estetico, ma anche per i significati simbolici che portano. Le coppe più antiche presentano incisioni di animali, segni zodiacali e persino pianeti, mentre alcune contengono ricette e formule magiche, prospettando la loro funzione rituale.
Dettagli delle esposizioni: funzione e significato delle coppe
Le coppe più recenti, dal canto loro, mostrano testi e numeri inscritti all’interno di reticolati geometrici. Questi scritti sono prevalentemente passaggi coranici e invocazioni indirizzate a figure eminenti del culto sciita. È interessante notare che molte di queste coppe sono firmate e datate dagli artigiani che le hanno realizzate, suggerendo che fossero doni per coloro che intraprendevano il pellegrinaggio alla Mecca. Questo legame con la tradizione religiosa e spirituale conferisce un ulteriore valore a queste opere.
L’esposizione al Museo Scerrato dell’Università L’Orientale non è solo un’opportunità per osservare da vicino questi oggetti, ma anche un modo per immergersi nella cultura e nella storia islamica attraverso il lavoro dei maestri artigiani del passato. Ogni coppa racconta una storia che attraversa secoli, culture e tradizioni, permettendo ai visitatori di riflettere sul significato e sul contesto di questi oggetti storici.
L’eredità di Armando Tagliacozzo: un collezionista lungimirante
Questa straordinaria collezione è il risultato del lavoro di Armando Tagliacozzo, un collezionista e studioso che ha assiduamente riunito esemplari a partire dagli anni Sessanta del XX secolo. La curatrice Prestini descrive Tagliacozzo come un collezionista audace, capace di intraprendere percorsi anticonformisti e innovativi, che hanno contribuito in modo significativo alla comprensione dell’arte islamica.
La storia di questa collezione è arricchita da un catalogo pubblicato da Roberta Giunta nel 2018, il quale ha segnato il primo passo per la valorizzazione di queste opere. In programma per il 2025, un secondo volume a cura di Michele Bernardini promette di offrire una visione ancora più completa e approfondita delle coppe talismaniche, evidenziando l’importanza di preservare la memoria storica e culturale legata a questo artigianato.
Attraverso questo viaggio nella storia, Napoli non solo celebra la bellezza di queste opere, ma invita anche il pubblico a riflettere sull’eredità culturale che esse rappresentano, aprendo un dialogo tra passato e presente.