La rassegna dedicata al fotografo giapponese Kenro Izu è allestita alla rocca di Lonato del Garda, nel bresciano, fino alla fine di agosto 2025. L’esposizione raccoglie immagini scattate in più di trent’anni di viaggi dedicati ai luoghi più sacri sparsi nel mondo. Le 55 opere selezionate mostrano templi, paesaggi e rituali di culture diverse per raccontare un percorso spirituale e visivo. Le fotografie sono realizzate con tecniche tradizionali e presentate nel catalogo pubblicato da Silvana Editoriale.
La mostra alla rocca di lonato: un patrimonio artistico e culturale sulle rive del lago di garda
La rocca di Lonato del Garda, risalente al Quattrocento e riconosciuta monumento nazionale, ospita la mostra “Kenro Izu – Luoghi dell’anima”. Il luogo, noto per la vista panoramica su tutto il lago di Garda, offre uno scenario unico dove ammirare le fotografie. La rassegna, curata da Filippo Maggia, propone un’affascinante immersione in immagini che esplorano le serie più note del maestro: “Sacred Places 1 & 2”, “Eternal Light”, “Bhutan Sacred Within”, “India Prayer Echoes”, “Angkor”, “Laos Charity” e “Fuzhou – Forgotten Land”. I visitatori possono così seguire un itinerario che attraversa spazi sacri in Asia, America e Medio Oriente.
Le immagini, realizzate con macchina analogica a banco ottico, mostrano la padronanza tecnica di Izu che predilige stampe ai pigmenti e al platino. Il catalogo distribuito per la mostra offre un approfondimento sugli scatti, descrivendo il legame tra i luoghi e le culture immortalate, in una narrazione visiva capace di evocare il senso di spiritualità che permea le fotografie. Il progetto di Kenro Izu si distingue per l’attenzione ai dettagli architettonici, alle figure dei pellegrini e agli ambienti naturali che circondano i siti sacri.
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Ta prohm ad angkor: la fusione tra natura e archeologia nel tempio cambogiano
Una delle immagini iconiche della mostra è quella dedicata a Ta Prohm, nel complesso di Angkor, Cambogia. Il tempio costruito nel tardo XII secolo è tra i più visitati e fotografati per la sua caratteristica unica: le radici di alberi millenari che si intrecciano con le pietre scolpite offrendo la sensazione di un dialogo muto tra natura e costruzione umana. Dal 1992 il sito è Patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Kenro Izu interpreta questo ambiente con uno sguardo che mette in risalto l’equilibrio fragile tra l’aspetto sacro del luogo e il processo di rinaturalizzazione. Le rocce e gli alberi di silk-cotton e ficus si avvolgono formando un abbraccio sospeso nel tempo, dove la spiritualità sembra nascondersi tra le ombre e la luce filtrata. L’immagine cattura una dimensione poetica, simbolica, che invita a riflettere sul rapporto tra uomo e natura. Ta Prohm risplende come simbolo di una storia sacra conservata tra le rovine e la vegetazione.
Preghiera al tempio d’oro di amritsar: fede e quotidianità nel cuore del sikhismo
Nel nord dell’India, ad Amritsar, il Tempio d’Oro rappresenta la spiritualità sikh nella sua forma più visibile e viva. I riflessi di lamine d’oro si specchiano sulle acque sacre del bacino che circonda il santuario, generando un’atmosfera iridescente e rarefatta che gli scatti di Kenro Izu rendono con intensa delicatezza. Il tempio è un punto di incontro per fedeli e visitatori, che si muovono lentamente accompagnati dal suono delle preghiere cantate.
Izu sceglie di ritrarre momenti di raccoglimento e gesti silenziosi, raccontando come la straordinaria bellezza architettonica si intrecci con la vita quotidiana religiosa. I volti assorti e i movimenti dei pellegrini testimoniano la devozione collettiva, mentre le cupole dorate emergono tra la nebbia e i giochi di luce. L’esperienza visiva restituisce la complessità di un luogo dove la pratica spirituale continua a influenzare l’identità culturale dell’India.
Manikarnika ghat a varanasi: la sacralità della vita e della morte sulle rive del gange
Manikarnika Ghat è uno dei punti più sacri di Varanasi, città religiosa dell’India sulle rive del fiume Gange. Qui si svolgono le cerimonie di cremazione che hanno un significato spirituale profondo per l’induismo. Kenro Izu immortala questa realtà evidenziando il legame forte e contraddittorio tra vita e morte. Le immagini mostrano le pire fumanti e i monaci che si muovono in un’atmosfera carica di silenzi e preghiere.
Le acque del fiume scorrono impassibili mentre intorno si svolgono riti antichi che accompagnano le anime dei defunti nel ciclo dell’esistenza. L’artista fotografa anche i dettagli di pellegrini e fedeli che partecipano alla ritualità, restituendo il senso del sacro vissuto come parte integrante della realtà quotidiana. Varanasi mantiene così la sua fama di città eterna, dove ogni gesto conserva il valore della tradizione millenaria.
Monte kailash in tibet: centro spirituale e meta di pellegrinaggi rituali
Il monte Kailash, situato sull’altopiano tibetano, è un punto di riferimento spirituale per quattro religioni: induismo, buddhismo, jainismo e la tradizione Bonpo. Izu coglie la maestosità della cima innevata e la solennità dell’ambiente con immagini che mostrano una luce nitida e ombre profonde. La montagna è considerata un asse del mondo attraverso cui si uniscono cielo e terra.
Pellegrini da diverse parti del pianeta si recano qui per compiere la kora, la camminata rituale intorno al monte che dura diversi giorni. Le fotografie evidenziano la dimensione intima di questa pratica, dove ogni passo diventa parte di un cammino interiore. La presenza del monte in questi scatti si carica di simboli e racconti, incarnando un dialogo tra mito, fede e natura ancora vivo.
La piramide delle nicchie a el tajín in messico: un calendario architettonico della cultura totonaca
Kenro Izu dedica un’immagine di grande suggestione alla piramide delle nicchie, monumento dell’antica città di El Tajín, nel Messico orientale. Questo sito archeologico era il centro cerimoniale della cultura totonaca. La piramide deve il suo nome alle 365 nicchie disposte su sei terrazze, allineate secondo un preciso calendario legato al ciclo solare.
L’effetto di luce sulle nicchie genera un gioco di chiaroscuro che accentua la geometria dell’opera, lasciando percepire il significato rituale e astronomico che aveva la costruzione. L’immagine rende l’idea di un luogo dove la sacralità si fonde con la conoscenza del tempo e dei cicli naturali. La fotografia racconta così un tassello fondamentale della storia precolombiana messicana, tema raro nei percorsi artistici contemporanei.
La mostra alla rocca di Lonato del Garda prosegue fino al 31 agosto 2025, offrendo la possibilità di immergersi nel racconto visivo di un maestro che ha scandagliato mondi lontani. Le immagini selezionate restano tracce preziose per comprendere come il sacro si manifesti in forme e culture diverse, sempre legate a uno spazio fisico e spirituale. La raccolta di Kenro Izu non si limita a una semplice documentazione, ma spinge chi osserva a varcare confini geografici e temporali accostandosi a esperienze umane antiche e profonde.