Salvatore Gionta, figura storica della pallanuoto italiana, è venuto a mancare pochi giorni prima del suo 95° compleanno. Nato a Formia, ha guidato il Settebello alla storica medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma 1960, dopo aver conquistato prestigiosi podi in Europa e nel mondo. La sua scomparsa segna la perdita di uno dei protagonisti più importanti dello sport acquatico nazionale e lascia un segno profondo nel panorama sportivo italiano.
La carriera sportiva: dai primi passi a formia al successo olimpico
Salvatore Gionta è cresciuto a Formia, dove ha mosso i primi passi nel nuoto, disciplina che ha praticato fin da giovane prima di dedicarsi alla pallanuoto. La sua carriera si è rapidamente sviluppata, fino a diventare uno dei giocatori più influenti del Settebello. La squadra italiana ha raccolto consensi e risultati importanti con lui protagonista, come dimostrano le medaglie riportate da Gionta alle Olimpiadi di Helsinki del 1952, dove vinse il bronzo, e agli europei del 1954 con un altro terzo posto.
Il culmine alle olimpiadi di roma 1960
Il culmine della sua carriera è arrivato alle Olimpiadi di Roma nel 1960 quando, da capitano, ha trascinato il Settebello alla vittoria dell’oro. Quel trionfo rimane una pietra miliare per la pallanuoto italiana, segnata dall’intensità e dalla concentrazione di Gionta sia dentro che fuori la vasca.
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L’impegno con la lazio e le altre esperienze sportive
La quasi totalità della carriera di Gionta è legata alla Lazio, squadra con cui ha conquistato lo scudetto. La sua esperienza ha toccato anche altre società importanti come la Libertas Roma e lo Sturla, dove ha militato per due stagioni. In queste realtà ha lasciato un segno, elevando il livello tecnico e agonistico delle squadre. La versatilità di Gionta è emersa anche nella capacità di passare dalla carriera agonistica ai ruoli dirigenziali in seguito.
Durante gli anni di attività agonistica ha combinato il nuoto alla pallanuoto, dimostrando una preparazione fisica robusta e una forte determinazione. Le sue capacità sono state riconosciute da più parti, culminando nel conferimento di titoli come il collare d’oro al merito sportivo e la nomina a commendatore della Repubblica.
Il ruolo nel comitato olimpico e l’attività post-carriera
Dopo aver appeso il costume al chiodo, Gionta ha dedicato molto tempo alla gestione sportiva e istituzionale. Tra il 1976 e il 1997 ha svolto diverse funzioni all’interno del CONI, contribuendo alla promozione e allo sviluppo dello sport italiano da una prospettiva amministrativa. La sua esperienza da atleta è servita per affrontare con competenza questioni organizzative e tecniche.
Passioni e impegni nella comunità sportiva
La passione per la pallanuoto e lo sport in generale lo ha spinto anche a presiedere l’Associazione Antichi Atleti della S.S. Lazio, mantenendo vivo il legame con la sua squadra storica e con la comunità sportiva. Inoltre, era socio onorario dell’Associazione nautica Campo di Mare, testimoniando un attaccamento profondo alla sua città natale e alle realtà sportive legate al mare.
La morte di Salvatore Gionta, a pochi giorni dal suo 95° compleanno, lascia un vuoto significativo nello sport italiano, in particolare nella pallanuoto. La sua eredità resta nelle medaglie vinte, nelle società che ha rappresentato e nei ruoli ricoperti, testimonianza di una vita dedicata allo sport con serietà e passione.