La scomparsa di michele noschese, dj napoletano di 35 anni, avvenuta a ibiza durante un controllo della guardia civil, ha acceso un caso dalle implicazioni complesse. La famiglia contesta i risultati dell’autopsia spagnola definendola insufficiente e chiede nuove indagini. Una testimonianza diretta solleva accuse di violenza da parte degli agenti. Nel frattempo, il caso crea attriti diplomatici tra italia e spagna mentre si attendono riscontri ufficiali.
Dettagli sulla morte e intervento della guardia civil
Sabato scorso, 19 luglio 2025, michele noschese è deceduto durante un intervento della guardia civil nella sua abitazione a ibiza. Le circostanze dell’episodio restano poco chiare e alimentano dubbi sulla condotta degli agenti. La guardia civil riferisce che il dj si sarebbe trovato in uno stato di agitazione mentale tale da compiere gesti violenti, tra cui un tentativo di minaccia a un vicino con un coltello. L’intervento di polizia avrebbe avuto lo scopo di immobilizzarlo.
Il racconto ufficiale della guardia civil
Secondo le autorità spagnole, durante la presa, noschese sarebbe caduto vittima di una crisi convulsiva che ha portato al decesso nonostante i vari tentativi di soccorso sul posto. Il racconto ufficiale della guardia civil sostiene l’assenza di violenza gratuita da parte degli agenti, puntando invece su un’azione mirata a gestire una situazione di pericolo. Si evidenzia che non si trattava di una festa né di un diverbio collettivo ma un episodio circoscritto all’abitazione.
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Contestazioni della famiglia sul metodo dell’autopsia
L’autopsia condotta a ibiza ha generato forti dissensi tra i familiari di noschese, in particolare dal padre pino, medico con esperienza nel trauma center del cardarelli di napoli. Egli sostiene che l’esame sia stato approssimativo e condotto senza la presenza di esperti nominati dalla famiglia, rendendo dubbiosi i risultati riportati.
rosanna alvaro, avvocata della famiglia sull’isola, ha sottolineato che la perizia manca di alcuni esami strumentali necessari, come tac e risonanze magnetiche, utili per rilevare eventuali lesioni interne non evidenti in un’autopsia eseguita “a caldo”. Per questo motivo si richiede una nuova autopsia in italia, dopo il trasferimento della salma. La famiglia ha avanzato denuncia per possibile omicidio volontario contro gli agenti coinvolti, chiedendo approfondimenti rigorosi sulle modalità dell’intervento.
Testimonianza diretta: l’amico descrive scene di violenza
raffaele rocco, coinquilino di noschese e presente durante l’intervento, ha fornito una versione molto critica rispetto a quella ufficiale. Ha raccontato di aver visto il dj essere ammanettato sia alle mani che ai piedi, una misura insolita e rigida. rocco ha parlato di colpi inferti a michele al volto e alla schiena da parte degli agenti mentre lui gridava “di lasciarlo stare”, mostrando segni evidenti di paura.
L’amico ha negato qualsiasi provocazione da parte di noschese verso il vicino. Anzi, ha sostenuto che l’anziano ha tentato di calmarlo e che sarebbe caduto autonomamente. Queste dichiarazioni mettono in discussione la ricostruzione che attribuisce al dj atteggiamenti minacciosi con un coltello. Secondo rocco, “la tensione è nata dallo stato confusionale di michele, non da una aggressione.”
Versioni contrastanti e implicazioni diplomatiche tra italia e spagna
La guardia civil insiste sul fatto che la morte sia stata causata da una crisi neurologica imprevista e non da maltrattamenti. Le immagini ufficiali e le testimonianze di alcuni testimoni sostenitori della versione poliziesca non hanno però sedato le polemiche. La figlia del vicino ha confermato che l’anziano ha riportato contusioni e un trauma ma non ricorda se il dj avesse effettivamente un coltello.
Il caso ha scatenato reazioni istituzionali anche a roma, con la farnesina che ha aperto un dialogo con le autorità spagnole per ottenere trasparenza. La vicenda rischia di incrinare ulteriormente i rapporti bilaterali, spingendo verso un’indagine congiunta tra i due paesi. La famiglia di michele reclama chiarezza sulle cause della morte e il riconoscimento di eventuali responsabilità.
La salma è attesa in italia per ulteriori accertamenti, mentre cresce la mobilitazione nel mondo della musica elettronica e tra i pari di noschese. I messaggi di cordoglio non si fermano, rafforzando la richiesta di verità a due anni dal tragico evento che ha interrotto la carriera del dj noto come dj godzi.