La tragica morte di lorenzo parelli, giovane diciottenne rimasto vittima di un incidente sul lavoro durante uno stage scuola-lavoro a lauazacco, ha riacceso il dibattito sulle condizioni di sicurezza nei tirocini formativi. La sentenza di primo grado depositata a fine ottobre 2025 dal tribunale di udine ha messo in luce gravi mancanze nelle procedure di supervisione e formazione, sottolineando le responsabilità di chi avrebbe dovuto garantire la tutela del ragazzo.
Dinamiche e responsabilità dell’incidente sul lavoro
L’incidente avvenuto nel gennaio 2022 ha avuto come protagonista lorenzo parelli, coinvolto in operazioni di smontaggio di una piastra in acciaio nel reparto della burimec a lauazacco, frazione di udine. Secondo la sentenza della giudice carlotta silva, parelli avrebbe dovuto svolgere un ruolo esclusivamente osservativo, mentre in realtà è stato attivamente impegnato in una fase pericolosa, che lo ha travolto causando la morte.
Il tribunale ha evidenziato la mancanza di una supervisione continua sulle azioni del tirocinante. Claudio morandini, operaio che avrebbe dovuto affiancarlo, si era momentaneamente allontanato dalla sua postazione al momento dell’incidente, e per questo è stato condannato a tre anni di reclusione. Il tutor aziendale, emanuele de cillia, abitualmente presente per seguire lo studente, era assente quel giorno a causa di una positività al covid. Per la mancata vigilanza e formazione il tribunale ha inflitto a de cillia una pena di due anni e quattro mesi. Entrambi gli imputati hanno scelto il rito abbreviato e hanno già fatto ricorso in appello.
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Carenze nella formazione e nella pianificazione delle attività
La sentenza ha chiarito che parelli non aveva ricevuto alcuna formazione riguardo ai rischi specifici legati alle operazioni che stava compiendo. L’assenza di un piano chiaro da parte dell’azienda ha spinto il ragazzo oltre compiti per i quali non era autorizzato né preparato.
La mancanza di un’attenta programmazione dell’attività da svolgere da parte dello studente ha causato l’ingresso in una zona di rischio senza le adeguate precauzioni. Il tutor aziendale ha ignorato i suoi obblighi di garanzia e supervisione, consentendo una situazione pericolosa che avrebbe potuto essere evitata. Inoltre, il lavoratore esperto avrebbe dovuto monitorare costantemente le azioni di parelli per evitare il peggioramento degli eventi.
Valutazioni legali e conseguenze per la sicurezza nei tirocini
La sentenza del tribunale di udine ha sottolineato il ruolo cruciale della supervisione nei percorsi di formazione lavoro, specie con giovani inesperti. La condanna per omicidio colposo conferma che la responsabilità penale grava su chi non adempie ai doveri di vigilanza e formazione previsti per garantire la sicurezza.
Il caso di parelli fa emergere criticità strutturali nella gestione degli stage, evidenziando la necessità di linee guida più rigorose e controlli precisi per evitare incidenti simili. Le decisioni giudiziarie rappresentano un monito forte per aziende e istituti scolastici, invitandoli a migliorare rigorosamente la tutela degli studenti coinvolti in attività lavorative.
L’appello avviato dai legali degli imputati proseguirà il processo e fornirà ulteriori chiarimenti. Intanto il caso continua a far discutere, confermando l’urgenza di rivedere procedure di sicurezza e formazione nelle realtà produttive italiane.