Dopo episodi di vandalismo che hanno riguardato la sede dell’associazione Chenàbura, realtà attiva nel promuovere la cultura ebraica a Cagliari, il presidente Mario Carboni ha denunciato di aver ricevuto minacce di morte via email. Tali intimidazioni si inseriscono in un contesto più ampio di intolleranza e aggressione che sta alimentando un clima di paura nella comunità.
Vandalismi e clima di intimidazione
Negli ultimi giorni, la sede dell’associazione pro Israele Chenàbura a Cagliari è stata bersaglio di atti vandalici che hanno sollevato preoccupazioni per la sicurezza della comunità ebraica locale. Gli attacchi non sono stati limitati soltanto ai danneggiamenti materiali, ma si sono estesi fino a minacce esplicite nei confronti del presidente Mario Carboni. Nella missiva ricevuta, Carboni è stato augurato di “morire nei forni“, un riferimento inquietante a episodi della storia che evocano la Shoah. Queste parole riaccendono i timori di un’intolleranza che si ripresenta nella società, legata a una narrativa carica di violenza e odio.
Carboni ha descritto la situazione come un riflesso di un clima intimidatorio più ampio, caratterizzato da sentimenti antisemiti che si stanno manifestando in modo preoccupante. La sua denuncia non è solo per la violenza subita personalmente, ma anche per il rischio che tali atti rappresentano per il dialogo e la coesione sociale. La storia ha insegnato quali conseguenze possano derivare da ingiustificati attacchi a minoranze e la necessità di una condanna universale a questi comportamenti.
L’associazione Chenàbura e il suo ruolo sociale
La Chenàbura Sardos pro Israele si è affermata come un punto di riferimento non solo per la comunità ebraica di Cagliari, ma anche per chiunque si interessi alla cultura ebraico-cristiana. Questa associazione si dedica alla riscoperta delle radici ebraiche nella tradizione sarda, un tema che unisce storia, cultura e identità. Attraverso eventi e iniziative, Chenàbura offre spazi di confronto e riflessione su temi legati all’ebraismo, fungendo da custode di una memoria collettiva.
In questo contesto, il vandalismo e le minacce recenti colpiscono non solo Mario Carboni, ma l’intera comunità, minando il lavoro svolto per promuovere l’inclusione e il rispetto reciproco. L’associazione rappresenta un baluardo contro l’ignoranza culturale e un tentativo di promuovere un dialogo che, in periodi di tensione internazionale, diventa sempre più cruciale.
Reazione e denuncia da parte del presidente Carboni
Mario Carboni ha formalmente denunciato alle autorità competenti le minacce ricevute, evidenziando la necessità di un intervento asertivo contro tali atti di violenza e intimidazione. Nel suo messaggio, ha affermato che “non si lascerà intimidire” e che il clima di odio fomentato in parte dalla narrazione di alcuni gruppi politici è controproducente.
Carboni ha sottolineato come le minacce non possano mai contribuire a risolvere questioni complesse come quella mediorientale, ma anzi, alimentano il ciclo di violenza e sofferenza. Ha dichiarato di voler garantire che il dialogo e il rispetto per la vita siano sempre prioritari, indipendentemente dalle posizioni politiche o religiose di ciascuno. Ha invitato la comunità a “non lasciarsi sopraffare dalla paura” e a continuare a perseguire il rispetto e la comprensione reciproca.
La situazione attuale pone in evidenza l’urgenza di combattere l’intolleranza e promuovere un dialogo costruttivo. La comunità di Cagliari e le istituzioni devono unirsi per garantire che episodi del genere non si ripetano e che tutti possano sentirsi al sicuro e rispettati.
Ultimo aggiornamento il 31 Ottobre 2024 da Sara Gatti