Maxi operazioni a Reggio calabria e Bari colpiscono traffico internazionale di droga e legami politici

Maxi operazioni a Reggio calabria e Bari colpiscono traffico internazionale di droga e legami politici

Due operazioni nel 2025 colpiscono i clan ‘ndrangheta in Calabria e il traffico di droga del clan Palermiti in Puglia, rivelando legami con politica locale e reti internazionali tra Italia e Albania.
Maxi Operazioni A Reggio Calab Maxi Operazioni A Reggio Calab
Nel 2025, due operazioni hanno smantellato reti criminali in Calabria e Puglia legate alla 'ndrangheta e al narcotraffico internazionale, rivelando anche collusioni con la politica locale e una collaborazione transnazionale tra forze dell’ordine. - Gaeta.it

Due operazioni distinte ma con un comune filo rosso hanno smantellato strutture criminali in Calabria e Puglia nel 2025. Le forze dell’ordine hanno condotto arresti che hanno colpito alcuni dei principali clan della ‘ndrangheta e organizzazioni connesse al narcotraffico internazionale. Le dinamiche emerse e i legami con la politica locale hanno fatto emergere una rete complessa di traffici e collusioni.

Arresti in calabria: stretta sui clan e collaborazione tra mandamenti

La più grande operazione in Calabria ha portato all’arresto di 97 persone, di cui 81 in carcere e 16 ai domiciliari. Le accuse riguardano legami con i clan più influenti della zona di Reggio Calabria, in particolare le cosche Alvaro e Barbaro. Secondo le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia reggina e svolte dai carabinieri, i clan dei tre mandamenti della “Provincia” – vertice della ‘ndrangheta locale – avevano stretto un patto per gestire insieme il traffico di droga proveniente da paesi come Colombia, Brasile e Panama. Questi gruppi criminali avevano creato un’organizzazione sovraordinata alle singole cosche, con funzioni di coordinamento e controllo.

Una rete che va oltre il traffico di droga

La rete tracciata mostra come le cosche avessero obiettivi che andavano oltre la droga. Si sono penetrati gli appalti pubblici tramite imprenditori disposti a collaborare e politiche a loro favore. Diversi documenti giudiziari indicano un’attività mirata di raccolta voti nelle elezioni regionali. Alcuni soggetti, a prescindere dal partito di appartenenza, hanno agito in favore del migliore offerente per sostenere candidati, uno dei quali non è stato eletto.

L’indagine ha coinvolto esponenti politici di rilievo, con l’ex assessore regionale Pasquale Tripodi posto ai domiciliari. A lui è stata però esclusa l’aggravante mafiosa. Sono indagati anche gli ex consiglieri regionali Sebastiano Romeo, del Partito democratico, e Alessandro Nicolò, allora di Fratelli d’Italia, entrambi in stato di libertà. Questi sviluppi hanno evidenziato l’infiltrazione della criminalità organizzata in ambiti istituzionali, con legami più profondi di quanto immaginato.

Il traffico di droga dalla puglia all’albania: cocaina e eroina nel mirino

L’operazione eseguita dalla Dia di Bari, coordinata dalla Dda pugliese e in collaborazione con le autorità albanesi, si è focalizzata sul traffico di cocaina ed eroina. La droga arrivava in Puglia tramite rotte che partivano dalla Turchia e dal Sud America e sbarcava in Albania per poi raggiungere Bari. Era fondamentale per rifornire le organizzazioni criminali locali, in particolare il clan Palermiti del quartiere Japigia a Bari, che si occupava della distribuzione tra le province di Bari, Brindisi e Lecce.

Comunicazioni criptate e rete internazionale

Gli investigatori hanno scoperto come gli indagati comunicassero tramite una piattaforma chiamata Skyecc, ritenuta dai criminali completamente sicura. Le intercettazioni hanno però permesso di decifrare questi messaggi, rivelando una serie di operazioni di traffico di droga per un totale di circa 255 chili tra cocaina ed eroina. Questi dati hanno confermato l’intensità e l’efficacia delle reti di spaccio coinvolte.

In Albania le autorità hanno preso provvedimenti verso i vertici di una famiglia potente della città di Durazzo, insieme a un comandante e un agente della polizia del luogo. Coinvolti risultano anche un avvocato e sei autisti di autobus di linea, che avrebbero avuto ruoli funzionali nella rete di traffico. Questa collaborazione internazionale tra forze di polizia italiane e albanesi ha permesso di colpire la criminalità su più fronti e di interrompere uno dei canali principali per l’ingresso di droga in Italia dal nord-est europeo.

Le conseguenze delle operazioni e il contrasto alla criminalità organizzata nel 2025

Le due operazioni del 2025 dimostrano la portata e la capacità organizzativa delle forze dell’ordine nel colpire gruppi criminali radicati in più regioni e con ramificazioni internazionali. Gli arresti hanno spezzato alcuni degli anelli fondamentali delle reti di narcotraffico e hanno messo in luce come il crimine organizzato si leghi a interessi politici ed economici locali.

La ricostruzione criminale emersa dalle indagini indica un modello di collaborazione tra cosche opposte e una strategia di penetrazione degli appalti pubblici e della politica attraverso il controllo del voto. Questi elementi spiegano le difficoltà nel contrastare le mafie e offrono spunti per le successive azioni giudiziarie e preventive.

L’incrocio tra traffici internazionali e influenza locale resta un tema centrale nella lotta alla criminalità. Le indagini in corso hanno confermato la necessità di una vigilanza costante e coordinata, non solo nei territori tradizionalmente a rischio, ma anche nelle aree dove le organizzazioni cercano nuovi spazi di potere e affari. Il lavoro combinato tra procure distrettuali, forze dell’ordine italiane e partner europei risulta determinante per arginare questi fenomeni.

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