I david di donatello 2025 hanno segnato una svolta importante nella storia del premio con la vittoria di maura delpero come migliore regista. Nel corso della 70esima edizione è stato riconosciuto il lavoro di delpero su “Vermiglio“, un film che si impone per il suo sguardo forte e una sceneggiatura originale che tornano sulla guerra senza filtri. Ecco cosa è successo durante la serata e perché questo riconoscimento fa parlare di sé.
Una vittoria che rompe un lungo silenzio femminile ai david
È la prima volta dopo sette decenni che una donna conquista il premio per la miglior regia ai david di donatello. Maura delpero ha ricevuto il riconoscimento suscitando un’attenzione particolare sul ruolo delle donne nella regia italiana. Il suo premio non è solo un traguardo personale ma, come ha sottolineato lei stessa, riflette il contributo fondamentale del cinema documentaristico. Quel filone, infatti, ha aperto spazi alle registe, portando voci diverse e ampliando i temi affrontati nel nostro cinema.
Delpero ha puntato il dito sulle difficoltà e le resistenze che ancora permangono nel sistema, evidenziando come questa cinquina di registe in gara rappresenti una svolta. Durante il suo discorso di accettazione, ha ringraziato il cinema documentaristico che, a suo giudizio, ha permesso alle donne di trovare un posto significativo, rompendo un lungo dominio maschile nel riconoscimento più ambito. La scelta di premiare “Vermiglio” ribadisce questo bisogno di diversità e attenzione a tematiche ancora scarsamente rappresentate dalle produzioni più consolidate.
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Vermiglio racconta la seconda guerra mondiale da un punto di vista inedito
Il premio riguardava il film “Vermiglio”, pellicola che riprende la seconda guerra mondiale ma in modo diverso dal solito. Delpero nel suo discorso ha spiegato che qualcuno le aveva fatto notare come parlare di quel periodo potesse sembrare fuori tempo, quasi anacronistico. Eppure lei ha risposto che la guerra non smette mai di essere attuale. Il film è antimilitarista, si concentra proprio sul dramma vissuto nel privato, la guerra “in casa” come ha detto la regista.
Le immagini di “Vermiglio” raccontano dunque il conflitto guardando dentro alle pieghe dei ricordi familiari, degli ambienti chiusi segnati dall’ombra della guerra. Questo approccio dà nuovo respiro a un tema visto tante volte ma mai come in questo caso con una sceneggiatura pensata per resistere ai rischi di banalizzazione del racconto bellico. La narrazione punta sull’empatia, sui dettagli meno raccontati, portando lo spettatore a riflettere sull’impatto della violenza bellica non solo su fronti lontani, ma dentro ogni famiglia, ogni casa colpita.
Un riconoscimento anche per la miglior sceneggiatura originale
Oltre alla regia, a maura delpero è stato assegnato anche il premio per la miglior sceneggiatura originale con “Vermiglio”. Il valore di questa doppia vittoria sta nel segnale che arriva al cinema italiano: premiare una sceneggiatura che sfida le semplificazioni e che racconta una storia storica carica di tensioni umane. La sceneggiatura condanna la guerra e favorisce una narrazione capace di resistere agli schemi più comuni.
Questo riconoscimento riflette anche la volontà di premiare un linguaggio cinematografico che non cerca l’effetto facile ma costruisce un racconto profondo e misurato. Delpero ha sottolineato che questa scelta indica una resistenza nel cinema italiano contro l’omologazione e la perdita di complessità nelle storie raccontate. “Vermiglio” è stato scelto per come stravolge la prospettiva su un tema difficile, avvicinandolo non solo alla storia collettiva, ma anche ai piccoli drammi privati.
Il ruolo delle donne nel cinema italiano oggi: una presenza in crescita
La vittoria di maura delpero rinnova il dibattito sul ruolo delle donne nel cinema tricolore. Dopo decenni in cui solo uomini hanno trionfato nella categoria regia, la sua affermazione si carica di significati simbolici e pratici. Il percorso lasciato aperto dal cinema documentaristico ha creato possibilità reali. Nel 2025 questa spinta è ancora più evidente, con un numero crescente di registe e autrici che entrano nelle giurie, nei festival, e nei principali riconoscimenti.
La presenza femminile nelle produzioni italiane continua a crescere, ma resta una sfida superare le barriere consolidate. Il riconoscimento di delpero mostra quale parte importante può giocare una regista capace di raccontare con uno sguardo proprio, che parte da esperienze personali e collettive. Il premio indica la strada a nuove voci, che fino a poco tempo fa faticavano a emergere nel sistema delle grandi produzioni.
Un’edizione all’insegna dei temi sociali e delle nuove narrazioni del cinema italiano
La 70esima edizione dei david di donatello ha riservato sorprese sul piano dei temi affrontati nei film premiati. “Vermiglio” si inserisce in una serie di opere che esplorano storie con forti radici sociali, impegnate a portare in luce aspetti della realtà poco visibili. Il cinema italiano prosegue così un percorso che passa dal racconto privato alle questioni collettive, il tutto senza cercare scorciatoie narrative.
La serata ha visto emergere film che sfidano i luoghi comuni, intraprendendo racconti che danno a chi guarda strumenti per capire, attraverso storie e personaggi, momenti della storia e della società recente ma anche di riflessione. I premi consegnati a maura delpero e “Vermiglio” sono conferma di una direzione che ha scelto di non chiudere gli occhi di fronte a ciò che succede dentro la Storia, portandola dentro le case e tra la gente comune.