Le immagini di un matrimonio celebrato il 7 dicembre scorso all’interno dell’Archivio di Stato di Napoli hanno fatto rapidamente il giro dei social. Tra tavole imbandite, fiori, candele e una cornice storica senza pari, si sono accesi dibattiti e preoccupazioni che coinvolgono la tutela del patrimonio culturale. L’evento, avvenuto tra la Sala Catasti e la Sala Filangieri, ha suscitato l’irritazione di dipendenti e sindacati, interessati a garantire la conservazione dei documenti di grande valore storico presenti nella struttura.
L’eccezionalità della location
L’Archivio di Stato di Napoli è una delle istituzioni più rappresentative della storia e della cultura della città. Accoglie documenti risalenti al Regno di Napoli, preziosi testi e affreschi, tra cui opere di Belisario Corenzio. Il fatto che una location così importante venga utilizzata per eventi privati come matrimoni solleva interrogativi sui criteri di concessione degli spazi e sulla salvaguardia di testimonianze storiche.
La scelta dell’Archivio come luogo di celebrazione matrimoniale non è passata inosservata; ha infatti scatenato polemiche tra i lavoratori della struttura e i sindacati, compreso il supporto della CGIL FP, CISL FP, Confsal e Unsa UILPA. Queste organizzazioni hanno espresso preoccupazioni riguardo al rischio di danneggiare documenti storici e affreschi durante eventi che, seppur festivi, possono comportare rischi inattesi.
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Le preoccupazioni dei dipendenti
Il clima di preoccupazione tra i dipendenti non è solo una reazione emotiva ma deriva da considerazioni concrete sulla conservazione dei beni culturali. La delicatezza dei documenti storici, in particolare quelli provenienti dal Cinquecento, richiede una gestione attenta e scrupolosa. La presenza di persone fumanti, stufette per il riscaldamento e decorazioni possono influire, anche se indirettamente, sul mantenimento dell’integrità di tali opere.
È emerso che il Chiostro del Platano, altro luogo emblematico dell’archivio, è stato incluso nelle celebrazioni. Questo suscita interrogativi sulla capacità di bilanciare l’uso di spazi storici con necessità private. I timori dei lavoratori fanno eco alla rilevanza di preservare la storia per le generazioni future, riaccendendo il confronto sulle pratiche di gestione degli spazi di valore storico in città.
La reazione delle autorità
In risposta all’accaduto, il direttore generale degli Archivi del Ministero della Cultura, Antonio Tarasco, ha agito rapidamente. Ha inviato una lettera alla direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli, Candida Carrino, per richiedere chiarimenti sulla concessione degli spazi. Dichiarazioni in merito alla situazione hanno evidenziato come il 5 dicembre fosse già stata emessa una richiesta di informazioni riguardo ad altri due eventi, “Trame – Il rosso corre sul filo” e “Epatologia: fegato, crocevia della prevenzione”.
Il Ministero ha fatto sapere che qualora si verificassero responsabilità da parte dell’Archivio, verranno adottati i provvedimenti necessari. Le parole di Tarasco mettono in evidenza l’importanza di una gestione attenta degli spazi storici, sottolineando che gli eventi privati non devono compromettere il valore e la sicurezza dei beni culturali.
Gli sviluppi di questa vicenda resteranno sotto osservazione, proprio per l’impatto che potrebbe avere sul futuro della gestione di luoghi di grande valore storico a Napoli.