Massimo Zamboni, noto per i suoi ruoli nei CCCP e nei CSI, si sposta dal punk emiliano a un progetto audiovisivo dedicato a Enrico Berlinguer. Tra Rimini e Carloforte, la sua esibizione unisce musica e immagini per raccontare un pezzo di storia italiana attraverso “Arrivederci Berlinguer”, colonna sonora di un film che evoca il funerale del leader comunista. Lo spettacolo si inserisce in un festival che celebra la musica legata al cinema, sotto la direzione del regista Gianfranco Cabiddu.
Dalla punk emiliano a un ricordo attraverso suoni e immagini
Massimo Zamboni, fondatore e chitarrista dei CCCP e successivamente dei CSI, ha scelto un percorso artistico che supera i confini del semplice concerto. A Rimini, il 24 luglio 2025, ha presentato “Arrivederci Berlinguer” durante il festival Creuza de Ma. Qui, la musica si fonde con il cinema: la colonna sonora composta da Zamboni accompagna le immagini proiettate del film di Mellara e Rossi, che rende omaggio a “L’addio a Berlinguer”. Accanto a lui, Erik Montanari alla chitarra elettrica e Cristiano Roversi alle tastiere ricreano atmosfere intense e nostalgiche, riportando alla memoria un momento storico decisivo per l’Italia.
L’esibizione come ponte emotivo
L’esibizione non è solo un tributo musicale, ma un’immersione in una vicenda collettiva che ha segnato una generazione. Zamboni racconta come il funerale di Berlinguer abbia coinvolto dal vivo un milione e mezzo di persone a Roma, mentre milioni osservavano da casa. “Questa partecipazione massiva rifletteva un bisogno profondo di appartenenza e speranza”, elementi che si percepiscono ancora nel pubblico toccato dallo spettacolo. La musica e le immagini creano un ponte emotivo con quel passato, mostrando quanto sia cambiata l’Italia nei decenni successivi, nelle sue strutture sociali, nel sentimento comune.
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Dietro al progetto “Arrivederci Berlinguer” si nasconde una visione consapevole di Zamboni su quella fase storica. Ricorda l’evento con un misto di commozione e distanza critica, osservando anche come gli italiani abbiano soppiantato quel sentire collettivo con una realtà mutata e a tratti più dispersa. Le passioni e le istanze di allora, descritte nel film, rappresentano per lui un modello di impegno e cittadinanza attiva, qualcosa che il tempo non ha cancellato e che potrebbe essere ancora elemento di costruzione nel presente.
Un percorso artistico coerente
Il musicista parla di una continuità che attraversa il suo percorso artistico: proprio nel corso del festival ha alternato “Arrivederci Berlinguer” a momenti dedicati a Pasolini e alla sua esperienza con i CCCP. Non si tratta di salti improvvisi o incoerenze, ma di declinazioni diverse dello stesso sguardo sul mondo. Ogni spettacolo si collega agli altri per raccontare frammenti di storia italiana e del loro impatto sul quotidiano. Questo racconto critico e personale si accompagna a una certa diffidenza verso l’informazione televisiva attuale, motivo per cui lui e il suo ex compagno Giovanni Lindo Ferretti evitano i tg.
Uno sguardo al presente e al futuro delle nuove generazioni
Dall’esperienza vissuta sul palco, Zamboni osserva la risposta di un pubblico spesso variegato. Ci sono giovani che si avvicinano con interesse, partecipano emotivamente e riflettono sulle tematiche proposte. La loro presenza ai concerti dei CCCP e nei live dedicati a personaggi come Berlinguer rappresenta per lui una speranza concreta, un segnale che il passato può davvero parlare ancora alle nuove generazioni con forza. Questo interesse tende verso forme di espressione che stimolano il pensiero e la comprensione critica.
Giudizi sul panorama musicale attuale
Zamboni commenta anche il panorama musicale attuale, notando un divario significativo tra la sua visione e quella di molti esponenti della trap. Pur non essendo un ascoltatore del genere, reputa che manchi un dialogo con il mondo al di là di questioni personali e ribellioni superficiali. Trova difficile accettare stimoli al sessismo, al potere fine a sé stesso, o ad atteggiamenti che disprezza apertamente. Dall’altra parte, riconosce il valore di artisti storici come Nick Cave, Patti Smith e Einsturzende Neubauten, in grado di coinvolgere i giovani e offrire spunti di riflessione più profondi.
La musica, il cinema e il racconto visivo restano strumenti potenti per ricordare e per immaginare come quei momenti del passato possano ancora incidere sulla società d’oggi.