Massimo miani lascia la polizia stradale di Trieste dopo una carriera di 40 anni tra indagini e operazioni antimafia

Massimo miani lascia la polizia stradale di Trieste dopo una carriera di 40 anni tra indagini e operazioni antimafia

Massimo Miani conclude 40 anni nella polizia, con ruoli chiave a Trieste e nella Dia, partecipando a indagini antimafia nazionali e internazionali contro clan Badalamenti e Casalesi.
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Massimo Miani conclude dopo 40 anni una carriera nella polizia, con ruoli chiave nella squadra giudiziaria di Trieste e nella Dia, dedicandosi a importanti indagini antimafia e contro la criminalità organizzata nazionale e transnazionale. - Gaeta.it

Massimo miani ha concluso la sua esperienza nella polizia dopo quattro decenni di servizio, segnati da ruoli importanti nella squadra giudiziaria di Trieste e nella Dia, la direzione investigativa antimafia. In questo lungo percorso ha seguito indagini di rilievo, spesso a livello nazionale, con interventi che hanno toccato fenomeni criminali di vario tipo, dalla contraffazione alla criminalità organizzata.

La carriera iniziata nel 1986 e le tappe principali nella squadra giudiziaria di trieste

Massimo miani è entrato in polizia nel 1986, iniziando un cammino che si è intrecciato profondamente con la realtà di Trieste. Nel corso degli anni ha assunto il ruolo di responsabile della squadra giudiziaria della polizia stradale presso la sede cittadina, occupandosi di indagini che riguardavano sia reati locali sia quelli con ramificazioni fuori regione.

Durante la sua attività ha gestito casi complessi, inseriti nel contesto di una città al confine con la Slovenia, dove spesso si intrecciano fenomeni criminali transnazionali. La sua esperienza in questa realtà si è arricchita di numerosi interventi operativi e investigativi. Non si è fermato al territorio locale, spesso ha coordinato iniziative e indagini con valenza nazionale.

Il periodo alla polizia stradale ha visto anche momenti di rischio personale. Nel 2001, a Torino, durante un conflitto a fuoco legato a un’operazione, miani ha riportato una ferita da una pallottola di rimbalzo. L’episodio non ha fermato la sua determinazione nel portare avanti le inchieste, mantenendo sempre una presenza attiva sul campo.

Impegni alla direzione investigativa antimafia e principali operazioni sul territorio nazionale

Negli ultimi anni della sua carriera, massimo miani è stato impegnato nella Dia, la direzione investigativa antimafia, una struttura dedicata al contrasto delle organizzazioni criminali di stampo mafioso. Qui ha continuato a partecipare a operazioni di alto profilo, in cui è stato fondamentale nella scoperta e smantellamento di attività illecite legate alla criminalità organizzata.

Nel 2018 ha fatto parte di un’indagine che ha portato a scoprire una stamperia nascosta riconducibile al clan Badalamenti. In questa stamperia venivano prodotte carte di circolazione false, utilizzate per diverse operazioni fraudolente. L’azione ha avuto un impatto diretto sulla capacità del clan di circolare liberamente con documenti falsificati.

Il piano e le indagini internazionali contro il clan dei casalesi

Sempre nel campo antimafia, miani ha partecipato al cosiddetto “piano”, una operazione che ha interrotto una rete di estorsioni portate avanti dal clan dei casalesi. L’indagine non si è limitata al territorio nazionale: in Croazia sono stati arrestati alcuni esponenti di quella organizzazione, a dimostrazione della portata internazionale dell’attività criminale e della collaborazione tra forze di polizia di diversi paesi.

Miani ha ottenuto, nel corso del tempo, riconoscimenti ufficiali e vari encomi. Questi sono stati il riflesso non solo dei risultati investigativi ma anche dell’impegno dimostrato in prima persona durante le azioni operative più critiche.

Altre indagini di rilievo e la scoperta del traffico internazionale di auto di lusso

Tra le operazioni portate avanti da massimo miani va ricordata la scoperta di un traffico di automobili di lusso che coinvolgeva la zona di Trieste e quella della Slovenia. Questi veicoli venivano trasferiti da una parte all’altra del confine, passando di mano tra persone coinvolte in attività illecite.

Il traffico di auto di prestigio rappresenta un fenomeno complesso, in parte collegato ad altre forme di illegalità, come il riciclaggio di denaro e la contraffazione. L’indagine condotta ha permesso di interrompere alcune tratte di questo scambio illecito, riducendo l’impatto economico e criminale nella zona.

Un’esperienza in prima linea contro il crimine organizzato

Questi risultati si aggiungono a numerose altri interventi svolti nel corso della carriera di miani, che lo hanno portato a conoscere a fondo le dinamiche del crimine organizzato, soprattutto nella sua dimensione transfrontaliera.

La sua esperienza riflette un quadro criminale articolato e spesso mutevole, in cui il lavoro quotidiano di controllo e repressione assume un ruolo centrale per mantenere la sicurezza pubblica. Dopo quarant’anni di attività, la sua uscita dal servizio segna la fine di un capitolo importante nella lotta contro il crimine nella zona di trieste e negli ambiti in cui ha operato fino all’ultimo.

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