La storia di Nadia Toffa, nota giornalista delle Iene, continua a vivere attraverso le parole della madre Margherita. Dal 2019, anno della sua scomparsa per una grave malattia, l’eredità di Nadia ha trovato nuova vita nella Fondazione che porta il suo nome. Recentemente, Margherita ha raccontato la loro storia toccante durante una presentazione del suo libro all’Enoteca letteraria di Roma, mostrando come la passione di Nadia per il suo lavoro si traduca ora in una missione di aiuto concreto per i malati.
Il messaggio di forza di Nadia Toffa
Margherita Toffa ha condiviso come sua figlia Nadia l’abbia sempre incoraggiata a non arrendersi alla tristezza. “Mi diceva di non piangere, ma di agire”, ha spiegato, rivelando un lato forte e combattivo che ha contraddistinto la vita di Nadia anche nei momenti più difficili. Il primo impatto con la malattia non l’ha sopraffatta, pur essendo sconvolgente. Le sue parole risuonano come un inno alla vita, cariche di una forza che ha spinto Margherita a continuare il suo operato in onore della figlia. Nadia ha sempre ricercato il contatto con la gente, tanto durante i suoi reportage quanto con l’affetto che ha ricevuto da chi ha avuto la fortuna di conoscerla.
Durante i funerali, la partecipazione della comunità di Taranto, a cui Nadia aveva dedicato servizi toccanti sui danni alla salute causati dalla fabbrica Ilva, evidenziò il legame speciale che la giornalista aveva creato tra diverse realtà italiane. Il don Maurizio Patriciello ha celebrato la funzione, sottolineando l’amicizia nata dalla collaborazione con Nadia, un incontro in grado di unire cuori e storie diverse, un segno della sua capacità di guardare oltre e di stimolare riflessioni su temi delicati.
Leggi anche:
La Fondazione Nadia Toffa e il suo impegno
La Fondazione intitolata a Nadia ha un obiettivo chiaro: portare macchinari all’avanguardia negli ospedali, senza distribuire fondi diretti. “Voleva che gli ospedali ricevessero i macchinari, non i soldi”, ha detto Margherita, sottolineando come questo fosse un punto fermo per la figlia. Questo approccio diretto ha reso possibile l’acquisto e la donazione di strumentazioni mediche a molti reparti oncologici, e l’impatto di questa iniziativa è già visibile in varie città come Taranto, Brescia e Milano.
La scelta di dare direttamente supporto attraverso attrezzature mediche sottolinea come Nadia avesse a cuore un sistema sanitario più forte e accessibile. Oltre a garantire un supporto reale ai pazienti e ai loro familiari, questo modello di sostegno rifletteva la visione di Nadia: affrontare la vita con decisione e utilità. Anche il pianto, a suo avviso, era un mero spreco di tempo, e si può comprendere come, nonostante la diagnosi, avesse cercato di mantenere un approccio attivo e proattivo verso la malattia.
Un viaggio di testimonianza e amore
Margherita Toffa si è dedicata a portare la memoria della figlia in giro per l’Italia, raccontando la loro storia. “Gli incontri sull’eredità di Nadia sono carezze per l’anima”, afferma, esprimendo l’impatto positivo che il ricordo di sua figlia ha avuto sugli altri. Ogni presentazione risuona di affetto e commozione, unendo persone che condividono la loro esperienza, le loro emozioni e il desiderio di essere parte attiva di un cambiamento.
Accompagnata da Totò, la bassottina di Nadia, Margherita intraprende questo viaggio con regolarità. Ogni tappa rappresenta un’opportunità per rinnovare il ricordo di Nadia e continuare la sua missione. Mauro Valentini, coautore del libro “Non perder tempo a piangere”, ha descritto come l’idea di scrivere sia emersa durante gli incontri con Margherita, rendendo il messaggio di Nadia ancora più accessibile e significativo. La scrittura del libro è stata la naturale evoluzione di un desiderio di raccontare e ricordare, una storia che non smette mai di colpire e ispirare chi la ascolta.