L’università suor orsola benincasa di napoli dà il via a un progetto che unisce tecnologia e beni culturali. Attraverso il nuovo HighESt Lab Napoli, il polo partenopeo punta sull’intelligenza artificiale per migliorare il restauro, la conservazione, e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico. Questa iniziativa nasce da un accordo con l’università di Torino e apre nuove prospettive per le Digital Humanities nel contesto culturale campano.
Il ruolo pionieristico dell’università suor orsola benincasa nella formazione sui beni culturali
Fondata nel 1991, l’università suor orsola benincasa si è distinta per essere la prima in Italia a offrire un corso di studi dedicato esclusivamente ai beni culturali. Da allora ha consolidato la propria esperienza nel campo della tutela e valorizzazione del patrimonio, ponendo sempre attenzione alle novità tecnologiche e scientifiche. L’istituzione partenopea si posiziona oggi come punto di riferimento nazionale nella formazione di esperti in grado di affrontare le sfide della conservazione culturale, tenendo conto delle esigenze di una società in rapido cambiamento.
Un nuovo laboratorio per le digital humanities
Il nuovo HighESt Lab Napoli rafforza questo percorso. Il laboratorio nasce per esplorare le potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale applicata alle Digital Humanities, un campo che combina l’informatica con lo studio delle scienze umane. Grazie a questo avamposto di ricerca, l’università si propone di creare un collegamento tra competenze tecniche e conoscenze storico-artistiche, favorendo un approccio multidisciplinare che coinvolge studiosi, tecnici e operatori culturali.
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Highest lab napoli: ricerca e innovazione per scoprire e proteggere le opere d’arte
Tra le principali attività del laboratorio si colloca la ricerca di nuove soluzioni basate sull’intelligenza artificiale per agevolare l’analisi e l’indagine delle opere d’arte. L’obiettivo è sviluppare protocolli che consentano di scoprire relazioni nascoste tra testi, reperti e manufatti, riducendo notevolmente i tempi necessari per certi studi. Questo significa poter esaminare grandi moli di dati e individuare connessioni che fino a oggi richiedevano anni di lavoro manuale.
Tecnologia al servizio del restauro
In parallelo, il laboratorio si concentra sul supporto al restauro e alla conservazione delle opere culturali. Attraverso sistemi AI si possono individuare con precisione deterioramenti, crepe o altre forme di danneggiamento. Questi strumenti offrono indicazioni mirate su come intervenire in modo meno invasivo possibile, suggerendo soluzioni personalizzate sulla base della situazione specifica di ogni pezzo storico. La tecnologia diventa quindi un aiuto fondamentale per preservare il patrimonio senza alterarne l’integrità.
Il coordinatore scientifico Gianluca Genovese sottolinea l’importanza di un “nuovo umanista”. Questa figura combina un pensiero critico alla conoscenza tecnologica, con lo scopo di progettare un futuro in cui tecnologia e società collaborano per rendere il patrimonio culturale accessibile alle nuove generazioni.
Nuove modalità di fruizione e valorizzazione con tour virtuali e realtà aumentata
Un aspetto centrale del lavoro di HighESt Lab Napoli riguarda la creazione di nuovi modi per vivere e comunicare il patrimonio culturale. La tecnologia, e in particolare l’intelligenza artificiale, consentono di progettare esperienze immersive che superano le tradizionali visite fisiche a musei, mostre o siti storici. Si punta a realizzare tour virtuali potenziati da realtà aumentata, offrendo un’interazione più ricca e coinvolgente anche ai visitatori che non possono muoversi agevolmente.
Queste esperienze digitali mirano a migliorare l’inclusività, abbattendo barriere fisiche e cognitive. Ogni percorso potrà essere personalizzato in base agli interessi specifici di chi visita, offrendo contenuti adatti e approfondimenti utili per rendere la visita più significativa. L’intelligenza artificiale, in questo senso, permette di costruire itinerari culturali su misura, modificandoli in tempo reale in base alle scelte e alle preferenze dell’utente.
La rete dei laboratori AI tra napoli, torino e l’impegno futuro
HighESt Lab Napoli fa parte di un disegno più ampio che coinvolge altre realtà accademiche italiane. Il primo laboratorio di questo tipo è stato inaugurato a Torino nel dicembre scorso, presso il dipartimento di economia e statistica Cognetti De Martiis, con la direzione scientifica di Paola Pisano, ex ministro per l’Innovazione tecnologica e digitalizzazione.
La creazione di una rete di laboratori AI dedicati alle Digital Humanities vuole rafforzare il legame tra università e imprese. Questa struttura facilita la collaborazione e lo scambio di competenze tra diverse città italiane. Napoli rappresenta così la seconda tappa di un progetto in crescita, che prevede futuri sviluppi e ampliamenti. Pisano ha evidenziato come la presenza di centri accademici di qualità sia essenziale per l’avanzamento di queste tecnologie applicate ai beni culturali.
Grazie a questa cooperazione, ci si attende una crescita significativa nella capacità di studiare, conservare e mettere a disposizione il patrimonio artistico, rendendo le scoperte e la cultura più accessibili a un pubblico sempre più vasto.