Dal 2025 il test d’ingresso a medicina come lo conoscevamo sparisce, lasciando spazio a un semestre universitario aperto a tutti. Solo chi supererà tre esami potrà andare avanti nel percorso di studi. Questo cambiamento non riduce la competizione, anzi, la rende più lunga e complessa. Le realtà storiche della preparazione universitaria mettono in guardia studenti e famiglie: la selezione non è finita, si è solo trasformata, ampliandosi in tempi e modalità.
Dal test unico al semestre filtro: come cambia l’accesso a medicina
Il modello tradizionale del test d’ingresso unico a medicina è stato eliminato. Il nuovo sistema prevede un semestre iniziale accessibile liberamente a tutti gli iscritti, ma già a fine novembre o dicembre gli studenti devono sostenere tre esami universitari per poter accedere al secondo semestre. Le materie da affrontare sono biologia, chimica e fisica. Chi non supera queste prove viene escluso. Il numero di posti disponibili per il prosieguo rimane invariato rispetto agli anni precedenti, facendo sì che la selezione, pur diversa, continui a essere rigorosa.
Un ingresso solo apparentemente più aperto
L’idea di un ingresso più aperto, liberato dal tradizionale test, è quindi solo apparente. La selezione viene spostata più avanti nel tempo e normativa su base semestrale. Questo nodo fondamentale rende il nuovo sistema più faticoso da affrontare. Il semestre filtro obbliga gli studenti a prepararsi su più materie universitarie in tempi ristretti, concentrando l’impegno in pochi mesi. La pressione aumenta, specie osservando che gli aspiranti dovranno ottenere risultati di livello accademico, non più di un semplice test a risposta multipla.
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Come reagiscono i centri di preparazione storici: un cambiamento che non cancella la selezione
Le principali realtà di formazione per aspiranti medici hanno accolto la riforma senza sorpresa. Leonardo Vaghaye, ceo di MedCampus, spiega che i suoi corsi già si preparavano ad affrontare esami di biologia, chimica, fisica, e che la novità non modifica complessivamente la preparazione necessaria. Vaghaye sottolinea che parlare di abolizione del numero chiuso è impreciso: il numero limitato di studenti resta, solo spostato nel calendario e mascherato. Chi non si prepara a fondo continuerà a restare fuori.
Anche Alessandro Magno, ceo di Alpha Test, conferma che la selezione si fa più impegnativa, con un tempo ridotto a un paio di mesi per sostenere tre esami universitari. Alpha Test ha adeguato l’offerta formativa con corsi intensivi e manuali nuovi pensati proprio per affrontare il semestre filtro. L’azienda ha promosso borse di studio per supportare studenti meritevoli in difficoltà economica, cercando di favorire un accesso meno diseguale. Restano quindi in crescita i bisogni di una preparazione universitaria più spinta, nonostante il cambio di sistema.
Un semestre impegnativo e più complesso
La selezione si sposta ma non si attenua, evidenziano i centri di preparazione, sottolineando la necessità crescente di impegno e studio mirato fin dai primi mesi di corso.
I dubbi e i rischi secondo gli esperti: un semestre che può diventare un imbuto difficile da gestire
Più scettico sulle novità è Gianluca di Muro, fondatore di UniD Formazione. Secondo lui, il cosiddetto semestre aperto è una sorta di illusione. La selezione continua a colpire, ma ora gli esami da superare sono più complessi e compressi in tempi ristretti. Chi non supera può tentare fino a tre volte, creando un flusso costante di ricandidati insieme alle matricole nuove. Questo «imbuto» rischia di diventare più difficile da gestire per le università.
Il nuovo sistema provoca disorientamento tra i giovani e le famiglie, che ora devono correre una sorta di maratona accademica anticipata. UniD ha sviluppato corsi per supportare la gestione dell’ansia, tecniche di studio e memorizzazione, per aiutare gli studenti a non arrivare impreparati. La riforma ha anche messo in luce la mancanza di preparazione universitaria nelle strutture: alcune lezioni verranno erogate online o con programmi compressi, ma è difficile colmare le lacune in pochi mesi. Per questo molte scuole di preparazione esterne giocano un ruolo innegabile fornendo piani chiari e guida.
Le conseguenze sul mercato medico: più medici formati ma pochi specialisti disponibili
Un altro tema rilevante sottolineato dagli operatori è il nodo della formazione post-laurea. Anche se si allargasse l’accesso ai corsi di medicina, gli specialisti effettivi dipendono dal numero di borse di specializzazione disponibili dopo la laurea. Attualmente, i posti per fare specializzazione sono limitati rispetto al numero di medici che si laureano. Questo crea un collo di bottiglia che nessuna apertura del triennio o magistrale potrà risolvere da solo.
Leonardo Vaghaye osserva che si formano più medici di quelli che il sistema sanitario può assorbire, mantenendo una falsa speranza che l’ingresso a medicina apra le porte senza problemi. Gianluca di Muro aggiunge che la crisi vera è nella filiera specialistica, non all’ingresso all’università. Senza investimenti sostanziali nelle scuole di specializzazione, aumentare o modificare l’accesso a medicina fa poca differenza.
La formazione specialistica come vero collo di bottiglia
Il numero limitato di posti per la specializzazione mette in discussione l’efficacia del cambio nel sistema di accesso all’università.
Un ruolo confermato e rafforzato per le scuole di preparazione universitaria
Nonostante la riforma abolisse il test unico, tutti gli operatori di preparazione sono convinti che il loro ruolo resterà centrale. La maggiore difficoltà e complessità del semestre filtro, infatti, richiede supporto serio, anticipato e personalizzato per gli studenti. Secondo Vaghaye, la domanda di chi cerca di evitare tentativi a vuoto è forte. L’obiettivo non è soltanto far superare gli esami ma evitare che i ragazzi perdano tempo e fiducia.
Gianluca di Muro ammette che il test unico era rigido, ma almeno chiaro e in linea con molti Paesi europei. Questo nuovo modello rischia invece di creare confusione tra gli studenti e le famiglie, aumentando il rischio di ricorsi o abbandoni. Gli aspiranti medici devono quindi prepararsi a un percorso più lungo, con prove più complesse in meno tempo. Per affrontare la strada verso medicina serve oggi più che mai un metodo dettagliato e un aiuto esperto, capace di guidare passo passo ogni studente.