Nel corso dell’evento Nazione sicura 2025, tenutosi a Roma a Palazzo Ferrajoli, Lorenzo Guerini, presidente del Copasir, ha affrontato temi cruciali riguardo alla sicurezza nazionale. Ha messo in luce l’urgenza di costruire un quadro condiviso che metta assieme istituzioni, imprese e cittadini. Secondo Guerini, la sicurezza oggi si estende ben oltre l’ambito militare e richiede una visione ampia e coordinata per rispondere alle sfide del mondo contemporaneo.
La complessità dello scenario attuale e l’allargamento del concetto di sicurezza
Guerini ha evidenziato come il concetto di sicurezza abbia subito una trasformazione. Non riguarda più solo la difesa dagli attacchi militari, ma interessa ambiti come tecnologia, economia e società in generale. Ha ricordato che la crisi dell’ordine internazionale classico ha portato a una situazione di incertezza e competizione a più livelli, costringendo a ripensare le strategie nazionali. In effetti, le minacce non sono solo esterne o militari, ma si intrecciano con il rischio cibernetico, la sicurezza economica e la stabilità sociale.
Una nuova cultura della sicurezza diffusa
Questa visione estesa richiede uno sforzo condiviso tra soggetti diversi, istituzioni che hanno competenze specifiche, aziende che operano in settori strategici e cittadini che sono sia vulnerabili, sia protagonisti attivi della tutela della sicurezza. Secondo Guerini, costruire una cultura della sicurezza diffusa nella società rappresenta un passaggio fondamentale per rafforzare la resilienza nazionale. A quel punto, la collaborazione tra pubblico e privato diventa imprescindibile.
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L’assenza di una strategia nazionale ufficiale e la proposta di legge
Uno degli aspetti più critici menzionati da Guerini riguarda il fatto che l’Italia, tra i Paesi del G7, non abbia ancora adottato una strategia nazionale di sicurezza formalizzata. Questa lacuna, ha spiegato, rende più difficile affrontare in modo coordinato tutte le problematiche legate alla sicurezza integrata. Per superare questa situazione ha presentato un disegno di legge con l’obiettivo di avviare un confronto più ampio e trasversale.
Verso una strategia unitaria e riconoscibile
La proposta punta a creare una strategia unitaria e riconoscibile, che coinvolga settori diversi e definisca ruoli chiari. La normativa vuole stimolare la definizione di politiche che abbraccino la sicurezza da un punto di vista globale, con attenzione agli aspetti militari, tecnologici, economici e sociali. In questo senso, la legge rappresenta una base su cui costruire un modello nazionale moderno e capace di rispondere alle trasformazioni in corso. Il disegno di legge è uno strumento per mettere ordine in un sistema che, allo stato attuale, è frammentato e poco organico.
La centralità della sicurezza cibernetica e la cooperazione pubblico-privato
Guerini ha chiamato l’attenzione sull’importanza crescente della sicurezza cibernetica. Questa dimensione, ha ricordato, è ormai parte integrante della sicurezza nazionale e coinvolge direttamente sia la difesa dei dati che la protezione delle infrastrutture critiche. Ha sottolineato come la competizione globale si svolga sempre più anche su questo terreno, diventando strategica per la protezione delle economie e delle istituzioni.
Rafforzare le relazioni tra pubblico e privato
Ha indicato inoltre il bisogno di rafforzare le relazioni tra pubblico e privato. Le aziende, soprattutto quelle tecnologiche o operanti in settori sensibili, detengono informazioni e risorse fondamentali per la difesa nazionale. Parallelamente, le istituzioni devono fornire regole chiare e coordinare gli interventi. Guerini ha insistito su questo equilibrio, necessario per realizzare una risposta efficace alle nuove minacce. Solo con una visione condivisa e con una strategia organica sarà possibile mettere in campo azioni efficaci, trasparenti e riconoscibili da tutti gli attori coinvolti.