l’opera written on skin di george benjamin arriva a roma con santa cecilia all’auditorium parco della musica

l’opera written on skin di george benjamin arriva a roma con santa cecilia all’auditorium parco della musica

L’opera contemporary written on skin di george benjamin debutta a roma con l’accademia nazionale di santa cecilia, raccontando passioni e tradimenti ispirati al decameron di boccaccio in una produzione internazionale diretta da lawrence renes.
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L’opera contemporanea *Written on Skin* di George Benjamin, ispirata al *Decameron* di Boccaccio, debutta per la prima volta a Roma con una produzione semiscenica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, unendo temi di passione, tradimento e violenza in un intenso racconto musicale. - Gaeta.it

L’opera contemporary written on skin, composta da george benjamin nel 2012, arriva per la prima volta a roma alla sala grande dell’auditorium parco della musica ennio morricone. Il 22 maggio alle 19:30 l’accademia nazionale di santa cecilia presenta lo spettacolo in forma semiscenica, con repliche il 23 e il 24 maggio. Il lavoro mescola un racconto di passioni e tradimenti con riferimenti al decameron di boccaccio, accompagnato da una regia che cerca di trattenere l’intensità drammatica dei testi. Sul podio il direttore olandese-maltese lawrence renes, mentre il cast vede protagonisti artisti britannici e italiani. Questa produzione segna uno snodo nella diffusione di un’opera che nel resto del mondo ha già conquistato il pubblico.

Un’opera contemporanea con radici letterarie e temi universali

written on skin parte da una struttura narrativa semplice e antica: il triangolo adulterino formato da “lei, lui e l’altro”. george benjamin e martin crimp, autore del libretto, intrecciano questa vicenda con la tradizione del decameron di boccaccio, usando allegorie e personaggi simbolici come tre angeli che seguono e commentano le vicende. La storia centrale è quella di un ricco proprietario terriero, chiamato il protettore, che chiede a un giovane artista, boy, di creare un libro miniato per esaltare la sua famiglia. Non a caso, il manoscritto diventa uno strumento di ribellione: agnès, moglie del protettore, s’innamora di boy e gli spinge a ritrarre sul libro il loro amore proibito. Il confronto tra arte e potere attraversa tutta l’opera, insieme al tema della violenza e della vendetta.

la prima esecuzione italiana: un evento atteso all’auditorium parco della musica

written on skin ha debuttato nel 2012 al festival di aix-en-provence e da allora ha superato le cento rappresentazioni nei maggiori spazi musicali internazionali. Secondo the guardian, è il secondo miglior lavoro musicale contemporaneo degli ultimi anni. In italia però non è ancora molto noto e la produzione di santa cecilia segna una tappa fondamentale per la sua diffusione. La forma semiscenica scelta per roma cerca di valorizzare l’intensità vocale e orchestrale, mantenendo un equilibrio tra dramma e minimalismo visivo. La direzione di lawrence renes, al debutto con la fondazione romana, contribuisce a calare lo spettatore nell’atmosfera tesa e densa dell’opera, con passaggi sonori che accompagnano la narrazione senza appesantire.

Il cast e la regia: un mix internazionale per un’opera dal respiro globale

La produzione coinvolge artisti di diverse nazionalità. Sul palco si alternano i timbri della britannica liv redpath, del britannico mark stone, della danese judith thielsen e degli italiani raffaele pe e leonardo cortellazzi. Ognuno contribuisce a dare vita a un racconto fatto di emozioni forti, tradimenti e segreti. La regia di ben davis usa scelte essenziali e tagli netti, per non distrarre dall’intensità dei personaggi e per mantenere un filo diretto con il pubblico. La scena si presta a evidenziare la presenza inquietante ma affascinante dei tre angeli, figure che commentano le azioni ma restano stranamente distaccate, quasi testimoni estranee a un dramma senza tempo.

una storia di passione e violenza riflessa nell’opera di george benjamin

La trama ruota attorno a un intreccio oscuro: agnès, moglie del protettore, rompe le regole imposte dal marito e dal suo ruolo sociale, scappando con boy in un amore proibito. La narrazione passa attraverso il libro miniato, documento materiale e simbolo della trasgressione. La scoperta delle miniature scatena una furia violenta nel protettore che uccide boy e impone ad agnès di mangiarne il cuore. Questo gesto shock parla di potere assoluto e possessione. L’estremo atto di agnès, che si getta dal balcone, conclude la vicenda con un gesto di ribellione estrema e tragica. Gli angeli osservano, con freddezza e mistero, rendendo il racconto una riflessione sulla natura umana, sul desiderio e sulla crudeltà.

Questa tappa romana di written on skin apre nuove possibilità per la ricezione di un’opera che ha già conquistato platee in europa e asia. Porta all’attenzione del pubblico italiano un titolo raro che unisce letteratura antica e musica contemporanea, sospeso tra tradizione e modernità.

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