L'italia tra i principali esportatori mondiali di formaggi e latticini nel 2025

L’italia tra i principali esportatori mondiali di formaggi e latticini nel 2025

Il settore formaggi e latticini italiani nel 2025 cresce nelle esportazioni, soprattutto verso Stati Uniti e Regno Unito, mentre la produzione di latte cala leggermente ma i prezzi sostengono allevatori e consumi interni.
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Il settore italiano dei formaggi e latticini nel 2025 conferma la sua forza nelle esportazioni, con crescita dei valori e dei volumi, mentre la produzione nazionale mostra segnali di difficoltà. I consumi interni restano vivaci, ma l’industria di trasformazione è prudente a causa delle incertezze di mercato. - Gaeta.it

Il settore dei formaggi e latticini italiani conferma il suo peso nel mercato globale nel 2025, mantenendo una posizione di rilievo nelle esportazioni internazionali. Nel primo trimestre di quest’anno si registra una crescita significativa sia nei valori economici che nei volumi venduti. Allo stesso tempo, i consumi interni mostrano segnali di vivacità, mentre la produzione manifesta qualche difficoltà. Un quadro aggiornato emerge dall’ultimo rapporto di Ismea, che fotografa i movimenti del mercato italiano in questo settore fondamentale per l’agroalimentare.

Crescita e posizione delle esportazioni italiane nel mondo

Nel 2024 l’Italia si attesta al secondo posto fra i grandi esportatori di formaggi e latticini a livello mondiale. La Germania si colloca davanti, mentre Paesi Bassi e Francia seguono rispettivamente in terza e quarta posizione. Le vendite estere italiane del comparto hanno raggiunto un valore record superiore ai 5,4 miliardi di euro. Questo risultato è accompagnato dalla spedizione di circa 658mila tonnellate di prodotto, a conferma della dimensione significativa delle esportazioni.

Focus sui principali mercati di destinazione

La domanda internazionale si rivela particolarmente dinamica verso il mercato statunitense e quello del Regno Unito, cui sono rivolte molte delle spedizioni italiane. Questi due paesi si confermano partner commerciali essenziali per la filiera lattiero-casearia italiana, mostrando un interesse costante per prodotti come il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. Nel primo trimestre del 2025, le esportazioni continuano a crescere sia in valore, con un aumento del 13,8%, sia in volume, salito del 3,4%. Questi dati indicano una maggiore appetibilità dei formaggi italiani sui mercati esteri, con un consolidamento delle posizioni raggiunte negli anni recenti.

L’andamento positivo delle vendite oltreoceano e in Europa sostiene il settore nonostante alcune incertezze derivanti dal contesto geopolitico globale, che ha impatto su rotte commerciali e costi di trasporto. La capacità di mantenere la domanda estera, in un momento di tensioni internazionali, rimane un elemento chiave per la tenuta del comparto.

Segnale contrastanti nella produzione italiana di latte

Dopo una crescita modesta nel 2024, pari all’1,9%, la produzione nazionale di latte registra un calo dell’1% durante i primi quattro mesi del 2025. Questo decremento riflette condizioni che hanno rallentato la raccolta nazionale, come fattori climatici, costi delle materie prime e dinamiche di allevamento. La flessione della produzione non incide però in modo marcato sull’intero sistema, visto che si accompagna a un aumento consistente dei prezzi al produttore.

Nei primi cinque mesi dell’anno i prezzi del latte alla stalla sono cresciuti in media del 16%, anche grazie all’ottima performance dei formaggi Dop più richiesti. In particolare, il Grana Padano ha raggiunto gli 11 euro al chilogrammo, mentre il Parmigiano Reggiano ha toccato 13,3 euro/kg a giugno, valori superiori rispettivamente del 14% e del 21% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questi incrementi hanno sostenuto gli allevatori e contribuito a mantenere viva l’attività produttiva.

Incertezza e cautela nel settore della trasformazione

Lasciano però qualche preoccupazione i dati sulla produzione, che potrebbe risentire delle tensioni sui costi e dell’incertezza del mercato. Non a caso l’industria di trasformazione manifesta cautela, evidenziando un lieve calo degli ordini e timori legati a possibili variazioni nella domanda estera. La situazione rivela un quadro non lineare, con fattori opposti in gioco: da un lato prezzi in salita e ricavi più alti, dall’altro una produzione che fatica a salire.

Andamento dei consumi interni di latticini

Nel mercato domestico la spesa delle famiglie italiane per i prodotti lattiero-caseari è cresciuta nel periodo gennaio-aprile 2025 del 7,7% in valore. L’aumento dei volumi è stato più contenuto, allo 0,8%, segnalando che l’incremento del fatturato dipende anche dai prezzi più elevati. La dinamica delle vendite si differenzia nettamente tra diverse tipologie di prodotti.

I formaggi registrano una crescita robusta del 4,1% nei consumi in volume, mentre lo yogurt incrementa le vendite del 5,4%. Invece il latte alimentare continua a perdere terreno, rispecchiando tendenze di consumo orientate verso prodotti più lavorati o specifici gusti. Questo risultato si inserisce in un quadro in cui la domanda interna segue i cambiamenti negli stili di vita e nelle abitudini alimentari.

Bisogni e preferenze del consumatore italiano

Il dinamismo sui formaggi Dop, unito alla crescita di yogurt e latticini freschi, lascia intuire che il consumatore italiano cerca varietà e qualità nel comparto. Questa tendenza è positiva per le vendite interne, ma rende anche più complessa la gestione produttiva e distributiva. Le imprese italiane del settore devono bilanciare la produzione tra diversi prodotti per rispondere a queste richieste.

Aspettative e situazione attuale del comparto lattiero-caseario

Tra gli allevatori si registra un clima di maggiore fiducia supportato dall’andamento dei prezzi al latte. Il rialzo delle quotazioni ha portato stabilità economica alle aziende agricole, incoraggiando l’attività nonostante le difficoltà sulla produzione. I costi di gestione restano comunque un fattore di attenzione, ma la remunerazione più elevata del latte dà segnali incoraggianti.

Nel settore dell’industria di trasformazione prevale invece prudenza. Le aziende segnalano una leggera diminuzione degli ordini e manifestano preoccupazioni soprattutto in merito alla tenuta della domanda oltre confine. Lo scenario geopolitico continua a pesare sull’export e sui costi logistici. Questa incertezza spinge molte imprese a ridurre gli investimenti e controllare la produzione, evitando rischi eccessivi.

Confronto tra i diversi attori del settore

Il confronto tra la fiducia degli allevatori e la cautela dell’industria riflette una fase delicata. Il passaggio verso un equilibrio sostenibile appare complesso, ma essenziale per mantenere l’Italia un attore primario nel mercato lattiero-caseario globale. I prossimi mesi saranno decisivi per capire se la ripresa delle esportazioni riuscirà a compensare gli ostacoli emersi sul fronte produttivo e commerciale.

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