L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma ha innalzato i livelli di preparazione in seguito all’allerta lanciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità riguardo l’epidemia di virus Marburg in Ruanda, annunciata il 27 settembre. In risposta a questa emergenza sanitaria, l’INMI ha implementato misure specifiche per garantire la prontezza operativa e la protezione del personale medico e dei pazienti. Il centro è attualmente l’unica struttura italiana autorizzata ad accogliere potenziali casi di questa malattia altamente contagiosa.
Programmi formativi per alto isolamento
Nel mese di ottobre, l’INMI prevede dieci sessioni di formazione per il personale sanitario, concentrandosi principalmente su infermieri e medici coinvolti nella task force dedicata all’alto isolamento. Questi programmi di addestramento includono approfondimenti sulle procedure di decontaminazione e sanificazione, formazione specifica per la vestizione e svestizione corrette, e gestione rigida dei percorsi di ingresso e uscita dalla zona critica, detta ‘zona rossa’, dove avviene l’assistenza ai pazienti.
Durante queste sessioni, i partecipanti apprenderanno le tecniche necessarie per limitare la contaminazione e garantire una gestione sicura dei pazienti, che potrebbero essere affetti da malattie ad alta letalità , come il virus Marburg. Questo addestramento, considerato essenziale per la sicurezza del personale e dell’intera struttura, è svolto in modo intensivo per assicurare che tutte le procedure siano comprese e seguite correttamente.
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Aggiornamento dispositivi di protezione individuale
In aggiunta alla formazione, l’INMI sta aggiornando la disponibilità dei dispositivi di protezione individuale , necessari per il contesto di alto isolamento. Nicola De Marco, referente della UOSD Professioni Infermieristiche, ha evidenziato l’importanza di investire in nuove tute protettive, grembiuli e guanti. Questi DPI sono fondamentali nel creare una barriera fisica tra il personale sanitario e gli agenti patogeni.
De Marco ha sottolineato che, sebbene l’uso dei DPI sia cruciale, non è sufficiente da solo per ridurre il rischio di trasmissione di malattie altamente contagiose. La formazione continua su vestizione e svestizione è necessaria per garantire che le pratiche di biocontenimento siano rispettate rigorosamente. Inoltre, sono in fase di allestimento stanze di degenza all’interno del reparto di alto isolamento, pronte ad accogliere sia pazienti sospetti che confermati in tempo rapido.
La gestione dei pazienti e il protocollo di sicurezza
Il reparto di alto isolamento dell’INMI, diretto da Emanuele Nicastri, è specializzato nella gestione di pazienti affetti da patogeni del gruppo 4 o patogeni sconosciuti ad alta letalità . Questo lungo processo di preparazione avviene in conformità con i protocolli stabiliti dal Ministero della Salute per garantire la massima sicurezza sia per i pazienti sia per gli operatori sanitari.
All’interno della preparazione, è stata coinvolta anche l’ARES 118 per formare il personale infermieristico riguardo all’uso corretto dei DPI, in caso di trasporto di un potenziale caso positivo in ambulanza. Tale coordinamento è fondamentale per garantire che vi sia uniformità nelle procedure di sicurezza, minimizzando il rischio di contaminazione per tutti gli operatori coinvolti.
La strategia dell’INMI Lazzaro Spallanzani evidenzia l’importanza della preparazione e della prontezza operativa in risposta a minacce sanitarie globali come il virus Marburg, mostrando un impegno costante per la salute pubblica e la sicurezza.