Il recente scandalo scoppiato a Milano ha riportato alla luce problemi profondi nel mondo dell’urbanistica italiana, segnando un allarme sul rischio corruzione che riguarda anche questo ambito. La questione tocca aspetti delicati come la gestione degli alloggi popolari e la trasparenza delle procedure edilizie, temi che sono tornati al centro del dibattito pubblico grazie alle parole di Daniele Ricciardi, presidente di Assorup.
L’incidenza della corruzione nell’urbanistica e le richieste di assorup
L’inchiesta milanese dimostra che la corruzione non è un problema limitato ai settori più noti, ma coinvolge anche l’urbanistica, tradizionalmente poco sotto i riflettori mediatici. Ricciardi sottolinea la necessità di intervenire su diversi fronti, a partire dalla digitalizzazione completa delle procedure, per migliorare la trasparenza e impedire manovre opache.
Formazione e normativa
Tra i punti caldi, Ricciardi evidenzia la formazione del personale addetto a questi processi. Operatori spesso troppo legati a pratiche consolidate rischiano di alimentare zone grigie. A questo si aggiunge la richiesta di una legge delega più chiara e restrittiva. L’attuale normativa infatti consente interpretazioni che lasciano spazio a comportamenti illeciti o andamenti ondivaghi, specie nell’edilizia pubblica. Il riferimento è alla proposta dello stesso ministro Salvini, che dovrebbe mettere al centro il diritto alla casa come bene primario, garantendo accesso all’edilizia residenziale pubblica senza speculazioni o frodi.
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Dati sul patrimonio abitativo pubblico e le criticità sociali in italia
Secondo Ricciardi, in Italia ci sono circa 836 mila alloggi di edilizia popolare, una cifra che rappresenta una risorsa strategica per famiglie in difficoltà economica. Il quadro territoriale mostra un’articolazione netta: il 45,2% degli immobili si trova al Nord, il 34,4% nel Sud e il 20,3% nel Centro. Non è casuale che la situazione sociale legata alla casa provochi problemi diffusi. Più di 2,2 milioni di famiglie vivono in condizioni di precarietà energetica, spesso dovuta a immobili vecchi, poco isolati o messi male dal punto di vista dell’efficienza.
Periferie e disuguaglianze sociali
Il patrimonio pubblico, come viene rimarcato, si trova spesso in periferie o zone marginali, cosa che accentua le disuguaglianze sociali. Questi immobili, invece di facilitare la coesione, rischiano di penalizzare chi già è fragile. Le condizioni di degrado e inefficienza rendono urgente una riforma che non solo protegga i diritti degli occupanti, ma metta un freno alle pratiche illecite lungo la filiera edilizia.
La necessità di combattere la corruzione tra operatori del settore edilizio
Ricciardi chiama a una presa di posizione forte contro chi sfrutta il sistema edilizio per interessi personali e poco trasparenti: le cosiddette “mele marce”. Questi operatori agiscono sia in piccoli interventi che in grandi progetti, nascondendosi dietro procedure complesse o sfuggenti.
La lotta alla corruzione nel settore edilizio passa per il miglioramento degli strumenti di controllo e per una revisione normativa che limiti al minimo i margini di discrezionalità. Solo così si potranno evitare abusi che danneggiano l’intero comparto abitativo pubblico e privato. La trasparenza non è più un’opzione ma una necessità impellente, per tutelare famiglie, istituzioni e la stessa qualità della vita nelle città italiane.