Lettura in Italia nel 2024: Quotidiana e qualitativa in calo, spaccature tra Nord e Sud

Lettura in Italia nel 2024: Quotidiana e qualitativa in calo, spaccature tra Nord e Sud

Nel 2024, la lettura in Italia mostra un preoccupante calo di lettori e tempo dedicato alla lettura, con significative disparità geografiche e una qualità sempre più frammentata.
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Lettura in Italia nel 2024: Quotidiana e qualitativa in calo, spaccature tra Nord e Sud - Gaeta.it

Il panorama della lettura in Italia nel 2024 presenta una realtà che desta preoccupazione: il numero dei lettori è in diminuzione e la qualità della lettura, secondo l’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori, è sempre più frammentata. I dati emersi da una recente analisi condotta su un campione rappresentativo, presentati alla fiera “Più libri più liberi“, evidenziano una spaccatura tra le diverse aree del Paese, con un netto divario tra Nord e Sud.

Un calo significativo nel tempo di lettura

L’analisi ha rivelato un ulteriore calo del tempo medio settimanale dedicato alla lettura, che si attesta a 2 ore e 47 minuti, un abbassamento rispetto alle 3 ore e 16 minuti del 2023 e alle 3 ore e 32 minuti nel 2022. Questi dati sono allarmanti per una nazione in cui la lettura dovrebbe rappresentare un pilastro fondamentale della cultura e dell’istruzione. È evidente che il 30% degli italiani legge in maniera sporadica, dedicandosi a questa attività solo qualche volta al mese o addirittura all’anno. Questo fenomeno è segnalato da esperti del settore e conferma una tendenza preoccupante.

La situazione è stata analizzata in un incontro intitolato “La lettura debole. Pochi lettori o letture troppo brevi?”, al quale hanno partecipato figure di spicco dell’editoria italiana. L’intervento di esperti ha messo in luce i motivi di questa crisi, evidenziando la necessità di un’azione concertata per invertire la rotta. Sono emersi interrogativi sulla capacità del Paese di attrarre nuovi lettori e sul ruolo che la scuola e le istituzioni devono avere per promuovere la lettura tra i giovani.

Trend demografici nella lettura

Secondo i dati, il 73% delle persone tra i 15 e i 74 anni ha dichiarato di aver letto almeno un libro nell’ultimo anno, rivelando una leggera flessione rispetto al 74% del 2023. La lettura di libri cartacei è ancor più in calo, con solo il 66% della popolazione che vi si è dedicata, in calo rispetto al 68% dell’anno precedente. Le differenze di genere sono significative: le donne mostrano un tasso di lettura del 72%, mentre gli uomini si fermano al 60%.

Un’analisi delle fasce d’età mostra che i più giovani, in particolare quelli tra i 18 e i 24 anni, sono i più propensi a leggere libri stampati, con una percentuale che raggiunge il 74%. Questo trend sembra seguire una certa continuità, ma le letture brevi potrebbero non sostituire la necessità di letture più approfondite e significative, come hanno sottolineato gli esperti durante il convegno.

Disparità geografiche e mercato del libro

Uno degli aspetti più critici emersi dallo studio riguarda le differenze geografiche nella lettura e nel consumo di libri. I dati di NielsenIQ-GfK rivelano come il mercato del libro tradizionale risulti essere fortemente spaccato. Nel periodo gennaio-ottobre 2024, sono stati venduti in totale 79,2 milioni di libri a stampa, con il 35,8% delle vendite provenienti dal Nord-Ovest, seguito dal 22,2% del Nord-Est, dal 22,7% del Centro e solo dal 19,3% del Sud e delle Isole.

Un ulteriore elemento di disuguaglianza riguarda la distribuzione delle librerie per abitante, che nel Nord-Ovest supera la media nazionale del 11%, mentre nel Sud il numero di librerie è inferiore del 30%. Questo squilibrio mette in evidenza la necessità di maggiore accesso alla cultura e alla lettura in alcune aree del Paese, e sottolinea importanti questioni riguardanti l’educazione e l’infrastruttura culturale.

Valutazioni contrastanti sulla lettura

La divergenza nelle valutazioni sul numero di lettori è significativa. L’Osservatorio AIE stima che il 73% della popolazione legga, mentre l’Istat stima solo il 39%. Anche Eurostat fissa il numero di lettori sopra i 16 anni al 35%. D’altro canto, Doxa per l’Osservatorio Politecnico riporta una cifra più alta, stimando la lettura al 79% per la fascia d’età tra i 18 e i 75 anni. Anche Swg conferma un dato simile, con l’80% di lettori tra i 18 e i 75 anni.

Queste discrepanze suggeriscono una necessità di rivedere i metodi di raccolta e analisi dei dati, per ottenere una visione più chiara del fenomeno della lettura in Italia. Un’unica verità emerge: la lettura, asse portante della cultura nazionale, necessita di un rinnovato attenzione e di strategie mirate per appassionare nuove generazioni e promuovere una maggiore equità nella distribuzione delle risorse culturali.

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