Lega sfida il comune di roma su furti in metro e occupazioni abusive: polemica sui manifesti vietati

Lega sfida il comune di roma su furti in metro e occupazioni abusive: polemica sui manifesti vietati

Il Comune di Roma vieta i manifesti della Lega che denunciano furti e occupazioni abusive per presunti stereotipi etnici, mentre il partito di Matteo Salvini denuncia una censura incostituzionale e chiede dati ufficiali sulla sicurezza.
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Il Comune di Roma ha vietato i manifesti della Lega che denunciano furti e occupazioni abusive, ritenuti stereotipi etnici, scatenando accuse di censura da parte del partito di Salvini che invoca la libertà di espressione garantita dalla Costituzione. - Gaeta.it

Il dibattito sulle manifestazioni visive della Lega a Roma si è acceso dopo la decisione del Comune di vietare i manifesti che denunciano furti nella metropolitana e occupazioni abusive. Il partito di Matteo Salvini contesta la scelta, sostenendo che si tratti di una censura ingiustificata che limita la libertà di espressione sancita dalla Costituzione. Il contendere ruota intorno all’uso di immagini che, secondo il Comune, presenterebbero stereotipi etnici.

La censura dei manifesti secondo il comune di roma

Il Comune di Roma ha deciso di bloccare la diffusione dei manifesti della Lega focalizzati sul decreto sicurezza. Il motivo ufficiale riguarda la rappresentazione di alcune persone con caratteristiche etniche specifiche, come un individuo di etnia rom accusato di furti in metro e altri soggetti di colore e “alternativi” legati a immagini di occupazioni abusive. Secondo il Campidoglio, queste rappresentazioni creano stereotipi e rischiano di alimentare pregiudizi sociali, configurandosi quindi come messaggi censurabili.

La decisione è arrivata in un contesto di forte sensibilità attorno ai temi della sicurezza urbana e dell’immigrazione, temi sui quali spesso si confrontano posizioni molto contrapposte a livello politico e sociale. Il Comune ha giustificato il blocco con la necessità di evitare immagini ritenute offensive o discriminatorie, indicando così un limite al linguaggio visivo adottato dalla Lega in questa campagna.

La risposta della lega e il richiamo alla costituzione

Il partito di Matteo Salvini ha risposto con una nota in cui definisce la censura “grave, inaccettabile e incostituzionale”. La Lega richiama l’articolo 21 della Costituzione Italiana, che garantisce a tutti la libertà di manifestare il proprio pensiero attraverso qualsiasi mezzo di diffusione senza necessità di autorizzazioni o censure preventive. Il partito sostiene che i manifesti sono solo una rappresentazione visiva di fenomeni reali e si dichiara pronto a portare la questione davanti a tutte le sedi istituzionali.

Il messaggio del partito

Il messaggio del partito rimarca l’intenzione di difendere la libertà di espressione nonostante il divieto imposto dal Comune. La Lega ha inoltre condiviso diverse testimonianze video e fotografici, pubblicati sui social e su emittenti televisive, che attestano reati avvenuti nella metro di Roma, con l’obiettivo di supportare la loro denuncia visiva.

Le critiche e le richieste di trasparenza sulle statistiche di furti e occupazioni

La Lega propone di superare il dibattito sulle immagini “artificiali” puntando invece sulla pubblicazione di dati reali riguardanti furti nei trasporti pubblici e casi di occupazioni abusive a Roma. Il partito invita il Comune a rendere pubblici i numeri ufficiali, per dare un quadro più chiaro e meno soggettivo della sicurezza cittadina.

Nel comunicato si sottolinea come anche in altre città, come Milano, si siano verificati episodi di polemica legati alle riprese di borseggiatori nella metro, che avevano portato a richieste di divieto di filmare su mezzi pubblici. Nonostante questi tentativi di repressione visiva, la Lega ribadisce di essere soprattutto dalla parte delle vittime di furti e delle forze dell’ordine, sostenendo la necessità di mantenere alta l’attenzione pubblica su questi problemi.

Il nodo centrale del confronto

Il nodo centrale del confronto riguarda dunque il confine tra rappresentazione grafica e rispetto della sensibilità di tutte le comunità coinvolte nella convivenza urbana. La richiesta di dati concreti sembra voler spostare lo scontro dal piano emotivo a quello dei fatti oggettivi, in attesa delle prossime decisioni del Campidoglio e delle eventuali iniziative legislative o giudiziarie.

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