Il settore legato al mare rappresenta una parte significativa dell’economia italiana, con un peso superiore al 10% del prodotto interno lordo. Questo ambito racchiude attività che generano circa 180 miliardi di euro di valore aggiunto. La forza lavoro impiegata nel comparto supera il milione di addetti, evidenziando non solo la sua dimensione economica ma anche il ruolo cruciale nell’occupazione nazionale. A Rapallo, in provincia di Genova, durante la convention Satec 2025 organizzata da Confindustria Nautica, Mario Zanetti, delegato del presidente di Confindustria per l’economia del mare e presidente di Confitarma, ha illustrato l’importanza strategica di questo cluster produttivo.
Un cluster che genera ricchezza e occupazione
L’economia del mare comprende diversi segmenti produttivi, dalla cantieristica navale alla gestione portuale, fino alla pesca e al turismo marittimo. Questo insieme crea un sistema integrato capace di muovere ingenti risorse e di offrire opportunità lavorative su scala nazionale. La cifra del valore aggiunto, pari a circa 180 miliardi di euro, dimostra la solidità economica del settore. I lavoratori impiegati, più di un milione, rappresentano una quota rilevante dell’occupazione italiana, diffusa in diverse regioni e trasversale a molte categorie professionali. Si tratta di un comparto che coinvolge figure tecniche, operative e specialistiche, dimostrando un’ampia capacità di assorbimento di manodopera.
Impatto economico locale e distribuzione della ricchezza
La distribuzione della ricchezza prodotta dal settore ha inoltre un impatto sul tessuto economico locale. Le realtà imprenditoriali, dagli operatori portuali alle aziende di servizi legate al mare, contribuiscono a mantenere attive tante aree costiere favorendo economie territoriali. Il cluster, con la sua dimensione, esercita anche un effetto indiretto su fornitori e settori complementari, amplificando la sua importanza nell’economia nazionale.
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Il ruolo del ministero del mare per rafforzare il settore
La nascita del ministero del mare ha segnato una svolta nella gestione e nello sviluppo dell’economia marittima italiana. Questa istituzione ha il compito di mettere al centro delle politiche industriali il mare, coordinando iniziative per valorizzarne il potenziale economico. Mario Zanetti ha sottolineato come “questo passo abbia favorito una visione più organica e mirata alla crescita del comparto”. Il ministero si occupa di strategie che riguardano infrastrutture, sviluppo sostenibile, innovazioni tecnologiche e formazione professionale.
Dialogo e supporto per gli operatori della filiera
La presenza di un organismo dedicato consente un dialogo più efficace con gli operatori della filiera, facilitando la definizione di norme e misure che rispondono alle esigenze reali del settore. Il ministero del mare facilita inoltre l’accesso a risorse finanziarie e promuove progetti volti a rafforzare la competitività internazionale dell’italia nel settore marittimo. Questo approccio contribuisce a consolidare l’immagine del paese come punto di riferimento per la nautica e l’economia legata al mare.
Driver strategici del settore e fattori abilitanti per la crescita
La filiera dell’economia del mare si basa su alcuni elementi chiave, definiti come driver strategici, che devono essere potenziati per sostenere lo sviluppo. Tra questi figurano le infrastrutture portuali, essenziali per garantire efficienza nelle operazioni di carico e scarico, e le flotte navali, fondamentali per il trasporto e la logistica. Inoltre, la formazione delle persone che lavorano nel settore rappresenta un altro aspetto cruciale: competenze specializzate sono indispensabili per le attività marittime, dalla manutenzione delle imbarcazioni alle operazioni commerciali.
Fattori abilitanti per un sistema coeso
A questi driver si aggiungono i fattori abilitanti. Per esempio, la comunicazione efficace tra tutti gli attori della filiera permette un coordinamento migliore e la collaborazione tra aziende e istituzioni. Le risorse finanziarie, disponibili sia attraverso investimenti pubblici sia privati, sono indispensabili per innovazioni tecnologiche e infrastrutturali. Anche la semplificazione burocratica risulta determinante, abbattendo ostacoli che spesso rallentano l’azione imprenditoriale.
Mario Zanetti ha evidenziato che “incrociare questi driver strategici con i fattori abilitanti permette di costruire un sistema più forte e coeso”. L’obiettivo è creare condizioni che favoriscano la crescita sostenibile, la competitività e l’occupazione. Lavorando insieme, istituzioni e imprese puntano a sviluppare un’economia del mare capace di sostenere il futuro del paese e di mantenere il ruolo di protagonista nel contesto internazionale.