Il parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha diffuso nuovi aggiornamenti sulla piccola orsa salvata nelle scorse settimane a pizzone, in provincia di Isernia. Le immagini documentano la fase in cui la cucciola ha iniziato a nutrirsi direttamente dalla ciotola, riducendo la necessità di alimentazione forzata con il biberon. Questo passo è cruciale per limitarne il contatto umano e favorire un recupero più naturale.
Il ritrovamento e il trasferimento della cucciola abbandonata a pizzone
L’orsa bruna marsicana, una specie protetta e simbolo del parco, è stata recuperata dopo che la madre l’ha abbandonata sul versante molisano della riserva, nel territorio di pizzone. L’intervento si è svolto rapidamente per assicurare la sopravvivenza del cucciolo, che si trovava in condizioni di particolare vulnerabilità. Il trasporto verso le strutture dell’ente a pescasseroli è stato gestito tenendo conto dello stress ambientale a cui è sottoposto un animale selvatico privato della progenitrice. Spostarla significa immergerla in un contesto chiuso e artificiale, molto diverso dall’habitat naturale, con implicazioni sulle sue condizioni psicofisiche.
Protocolli per minimizzare il contatto umano
Gli operatori hanno messo in atto protocolli rigorosi per mantenere il più possibile il distacco dal contatto umano diretto, impedendo un’eccessiva abituazione a presenze estranee. Ogni azione ha mirato a rispettare la natura selvatica dell’animale, essenziale per una possibile futura reintroduzione nell’ambiente naturale. La prassi evita di trasformare il cucciolo in un esemplare dipendente dall’uomo.
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La fase iniziale di degenza e la gestione dell’alimentazione
Nei tre giorni successivi all’arrivo nella struttura di pescasseroli, la priorità è stata la gestione dell’emergenza alimentare. Il piccolo orso ha dovuto passare da un’alimentazione a base di latte materno a un regime completamente diverso e sconosciuto. L’abbandono materno ha costretto a intervenire con un’alimentazione con il biberon, gestita in modo da limitare i contatti eccessivi con gli operatori. Questo approccio serve a ridurre il rischio che l’orsetta perda il timore naturale verso gli esseri umani.
Molte difficoltà hanno riguardato il monitoraggio sanitario quotidiano del cucciolo, che doveva essere accurato ma svolto con la massima delicatezza. Ogni segnale di malessere è stato valutato tempestivamente per intervenire evitando peggioramenti. Nel contempo è stato fondamentale osservare l’adattamento all’ambiente, che resta innaturale rispetto al suo habitat selvaggio.
Progressi nella crescita e nei comportamenti naturali dell’orsetta
Le immagini appena rese pubbliche mostrano un momento importante. La cucciola sta migliorando le capacità di autosufficienza, mangiando direttamente dalla ciotola. Questo significa che l’orsetta si sta abituando gradualmente al nuovo tipo di alimentazione, riducendo la necessità di somministrare il cibo tramite biberon. Si tratta di un risultato fondamentale per evitare una dipendenza prolungata dagli operatori.
Crescita rispettosa dei ritmi naturali
Il processo di crescita del piccolo orso prosegue con attenzione, senza forzare i tempi, rispettando i ritmi spontanei dell’animale. Gli esperti sottolineano che ogni passo verso un comportamento autonomo rafforza le possibilità di un futuro ritorno in natura. Limitando il contatto umano, si preserva quell’istinto selvatico che la specie deve mantenere per sopravvivere nel proprio ambiente.
Il lavoro proseguirà con la continua osservazione dell’orsetta. Saranno monitorati salute, sviluppo fisico e comportamentale, con interventi calibrati sul suo stato. La gestione di queste situazioni resta complessa perché richiede equilibrio tra esigenze di cura e rispetto dell’indipendenza del cucciolo. In questo caso, il parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise punta a un recupero che favorisca il mantenimento della natura selvatica dell’animale.