Le assunzioni nelle marche calano nel primo trimestre 2025, crollo dei contratti a tempo indeterminato

Le assunzioni nelle marche calano nel primo trimestre 2025, crollo dei contratti a tempo indeterminato

Nel primo trimestre 2025 nelle Marche le assunzioni calano del 6,1%, con forte riduzione dei contratti a tempo indeterminato e aumento del lavoro in somministrazione; sindacati chiedono interventi per stabilizzare il mercato.
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Nel primo trimestre 2025 nelle Marche le assunzioni sono calate del 6,1%, con un forte calo dei contratti stabili e un aumento del lavoro somministrato, evidenziando una crescente precarietà nel mercato del lavoro regionale. - Gaeta.it

Nel primo trimestre del 2025 le assunzioni nelle marche sono diminuite rispetto allo stesso periodo del 2024. I dati raccolti dall’osservatorio sul precariato dell’inps e analizzati dall’ires cgil marche mostrano un quadro complesso sul mercato del lavoro regionale. Le cifre indicano una contrazione delle nuove assunzioni, con trend particolari tra le diverse tipologie contrattuali. In questo articolo vedremo come si distribuiscono i diversi contratti, quali sono le ragioni di questo andamento e quali spinte politiche e sindacali emergono nel dibattito pubblico.

Calo generale delle assunzioni e andamento per tipologia di contratto

Nel periodo gennaio-marzo 2025 le aziende delle marche hanno effettuato 47.260 nuove assunzioni. Questo numero è inferiore del 6,1% rispetto al primo trimestre del 2024. Una riduzione importante, che interessa quasi tutte le forme contrattuali analizzate. I dati evidenziano un calo particolarmente significativo per i contratti a tempo indeterminato, che scendono quasi del 10% rispetto all’anno scorso. È una contrazione che conferma una tendenza negativa per la stabilità lavorativa nel territorio.

Le altre tipologie di contratto hanno subito cali simili, tranne una: le assunzioni in somministrazione, che hanno registrato un aumento del 5,2%. Infatti, il lavoro in somministrazione, cioè quello tramite agenzie interinali, sembra guadagnare terreno rispetto alle soluzioni più tradizionali. Lo scenario che emerge è quello di un mercato sempre più frammentato e volatile, nel quale la precarietà prende il sopravvento.

Distribuzione delle forme contrattuali e peso del lavoro a termine

Esaminando nel dettaglio la composizione delle nuove assunzioni, le marche mostrano una particolare predilezione per i contratti a termine. Questi rappresentano quasi la metà di tutte le nuove entrate. A seguire, il contratto intermittente copre il 16%, mentre i contratti a tempo indeterminato rimangono una minima parte del totale, appena il 14,2%. Questo dato suona come una spia della difficoltà delle imprese del territorio nel proporre forme di lavoro stabili e durature.

La prevalenza di contratti a termine e intermittenti, spesso meno tutelati, indica una struttura del mercato del lavoro basata su occupazioni temporanee e flessibili, con poca garanzia per i lavoratori. Questo si traduce in condizioni di lavoro precarie e in assenza di continuità occupazionale per molte persone.

Dati sulle cessazioni e riflessioni sulle motivazioni

Guardando alle cessazioni dei contratti, cioè alle uscite dal lavoro nel primo trimestre 2025, i dati segnalano una diminuzione omogenea rispetto all’anno precedente in quasi tutte le motivazioni. Escludendo le risoluzioni consensuali, le cessazioni per scadenza naturale del contratto, licenziamenti o altre cause sono diminuite in modo simile.

Questi dati indicano una stabilità parziale nelle terminazioni dei rapporti di lavoro ma, vista la diminuzione delle nuove assunzioni, suggeriscono comunque un restringimento complessivo dell’attività dell’impiego nella regione.

Reazioni sindacali e richieste politiche per il lavoro nelle marche

Dal fronte sindacale, eleonora fontana, segretaria della cgil marche, ha espresso preoccupazione per la situazione emersa. Fontana ha sottolineato come le richieste avanzate in commissione regionale lavoro per contrastare la precarietà siano rimaste senza risposte e interventi concreti. Da anni la cgil sollecita misure mirate a favorire assunzioni stabili, ma finora il mercato ha continuato a frammentarsi.

Fontana ha evidenziato un rapido calo dei contratti a tempo indeterminato e il ricorso crescente a forme di lavoro intermittenti o temporanee. La rappresentante sindacale ha chiesto che le risorse del piano nazionale di ripresa e resilienza vengano utilizzate in modo più mirato, concentrandosi su azioni capaci di stabilizzare il mercato del lavoro.

Il futuro del mercato del lavoro nelle marche sotto la lente

I dati sul lavoro nelle marche nel primo trimestre del 2025 mostrano una fase difficile. L’assenza di un’inversione decisa negli andamenti contrattuali segnala che le condizioni per il lavoro stabile non si rafforzano. Il trend delle aziende verso forme di lavoro più flessibili e temporanee potrebbe avere effetti pesanti per il tessuto sociale ed economico regionale.

Il ruolo delle istituzioni e delle parti sociali sarà cruciale per cercare soluzioni che sostengano l’occupazione stabile, evitando un ulteriore aumentare della precarietà. Le prossime scelte politiche sul terreno degli investimenti e delle politiche attive del lavoro potranno avere un impatto diretto su questa dinamica.

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