Nel 2025, il lavoro domestico e l’assistenza alla persona continuano a rappresentare una parte importante dell’occupazione nell’Unione Europea. Tra 12,8 e 18 milioni di lavoratori risultano impiegati in questo ambito, ma circa la metà opera senza un regolare contratto. Questi dati emergono dal secondo Paper del rapporto “Family Work – Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico“, commissionato da Assindatcolf e realizzato da Effe, federazione europea. La questione del lavoro sommerso assume dimensioni significative in vari paesi europei, con impatti sociali ed economici.
La dimensione del lavoro domestico in europa: numeri e impieghi
Il settore domestico e dell’assistenza rappresenta uno degli ambiti occupazionali meno trasparenti e più frammentati nel mercato del lavoro europeo. Tra 12,8 e 18 milioni di persone lavorano in questo campo, occupandosi delle attività di pulizia, cura della casa e assistenza a bambini, anziani o persone con disabilità. Questi lavori sono spesso fondamentali per garantire il benessere familiare e sociale, ma faticano a essere regolamentati in modo uniforme. Gli impieghi possono essere sia formali, con contratti e diritti riconosciuti, sia informali o sommersi.
Ragioni della diffusione del lavoro irregolare
La diffusione del lavoro irregolare in questo settore è dovuta anche a fattori come la scarsità di normative precise in alcuni paesi, la difficoltà di controllo delle condizioni lavorative nelle abitazioni private e il basso livello salariale, che spinge alcune famiglie a preferire soluzioni non ufficiali. Questi elementi creano condizioni di instabilità per gli operatori domestici, spesso donne straniere o appartenenti a fasce sociali vulnerabili, esposti a rischi come la mancanza di tutele contributive o previdenziali.
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Secondo i dati elaborati per il rapporto 2025, circa 6-9 milioni di lavoratori domestici in Europa svolgono la propria attività senza un contratto regolare. La percentuale media del lavoro sommerso si aggira intorno al 50% di tutto il settore. Alcuni paesi registrano numeri ancora più alti. In Italia, la quota di lavoro nero sfiora il 60%, indicando come più della metà dei lavoratori domestici non abbia una tutela contrattuale formale. La situazione non è isolata: in Germania la percentuale raggiunge il 90%, in Grecia il 76%, in Slovenia il 72% e nella Repubblica Ceca il 67%.
Impatti del lavoro sommerso
Questi numeri rivelano un fenomeno diffuso che mette a rischio sia i lavoratori, privi di diritti fondamentali, sia le famiglie che vi ricorrono senza le adeguate garanzie legali. Il lavoro sommerso limita anche la capacità degli Stati di garantire una corretta contribuzione sociale, incidendo sulla copertura pensionistica e sull’assistenza sanitaria degli operatori domestici. Questo divario tra lavoro formale e irregolare crea sfide profonde nel garantire equità e protezione nel settore.
L’importanza del rapporto family work per le politiche sociali ed economiche
Il rapporto “Family Work” nasce dall’esigenza di mettere al centro il lavoro domestico come nodo cruciale di molte famiglie europee. Commissionato da Assindatcolf e realizzato da Effe, mira a fotografare il contesto attuale e a suggerire possibili interventi per migliorare la condizione dei lavoratori. Attraverso dati comparativi e approfondimenti su diverse realtà nazionali, il documento consente di evidenziare le criticità del lavoro sommerso e proporre misure mirate.
Il ruolo delle istituzioni
In un contesto europeo segnato dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento della domanda di assistenza privata, il riconoscimento e la regolarizzazione di questi lavori diventano un elemento chiave. Ridurre l’irregolarità significherebbe estendere diritti, migliorare la qualità del lavoro e sostenere un mercato domestico più trasparente. Le autorità nazionali e comunitarie possono da questo rapporto ricavare indicazioni per indirizzare controlli, semplificare le procedure contrattuali e incentivare le assunzioni regolari.
I dati di questa seconda edizione confermano quindi come il lavoro domestico resti un ambito fragile e complesso. L’attenzione sul tema è destinata a durare nel tempo in quanto riguarda, in modo trasversale, famiglie, lavoratori e sistema sociale in senso più ampio. Le decisioni prese nel prossimo futuro influenzeranno non solo i numeri, ma la vita concreta di milioni di persone nell’Unione Europea.