Un migliaio di dipendenti del settore pubblico ha preso parte a un presidio in piazza Dante, a Trento, per esprimere le proprie preoccupazioni riguardo al rinnovo del contratto e al potere d’acquisto. Organizzato dai sindacati Fp e Flc Cgil del Trentino, l’incontro ha messo in luce la necessità di stanziare nuove risorse per migliorare le condizioni di lavoro e affrontare le sfide economiche attuali.
Le motivazioni del presidio
Durante l’assemblea, i rappresentanti sindacali hanno messo in evidenza che le attuali risorse allocate coprono solo la metà del fabbisogno. Questo scenario genera un impoverimento progressivo per i lavoratori del settore pubblico, costretti a far fronte all’aumento dei costi della vita. Il segretario della Cgil provinciale, Andrea Grosselli, ha affermato che è urgente uno sforzo concreto per recuperare il potere d’acquisto che i lavoratori hanno perso a causa dell’inflazione.
Grosselli ha sottolineato l’importanza di un approccio che abbracci sia il pubblico che il privato, evidenziando come il problema salariale non interessi esclusivamente i dipendenti pubblici. Il benessere di tutti i lavoratori in Trentino è interconnesso, e migliorare le condizioni salariali nel settore pubblico ha un impatto diretto anche sul settore privato.
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Rischi per i servizi pubblici
Un altro punto cruciale emerso dalla manifestazione è la sostenibilità dei servizi pubblici nel lungo termine. Grosselli ha avvertito che una carenza di investimenti nei lavoratori potrebbe compromettere la qualità e l’efficienza dei servizi offerti. Se si desidera mantenere standard elevati, è imprescindibile destinare risorse adeguate al personale. Questa realtà è particolarmente rilevante per i circa 38.000 lavoratori coinvolti nei settori della sanità, delle autonomie locali e dell’istruzione.
Il discorso si è focalizzato su un aumento necessario complessivo stimato intorno ai 130 milioni di euro, cifra da considerarsi come un punto di partenza per una discussione più ampia riguardante il recupero delle perdite legate all’inflazione. Gli appelli del sindacato mirano a garantire che i salari siano allineati con il costo della vita e che i lavoratori possano affrontare le sfide economiche senza subire ulteriori svantaggi.
Le risposte istituzionali
Il presidente del Consiglio provinciale, Claudio Soini, ha risposto negativamente alla richiesta di un incontro tra una delegazione di lavoratori e la commissione dei capigruppo. Questo atteggiamento ha suscitato delusione tra i rappresentanti sindacali, che speravano in un dialogo costruttivo per affrontare le loro preoccupazioni. Domani si terrà l’audizione dei sindacati presso la prima commissione, un ulteriore passo per discutere la manovra di bilancio e le implicazioni per i lavoratori del settore pubblico.
Le rimostranze e le richieste emerse durante il presidio evidenziano un’ampia insoddisfazione tra i lavoratori del settore pubblico in Trentino, un segnale che gli interlocutori istituzionali non possono ignorare se desiderano garantire un futuro sostenibile e di qualità per i servizi offerti ai cittadini. La mobilitazione dei lavoratori è un chiaro indicativo della necessità di un ripensamento e di un impegno collettivo per rimediare a situazioni economiche difficili, affinché le persone coinvolte non debbano più perseguire soluzioni al ribasso.