Il sistema di credito italiano, secondo l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, presenta gravi problematiche che escludono i più vulnerabili. Durante il tradizionale discorso alla città , in occasione della celebrazione di Sant’Ambrogio, Delpini ha esposto l’urgenza di riconsiderare le attuali norme in materia di debito e usura, evidenziando come la situazione finanziaria stia spingendo molte persone verso la disperazione.
La critica al sistema di credito attuale
L’arcivescovo ha descritto il sistema di credito come “malato”, sottolineando che le banche e le istituzioni finanziarie tendono a mostrare un atteggiamento di indifferenza nei confronti delle difficoltà economiche dei ceti più deboli. Questo approccio, a dir poco spietato, porta spesso all’emarginazione di una parte significativa della popolazione. Delpini ha messo in evidenza che manca una vera e propria cultura del mutuo soccorso, capace di rispondere alle necessità di chi si trova in difficoltà .
Il discorso ha quindi puntato il dito su come la rigidità delle politiche creditizie alimenta una spirale di povertà e disperazione. La mancanza di accesso al credito per il ceto medio e per i più svantaggiati non solo allontana le persone dalla possibilità di una vita dignitosa, ma crea anche le condizioni ideali per l’esplosione di fenomeni negativi, come l’usura. Secondo Delpini, molte persone sono costrette a cercare fondi nel mercato illecito, dove il rischio di cadere nella rete degli usurai è elevato.
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Il condono dei debiti come soluzione proposta
Uno dei punti centrali del suo intervento è stato il richiamo ad avviare una discussione seria sul “condono dei debiti”. Questa proposta, sebbene controversa, mira a sollevare un peso enorme dalle spalle di chi si trova in difficoltà economica. Delpini ha messo in luce come il vero problema non sia solo la mancanza di risorse, ma piuttosto l’assenza di un piano di ristrutturazione adeguato dei debiti che consenta a un numero crescente di persone di ricominciare da zero.
Le forme di collaborazione tra istituzioni e cittadini sono vitali per affrontare un problema di questa portata. Delpini ha sollecitato non solo le autorità pubbliche, ma anche le banche, a riconsiderare il loro approccio nei confronti dei debitori, puntando su un’alleanza che favorisca il risanamento e la ripartenza. Se le banche potessero mettere in campo misure di supporto più orientate al sociale, si potrebbero creare occasioni di sviluppo e reinserimento nel mondo del lavoro.
La necessità di un nuovo modello di alleanza
Riformare il sistema di credito implica, dunque, la costruzione di un nuovo modello di alleanza tra istituzioni bancarie e beneficiari di prestiti. Un approccio che ridefinisca il concetto di responsabilità sociale delle banche, spingendole a investire non solo nel profitto, ma anche nel benessere delle persone. Questo cambiamento sarebbe fondamentale nella lotta contro l’usura e nell’incremento della fiducia da parte dei cittadini nei confronti delle istituzioni finanziarie.
Delpini ha sottolineato che un sistema creditizio più umano non è solo desiderabile, ma necessario per una società più giusta e inclusiva. La sfida ora è capire come trasformare queste proposte in azioni concrete, creando un dialogo costruttivo tra le parti interessate. La sua invocazione servirà come punto di partenza per affrontare una questione che, se trascurata, porterà a un aumento della lotta contro la povertà e l’esclusione sociale.