Nel 2024 il settore agroalimentare italiano ha mostrato segnali di crescita solida, con incrementi che confermano l’importanza del comparto nell’economia nazionale. Allo stesso tempo, permangono difficoltà legate all’export in alcuni mercati esteri e problematiche di tutela delle produzioni tipiche. Le recenti analisi di Ismea e gli interventi al convegno di Macfrut a Rimini fotografano una situazione complessa, dove qualità e sostenibilità si scontrano con ostacoli climatici e geopolitici. Ecco i dati e le questioni al centro del dibattito.
Dati sulla produzione agroalimentare e export nel 2024
L’istituto Ismea ha pubblicato un report aggiornato al quarto trimestre del 2024 che indica una produzione agroalimentare in crescita dell’1,8% rispetto all’anno precedente. Questo dato segnala la capacità del sistema italiano di mantenere un ritmo positivo, nonostante le difficoltà che impattano alcune filiere. Il comparto ha registrato in particolare un aumento dell’export del 7,5%, con un valore complessivo vicino ai 70 miliardi di euro, una performance superiore a quella delle esportazioni totali del paese.
Il numero di addetti nel settore si attesta a circa 930 mila, con 441 mila lavoratori dipendenti e 489 mila indipendenti. Questi numeri testimoniano l’ampiezza del comparto e la rilevanza che continua ad avere in termini occupazionali. Il ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha sottolineato che tali risultati premiano la qualità e la dedizione delle filiere italiane, ma hanno stimolato anche la necessità di superare nuove sfide per rafforzare ulteriormente il settore.
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Il rapporto evidenzia però quanto sia essenziale intervenire su questioni che limitano lo sviluppo, attraverso un dialogo fra tutti i protagonisti della filiera. Questi temi sono stati affrontati durante il convegno promosso dal consorzio di tutela della IGP pomodoro di Pachino, svolto a Rimini nell’ambito di Macfrut.
Convegno su globalizzazione e mercati interdetti per il pomodoro di pachino igp
Il 2024 ha visto la convocazione a Rimini di un incontro dedicato al futuro del pomodoro di Pachino IGP di fronte alle difficoltà create dalla globalizzazione e dai mercati chiusi o limitati per il prodotto. Hanno partecipato personalità come il presidente di Ismea Livio Proietti, il direttore dei servizi export di Agenzia ICE Maurizio Forte, e rappresentanti locali dei comuni di Pachino e Portopalo.
Il convegno si è concentrato su temi cruciali per la tutela e la crescita del consorzio, considerando anche aspetti ambientali come il carbon footprint illustrato da Sebastiano Barone. Proietti ha definito l’appuntamento “un’occasione utile per fare il punto sulle problematiche del comparto e per valorizzare il ruolo dei consorzi nella protezione dei marchi.”
Il presidente di Ismea ha ripreso i risultati incoraggianti del report 2024, evidenziando che l’industria italiana cresce nonostante le difficoltà naturali, come la peronospora nel vitivinicolo, e gli eventi climatici estremi che impattano l’agricoltura. In più, da affrontare rimangono fenomeni di contraffazione e vendita di prodotti falsi che danneggiano l’autenticità delle produzioni certificate, un problema complesso soprattutto per i prodotti trasformati come il pomodoro di Pachino impiegato nella ristorazione.
Proietti ha spiegato che il sistema italiano si distingue per controlli rigorosi , ma è indispensabile la collaborazione attiva dei consorzi, dei cittadini e delle istituzioni locali per segnalare abusi e violazioni.
Criticità della produzione primaria e spopolamento delle aree interne
Durante il convegno è emersa pure una questione chiave per l’agroalimentare italiano: la difficoltà a garantire materie prime agricole sufficienti. L’Italia primeggia nella trasformazione di prodotti, come la pasta, con una produzione annua che supera abbondantemente i volumi di grano duro disponibili nel paese. Questo costringe a importazioni da altre aree.
Le caratteristiche geografiche, con molte aree montuose e collinari, riducono ulteriormente le superfici coltivabili. In più, eventi climatici come piogge intense, grandinate e siccità preoccupano alcune zone che prima non avevano problemi idrici. Il risultato è che la produzione primaria evidenzia segnali di rallentamento, a differenza dell’industria alimentare che cresce.
Lo spopolamento e la sostenibilità rurale
A pesare è anche lo spopolamento delle aree interne, fondamentali per coltivazioni di qualità. Senza servizi adeguati e opportunità per i giovani, molte realtà rurali rischiano di perdere le eccellenze agricole. Secondo Proietti, è il sistema Italia nella sua interezza e non solo il settore agroalimentare a dover affrontare la questione, offrendo risposte concrete per frenare il declino demografico.
In questi ultimi anni, la problematica ha ricevuto maggiore attenzione nelle politiche economiche. Il disinteresse verso queste zone comporta una minore cura del territorio, maggiori danni da eventi avversi e la perdita di produzioni di valore. La conservazione delle tradizioni agricole passa anche attraverso un maggior coinvolgimento delle nuove generazioni, che andrebbero formate per intraprendere imprese agrarie capaci di innovare.
Il consorzio pomodoro di pachino: sfide di internazionalizzazione e sostenibilità
Il presidente del consorzio di tutela del pomodoro di Pachino, Sebastiano Fortunato, ha ribadito alla vigilia di Macfrut come alcune difficoltà di accesso ai mercati esteri continuino a pesare sulle aziende associate. Il consorzio raggruppa oltre 140 aziende e circa 100 produttori, da lui ringraziati per il contributo e l’impegno nella filiera.
Fortunato ha ricordato che dopo due decenni di successi il prodotto sta vivendo uno stallo a causa del mancato accesso in mercati come Canada e Stati Uniti. La penetrazione in Svizzera è limitata e la Russia resta inaccessibile per questioni legate a tensioni geopolitiche. Questo restringe l’orizzonte, lasciando come opzioni principali il mercato italiano e quello europeo, dove però la concorrenza sui costi del lavoro è molto forte.
Il valore della qualità siciliana e l’attenzione alla sostenibilità certificata non sembrano sufficienti per superare queste barriere. Il consorzio è però impegnato in un dialogo continuo con istituzioni, associazioni di categoria e altre parti interessate per individuare strategie condivise che possano sbloccare le esportazioni e sostenere la crescita.
Fortunato ha insistito sulla necessità di fare sistema e trovare soluzioni comuni, visto che i problemi investono tutte le fasi della filiera e richiedono interventi coordinati. “Il futuro del pomodoro di Pachino IGP dipende molto dalla capacità di rinnovarsi e di tracciare un percorso solido tra difficoltà e opportunità.”