Le automobili del papa raccontano un percorso che va dall’opposizione al motore fino all’adozione di mezzi più pratici e visibili per i fedeli. Da pio x a paolo vi, il modo in cui i pontefici si sono spostati riflette cambiamenti tecnici e culturali che hanno investito la chiesa nel corso del XX secolo.
Le origini e il rifiuto delle automobili da parte dei primi pontefici motoristici
La prima auto associata a un papa risale al 1909: un’itala 20/30, dono dell’arcivescovo di new york a pio x. Quel veicolo però non venne mai guidato o usato da pio x, perché lui non approvava la circolazione di autoveicoli a motore. Anche il suo successore, benedetto xv, mantenne la stessa posizione, rinunciando agli spostamenti in automobile. Fino a quel momento la mobilità papale dipendeva esclusivamente da carriaggi e portantine riccamente decorati, impiegati nelle cerimonie e nei tragitti ufficiali.
Gli arredi della mobilità papale pre-automobilistica
Tra queste, spicca la berlina di gran gala del 1826, realizzata dal carrozziere romano gaetano peroni per le occasioni solenni di leone xii e successivamente modificata per papa gregorio xvi nel 1841. Questo tipo di carrozza rimase in uso fino all’epoca di pio ix, che sfruttava invece anche berline da viaggio più robuste adatte a spostamenti su strade difficili. Nel novembre 1849, proprio pio ix usò una di queste carrozze per fuggire a gaeta durante i moti rivoluzionari a roma, e la stessa vettura venne poi impiegata per il suo ritorno dall’esilio dopo la fine della repubblica romana. Pio ix fu l’ultimo papa re a sperimentare questi mezzi prima dell’avvento delle automobili all’interno del vaticano.
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Pio xi apre la strada all’uso dell’auto papale e alle prime vetture donato
L’arrivo di pio xi segna una svolta: è lui infatti il primo pontefice a salire su un’automobile. Nel 1925 ricevette una bianchi tipo 15 da parte dell’associazione delle donne cattoliche dell’arcidiocesi di milano. L’anno successivo la bianchi donò un modello tipo 20, consolidando l’attenzione verso le vetture a motore nel mondo papale. A questo punto, diverse case automobilistiche iniziarono a gareggiare per conquistare il ruolo di fornitori ufficiali al vaticano.
Il ruolo della mercedes-benz e altre case automobilistiche
Tra queste, la mercedes-benz fornì tra i primi una 460 nü rburg limousine a passo lungo, che fu acquistata e non semplicemente regalata alla santa sede. Nonostante ciò, pio xi preferiva una graham-paige 837: con questa vettura si recava alle messe nella basilica di san giovanni in laterano, un segnale simbolico di una maggiore apertura verso la mobilità fuori dalle mura vaticane, dopo anni di isolamento volontario.
Le targhe papali e l’istituzione del registro veicoli vaticano
Le automobili pontificie non portarono targhe fino agli anni trenta. Il 31 gennaio 1930 entrò in vigore un regolamento per la circolazione degli autoveicoli nel territorio vaticano che istituì un registro veicoli specifico. Da quel momento anche i veicoli papali ebbero targhe ufficiali.
Per esempio la bianchi tipo 15 ricevette la targa diplomatica italiana cd 404, mentre per le vetture pontificie vennero introdotte targhe che andavano da scv 2 a scv 9. La targa scv 1 veniva rimessa solo quando il papa usava effettivamente l’auto. Nel tempo tutte le berline pontificie adottarono stabilmente quella targa. Dopo la firma dei patti lateranensi nel febbraio 1929, le fabbriche automobilistiche internazionali fecero a gara per donare ai papi i modelli più prestigiosi, intrecciando cosi la storia della meccanica con quella del papato.
Paolo vi e l’evoluzione verso fuoristrada e mezzi più visibili per la folla
Paolo vi ruppe con la tradizione della berlina classica per spostarsi usando mezzi diversi, più adatti ai suoi viaggi internazionali e alla necessità di farsi vedere dai fedeli. Scelse spesso fuoristrada scoperti e autocarri per le sue apparizioni in pubblico, veicoli che permettevano una visibilità superiore rispetto alle classiche berline chiuse.
La toyota land cruiser e il giubileo del 1975
Dal 1975, nelle celebrazioni per il giubileo, venne usata una toyota land cruiser, che rappresentava un cambio importante nel modo di presentarsi del pontefice. Questo tipo di veicolo fu apprezzato per la robustezza su strade difficili e per la maggiore capacità di avvicinare il papa alla folla, mantenendo comunque la sicurezza necessaria durante gli eventi in piazza san pietro.
Le automobili del papa sono state al centro di una trasformazione significativa, testimoniando cambi di costumi e tecnologie, e disegnando una linea che parte da un rifiuto quasi totale all’uso dei motori per arrivare a scelte attente alla comunicazione visiva con i fedeli e ai bisogni pratici di mobilita. “Una storia che riflette la complessità e l’evoluzione della chiesa nel XX secolo”, si potrebbe dire.