Il settore vitivinicolo europeo affronta sfide significative causate da un panorama normativo disomogeneo, come evidenziato da Federvini, l’associazione che rappresenta i produttori e commercianti italiani di vino e bevande alcoliche. Durante gli Stati Generali del Vino, tenutisi a Roma, esperti e decisori politici hanno messo in luce la necessità di una strategia comune per proteggere e valorizzare il patrimonio vitivinicolo dell’Unione Europea.
L’allerta di Federvini: urgenza di azioni politiche coese
Albiera Antinori, Presidente del Gruppo Vini di Federvini, ha espresso preoccupazione per la frammentazione normativa che penalizza il patrimonio culturale dell’Europa. “Il vino è una risorsa fondamentale per la nostra economia,” ha detto Antinori, sottolineando che per rimanere competitivi a livello internazionale è cruciale difendere il settore da leggi diseguali e approcci che non tutelano il nostro storico patrimonio vitivinicolo. Con più di 160 milioni di ettolitri prodotti all’anno, l’Unione Europea si posiziona come leader nella produzione di vino, occupando il 45% delle superfici viticole globali. L’Italia, in particolare, si distingue come leader nell’esportazione con 49,7 milioni di ettolitri nel 2024, contribuendo a un attivo nell’export che supera i 7 miliardi di euro. Gli esperti avvertono che è necessario affrontare in modo strategico le future negoziazioni riguardanti le risorse della nuova Politica Agricola Comune e investire in modo mirato tutte le risorse disponibili.
Necessità di investimenti e promozione del vino italiano
Federvini ha richiamato l’attenzione sulla posizione dell’Italia riguardo alla spesa comunitaria: la percentuale di utilizzo delle risorse europee è sotto la media, necessitando interventi più efficaci e diretti per colmare questo divario. Antinori ha sottolineato che è essenziale ottimizzare l’uso dei fondi europei e sviluppare un piano istituzionale per rafforzare la presenza del vino italiano sui mercati esteri. La promozione efficace del vino italiano è vitale per creare una maggiore consapevolezza del prodotto, per raggiungere un pubblico globale e per valorizzare il patrimonio culturale e gastronomico nazionale. È un campo in cui la burocrazia deve essere ridotta per favorire i produttori e facilitare l’accesso al mercato.
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Riforma della normativa e sostenibilità nel settore vitivinicolo
La necessità di una riforma normativa è stata evidenziata come un passo cruciale per affrontare le sfide che il settore vitivinicolo deve affrontare, in particolare per quanto riguarda l’etichettatura. Antinori ha proposto un approccio innovativo attraverso l’etichettatura digitale, suggerendo l’uso di codici QR accompagnati da simboli grafici, piuttosto che testi obbligatori, per migliorare l’esperienza del consumatore. Questo non solo potrebbe semplificare la vita ai produttori, ma renderebbe anche l’informazione più accessibile per gli acquirenti.
La sostenibilità rappresenta un altro campo di grande rilevanza. “La mancanza di un quadro normativo unico rischia di creare disuguaglianze e favorire la confusione tra i produttori,” ha spiegato Antinori. La creazione di uno standard unico accompagnato da un logo di sostenibilità è fondamentale per rendere le aziende identificabili e garantire che gli sforzi in questo ambito non siano vanificati da normative diverse. È fondamentale che le politiche siano poggiate su basi scientifiche, non ideologiche; il recentissimo studio della National Academy of Sciences statunitense ha ribadito i benefici di un consumo moderato di vino, in particolare per la salute cardiovascolare.
Il ruolo del vino nell’economia culturale europea
Oltre agli aspetti economici, il vino ricopre un ruolo culturale e turistico di fondamentale importanza. Non è solo una bevanda, ma rappresenta un legame profondo con il paesaggio e le tradizioni europee. La perseveranza di Federvini è quindi incentrata su una visione strategica che permetta all’Europa e all’Italia di continuare a prosperare in un mercato in espansione. La protezione delle tradizioni vitivinicole, in particolare attraverso regolazioni che escludano i prodotti vitivinicoli da norme generali sugli imballaggi, rappresenta un passo in avanti per salvaguardare la diversità e la specificità del vino europeo.