Il recente ritrovamento della città Maya conosciuta come Valeriana ha rivelato una metropoli nascosta sotto la giungla del Messico, che fiorì attorno all’800 d.C. Questa scoperta è il frutto di una ricerca condotta da un dottorando della Tulane University, Luke Auld-Thomas, che ha utilizzato una tecnologia avanzata per mappare l’area. Con un picco abitativo di 50.000 persone, Valeriana potrebbe riscrivere la storia della civiltà Maya e dei suoi insediamenti.
L’importanza della tecnologia Lidar nella scoperta
Il progetto di ricerca che ha portato alla scoperta di Valeriana si è basato sull’uso della tecnologia Lidar , un metodo utile per ottenere dati dettagliati sulla superficie terrestre. Grazie a questo sistema, i ricercatori hanno potuto analizzare immagini radar elaborate da un aereo e hanno identificato chiaramente le strutture artificiali sotto il fitto strato di vegetazione. Luke Auld-Thomas ha raccontato della sua sorprendente scoperta, avvenuta dopo una lunga ricerca su Google che lo ha portato a scoprire un’indagine condotta da un’organizzazione messicana per il monitoraggio ambientale. Questo esempio dimostra come l’innovazione tecnologica possa aprire la strada a ricerche archeologiche e storiche.
Le immagini Lidar hanno rivelato un’area di circa 16,6 chilometri quadrati, contenente diversi tipi di strutture, comprese piramidi, anfiteatri e campi sportivi. La città di Valeriana si trovava a soli 15 minuti a piedi da una strada molto trafficata vicino a Xpujil, ma per secoli le sue rovine erano rimaste celate dalla fitta vegetazione. La scoperta testimonia come ci siano ancora molti angoli del pianeta nei quali l’archeologia può svelare inaspettate verità sulla storia umana.
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Le caratteristiche architettoniche di Valeriana
L’importanza di Valeriana nel contesto della civiltà Maya non risiede soltanto nel numero dei suoi abitanti, ma anche nelle sofisticate caratteristiche architettoniche presenti nella sua struttura urbana. Il sito contiene oltre 6.750 edifici, il che suggerisce che potrebbe aver ospitato più persone di quante ne siano presenti oggi nell’intera regione. Gli studiosi individuano in Valeriana uno dei centri più densamente popolati dell’antichità, superando città come Calakmul.
Accanto alle piramidi, che rappresentano un tipico elemento dell’architettura Maya, la città presenta anche una rete di strade rialzate, comprendenti vie di collegamento tra i diversi quartieri. Gli anfiteatri e i campi sportivi trovati nel sito forniscono ulteriori indizi sulla vita sociale e culturale degli abitanti, suggerendo che eventi pubblici e rituali potessero essere una parte importante della vita quotidiana. Questa complessità architettonica è indicativa del potere e della centralità di Valeriana all’interno della civiltà Maya.
Gli scenari della caduta della civiltà Maya
La civiltà Maya, nota per il suo apogeo fra il III e IX secolo d.C., ha iniziato il suo declino dall’800 d.C. in poi. La scoperta di Valeriana si colloca in un contesto storico di cambiamento e sfide, che gli studiosi stanno cercando di comprendere. La relazione tra sovraffollamento e cambiamenti climatici è al centro dell’analisi sull’eventuale collasso della società Maya.
Si ipotizza che l’aumento demografico abbia portato a una pressione sempre maggiore sulle risorse naturali, favorendo sconvolgimenti ecologici e sociali. La città di Valeriana, essendo una delle più grandi metropoli di questo periodo, potrebbe rappresentare un esempio emblematico di come la civiltà Maya abbia cercato di svilupparsi di fronte a sfide enormi. La ricerca su questo sito archeologico continuerà, con la speranza di ottenere nuove informazioni che possano elucidare ulteriormente la complessa storia di una delle culture più affascinanti della nostra umanità.
Con l’analisi dei resti materiali e studi approfonditi delle tecnologie utilizzate, gli archeologi sperano di ricostruire non solo la vita quotidiana a Valeriana, ma anche le dinamiche socio-culturali della popolazione Maya in un periodo di grande trasformazione.