La recente esperienza del calciatore della Fiorentina Edoardo Bove ha messo in luce un tema cruciale nel mondo dello sport: la salute cardiaca degli atleti. Anche nei soggetti apparentemente sani, possono insorgere problemi cardiovascolari che, nella maggior parte dei casi, si manifestano con un arresto cardiaco improvviso, evento che causa oltre il 50% dei decessi per malattie cardiovascolari. Questi episodi colpiscono non solo le persone con patologie preesistenti, ma anche atleti che seguono rigidi protocolli medici, rendendo necessaria una riflessione su come prevenire questi tragici eventi.
L’arresto cardiaco improvviso negli sportivi
L’arresto cardiaco improvviso è un fenomeno inquietante che ha colpito molti sportivi nel corso degli anni e, sebbene gli esami di routine come l’elettrocardiogramma da sforzo siano eseguiti regolarmente, il 20-25% dei casi rappresenta la prima manifestazione di una patologia cardiaca non diagnosticata. Questo tipo di evento è particolarmente insidioso poiché può verificarsi in qualsiasi momento e non presenta sintomi premonitori evidenti. Spesso, gli atleti non hanno mai ricevuto diagnosi di malattie cardiache, lasciando la comunità sportiva e medica in allerta. Le statistiche dimostrano quanto sia fondamentale investire nella prevenzione e nel monitoraggio continuo della salute cardiaca degli sportivi, con particolare attenzione a coloro che presentano familiarità con eventi cardiaci improvvisi.
La rilevanza degli screening genetici
Recenti studi hanno evidenziato che una significativa percentuale di arresti cardiaci improvvisi è legata a mutazioni genetiche ereditarie. Screening condotti su famiglie colpite hanno evidenziato che fino al 53% dei casi è riconducibile a malattie genetiche, molte delle quali associazioni a sindromi aritmiche ben note come la sindrome del QT lungo e la sindrome di Brugada. Queste specifiche sindromi possono, infatti, portare a un incremento del rischio di aritmie fatali. La comprensione della base genetica di queste problematiche rappresenta una chiave fondamentale per lo sviluppo di strategie preventive più efficaci.
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L’importanza dei test genetici per la prevenzione
L’implementazione di test genetici nel contesto sportivo si presenta come una misura proattiva per identificare gli atleti a maggior rischio. Grazie alle moderne tecnologie di sequenziamento del DNA, è possibile analizzare centinaia di geni legati a disturbi cardiaci, rendendo possibile l’individuazione di mutazioni potenzialmente pericolose. Clingo, una startup innovativa, ha sviluppato un metodo per eseguire test genetici direttamente a casa, facilitando l’accesso e la praticità per i soggetti interessati. La tempestiva identificazione di tali mutazioni consente ai medici di attuare strategie di prevenzione, come l’utilizzo di defibrillatori impiantabili e terapie specifiche, contribuendo a ridurre le morti improvvise.
Proposte per le società sportive
Le società sportive sono invitate a riconsiderare i loro protocolli di screening. Anche quando gli esami clinici standard non rivelano anomalie, l’inserimento dei test genetici può essere un passo fondamentale per prevenire l’arresto cardiaco improvviso. È cruciale testare i giovani atleti fin dalla tenera età, per far emergere eventuali condizioni genetiche latenti. Questa misura rappresenterebbe un importante investimento nella salute degli sportivi, permettendo di creare un ambiente più sicuro e consapevole dei rischi legati alla salute cardiaca.
La salute degli atleti e la prevenzione di eventi tragici legati all’arresto cardiaco devono rimanere una priorità per tutti gli attori coinvolti nel mondo dello sport. Incorporare test genetici come parte integrante dei controlli sanitari può fare la differenza nella vita di molti giovani atleti.