Negli ultimi anni l’ematologia ha visto una crescita importante nelle possibilità di trattamento grazie a nuove terapie. A fronte di questi progressi, il sistema sanitario lombardo affronta la necessità di rivedere i propri modelli organizzativi per garantire un accesso più uniforme e tempestivo ai trattamenti ematologici. A Milano, presso la giunta regionale della Lombardia, si è svolto un incontro dedicato all’innovazione nelle strategie regionali per la cura delle malattie del sangue. L’evento ha coinvolto istituzioni, medici e associazioni, con l’obiettivo di definire proposte concrete per migliorare la gestione e il supporto ai pazienti.
Esigenze emerse dal confronto tra istituzioni, clinici e associazioni
Il dibattito ha messo in luce la necessità di riorganizzare le risorse economiche per permettere l’accesso all’innovazione terapeutica a tutti i pazienti della regione. Il sistema richiede una governance condivisa che stabilisca criteri uniformi per l’esecuzione degli esami, la verifica degli esiti e la gestione complessiva delle patologie ematologiche. Si punta a standardizzare la qualità delle cure in tutta la Lombardia, evitando differenze territoriali nella presa in carico.
Il modello di assistenza deve aggiornarsi per rispondere alle nuove esigenze cliniche dovute ai trattamenti più moderni. La riorganizzazione deve prevedere anche un incremento del personale amministrativo per snellire gli aspetti burocratici insorti attorno alla presa in carico, consentendo agli specialisti di concentrare le forze sulla pratica clinica e il rapporto con i pazienti.
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Integrazione della rete ematologica lombarda
Infine, si sottolinea l’importanza di integrare la rete ematologica lombarda creando un tavolo programmatico che coinvolga, oltre agli operatori sanitari, anche le associazioni dei malati e le istituzioni regionali. Questi gruppi devono partecipare alle decisioni per tradurre in azioni concrete le esigenze rilevate sul campo. Tra le proposte figura anche la sperimentazione di un modello pilota per rafforzare la territorializzazione delle cure onco-ematologiche, con un ruolo più centrale per le case di comunità.
L’ematologia come settore di frontiera nella terapia del mieloma multiplo
Il mieloma multiplo rappresenta oggi la seconda forma più diffusa di tumore del sangue in Italia, con quasi 6mila nuovi casi ogni anno e circa 800 in Lombardia. Negli ultimi dieci anni, la sopravvivenza media dopo la diagnosi è salita da due a oltre sette anni, segno che le terapie introdotte hanno allungato e migliorato la vita dei pazienti.
Questi risultati derivano da farmaci sempre più personalizzati, che richiedono un’organizzazione del sistema sanitario in grado di rispondere rapidamente ai bisogni specifici. Sono coinvolti medici, associazioni di pazienti, industrie farmaceutiche e istituzioni, ciascuno con un ruolo nel garantire la disponibilità delle cure più avanzate mantenendo la sostenibilità del sistema.
Per permettere a tutti i pazienti di accedere alle migliori opzioni terapeutiche è essenziale ripensare l’intera organizzazione regionale, dalla diagnosi precoce alla gestione a lungo termine, adattando strutture e competenze. L’innovazione non può limitarsi alla scoperta scientifica, ma deve arrivare fino al paziente con concretezza e uniformità.
Le parole chiave indicate dagli assessori e dai medici per il nuovo modello
Marco Alparone, vicepresidente e assessore al Bilancio della regione Lombardia, ha indicato tre concetti cruciali: equità, sostenibilità e adeguatezza. La sfida consiste nel garantire terapie uniformi in tutta la regione con un sistema finanziario capace di sostenere l’innovazione, senza differenze di accesso negli ospedali o nei territori. L’obiettivo è un sistema sanitario con modelli organizzativi aggiornati, in cui la sanità pubblica possa offrire cure di qualità a tutti.
Francesco Passamonti, direttore del reparto di ematologia del policlinico di Milano, ha sottolineato l’importanza di rinnovare i percorsi assistenziali per assicurare diagnosi tempestive e terapie efficienti. Il modello hub & spoke è preso come riferimento, dove i pazienti con casi complessi seguono percorsi specialistici nelle strutture hub, mentre quelli con situazioni più stabili possono essere seguiti in strutture spoke o case di comunità dotate di competenze specialistiche adeguate.
Uniformità e prossimità nelle cure ematologiche
Roberto Cairoli, altro medico ematologo, ha richiamato la necessità di uniformare i protocolli per esami e verifiche a livello regionale, garantendo che ogni paziente riceva un trattamento adeguato e prossimo al proprio domicilio. La rete ematologica deve includere tutte le figure coinvolte nel percorso clinico, costruendo tavoli di lavoro che traducano le esigenze cliniche e sociali in provvedimenti operativi.
Il ruolo delle associazioni e delle imprese nella presa in carico dei pazienti
Davide Petruzzelli, presidente dell’associazione La Lampada di Aladino, ha evidenziato l’urgenza di un ruolo istituzionalizzato per le associazioni di pazienti nei processi decisionali sanitari. Attualmente in oncologia questa partecipazione risulta più consolidata, mentre nell’ematologia si registra ancora una frammentazione nell’accesso alle cure. Definire un’assistenza globale diventa fondamentale soprattutto per gli anziani, considerando non solo gli aspetti clinici ma anche quelli sociali e familiari. La collaborazione tra professionisti e tra ospedale e territorio deve essere rafforzata per garantire un sostegno completo.
Monica Gibellini, responsabile Government Affairs di Johnson & Johnson Italia, ha ricordato il ruolo dell’azienda nella ricerca scientifica e nella promozione di modelli gestionali affinché le persone con tumori ematologici ricevano cure adeguate. Ha sottolineato che la spesa farmaceutica dev’essere considerata un investimento essenziale, destinato a soddisfare i bisogni di cura e a garantire una presa in carico efficace e tempestiva dei pazienti.
Le soluzioni discusse nel corso dell’evento indicano una volontà condivisa di modificare un sistema consolidato, per meglio adattarlo a un’area della medicina in rapida evoluzione come l’ematologia. Rafforzare la rete sanitaria regionale coinvolgendo un’ampia gamma di interlocutori appare imprescindibile per garantire cure più accessibili, appropriate e vicine ai pazienti lombardi.