Unicredit ritira offerta per banco bpm, causa incertezza sulla clausola golden power

Unicredit ritira offerta per banco bpm, causa incertezza sulla clausola golden power

unicredit ritira l’offerta su banco bpm a causa della clausola golden power che blocca le trattative, mentre consob proroga la scadenza e il cda definisce la vicenda un’occasione persa per il sistema bancario italiano
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Unicredit ritira l’offerta su Banco BPM a causa delle restrizioni imposte dalla clausola golden power, che ha bloccato le trattative e impedito un confronto trasparente con gli azionisti, segnando un’importante battuta d’arresto nel settore bancario italiano. - Gaeta.it

La recente decisione di Unicredit di ritirare l’offerta pubblica di acquisto su Banco BPM segna un capitolo importante nel panorama bancario italiano. La scelta nasce da un problema legato all’autorizzazione golden power, clausola che limita il controllo straniero su asset strategici, e che ha bloccato il normale sviluppo delle trattative. Ecco cosa è successo e quali sono stati i passaggi decisivi che hanno portato a questa decisione.

Il ritiro dell’offerta per banco bpm causato dalla clausola golden power

Unicredit ha ufficializzato il ritiro della sua offerta su Banco BPM perché la condizione relativa all’autorizzazione golden power non è stata soddisfatta. si tratta di un ostacolo determinante che ha condizionato l’intero processo di acquisizione. la clausola golden power, applicata con insistenza dai vertici di Banco BPM, ha bloccato ogni forma di dialogo diretto tra Unicredit e gli azionisti di BPM, impedendo così una normale trattativa di mercato.

La posizione di andrea orcel

L’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, ha spiegato che la sua priorità è agire per il miglior interesse della banca e dei suoi azionisti. ma l’incertezza sull’applicazione del golden power ha reso impossibile portare avanti l’offerta con la serenità necessaria a una trattativa di questo tipo. la scelta di ritirarsi, quindi, nasce da motivazioni concrete e operative.

Unicredit ha sottolineato che la clausola golden power ha imposto limiti stringenti alla comunicazione con il mercato di Banco BPM, impedendo di fatto agli azionisti di discutere liberamente il valore dell’operazione e di valutare la proposta d’acquisto in modo trasparente e informato. un normale processo di offerta non avrebbe incontrato queste difficoltà.

Proroga della scadenza dell’offerta e sospensione Consob: i tempi si allungano

il 21 luglio 2025, la Consob ha deciso di sospendere per 30 giorni la scadenza per aderire all’offerta pubblica di acquisto, spostandola al 21 agosto. si tratta della seconda proroga concessa, dopo quella decisa a maggio, a causa della complessità della vicenda e delle incertezze legate al golden power.

la sospensione vuole dare spazio per eventuali sviluppi sulla questione autorizzativa, ma al momento non ha risolto l’impasse che ha bloccato le trattative. Unicredit ha messo in luce come i vertici di Banco BPM abbiano limitato i contatti con gli azionisti, privandoli di un confronto che di solito è parte integrante di un’offerta pubblica.

Effetto sugli azionisti e il mercato

Gli azionisti di Banco BPM avrebbero dovuto poter valutare il valore creato dalla fusione con Unicredit, nonché definire condizioni accettabili per tutti, ma il golden power ha impedito questo confronto. questo ha rallentato o addirittura fermato il processo, causando un danno potenziale per tutti gli attori coinvolti.

Reazioni del consiglio di amministrazione unicredit: un’opportunità persa per l’Italia

Il consiglio di amministrazione di Unicredit ha riconosciuto alcuni progressi fatti con il Tar, la direzione generale della concorrenza della Commissione Europea e il governo italiano per risolvere i problemi legati al golden power. però i tempi per una soluzione definitiva superano di gran lunga le scadenze dell’offerta e della proroga della Consob.

per questo motivo il CDA ha giudicato questa vicenda come un’occasione persa non solo per le parti coinvolte, ma anche per le imprese italiane e il sistema economico nazionale. la fusione tra Unicredit e Banco BPM avrebbe potuto rafforzare il tessuto bancario e supportare meglio le realtà produttive italiane.

Impatto sugli operatori

Dal punto di vista degli azionisti e degli operatori economici, il ritiro segna uno stop brusco a un progetto che prometteva cambiamenti importanti. l’intervento del golden power e le relative limitazioni hanno finito per impedire che si creassero le basi per un’operazione di mercato più ampia e trasparente.

Unicredit rimane quindi ferma nella decisione di chiudere questa fase e guarda avanti, mentre la situazione del golden power e le sue applicazioni nel settore bancario italiano restano un tema aperto e di grande rilevanza.

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