La questione del voto in condotta e la sua influenza sul punteggio finale degli esami di maturità torna al centro del dibattito. La Rete degli studenti ha sfidato apertamente il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, chiedendo il ritiro dell’ordinanza ministeriale che regola l’attribuzione dei crediti scolastici per l’esame di Stato 2025. Il nodo riguarda l’applicazione del voto di comportamento, che potrebbe pesare sul punteggio totale dei candidati.
Cosa prevede l’ordinanza ministeriale sul voto in condotta
L’ordinanza firmata dal ministro Valditara stabilisce che per gli studenti che vogliono ottenere il massimo punteggio nella fascia assegnata al credito scolastico, il voto di comportamento deve essere pari o superiore a 9 decimi. Questo significa che gli alunni con voti in condotta più bassi non potranno accedere al massimo della valutazione relativa al credito, anche se la media dei voti negli scrutini finali lo permetterebbe.
Questa disposizione riguarda direttamente il modo in cui si valuta la condotta degli studenti nel percorso scolastico, collegando strettamente il voto in condotta alla loro performance d’esame. La norma, entrata in vigore con la nuova ordinanza, rappresenta un cambiamento nel sistema di attribuzione del credito e suscita dubbi e perplessità da parte di diverse realtà studentesche.
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Le preoccupazioni della rete degli studenti
Paolo Notarmicola, coordinatore della Rete degli studenti, ha spiegato che questa scelta rischia di penalizzare soprattutto chi partecipa a forme di protesta come manifestazioni, occupazioni scolastiche o momenti di autogestione. Spesso queste esperienze, che rientrano nell’ambito di un’attività studentesca più ampia e legata a diritti e impegno civile, portano a una valutazione meno positiva nel voto di comportamento.
Notarmicola ha sottolineato come la nuova norma sia in contrasto con lo statuto delle studentesse e degli studenti, che indica espressamente che il voto in condotta non deve influenzare il profitto scolastico. Ora molti alunni temono che il proprio impegno politico o sociale possa causare un abbassamento del punteggio finale, modificando così l’equilibrio previsto tra successi didattici e valutazioni disciplinari.
Il dibattito sulla validità e sugli effetti della norma
In effetti, questa situazione apre a un confronto sulle modalità con cui la scuola valuta il comportamento e quanto questo debba incidere su un momento cruciale come l’esame di maturità. Da una parte ci sono le ragioni dell’autorità scolastica che intende riconoscere l’importanza del comportamento degli studenti; dall’altra, la protezione dei diritti degli studenti, che vorrebbero evitare penalizzazioni per partecipazione a iniziative democratiche.
Il dibattito si sposta anche sul significato del voto in condotta nel contesto scolastico. Se da tempo è previsto che non influenzi direttamente i risultati di profitto, legarlo al credito dell’esame introduce un elemento di discrezionalità e possibile disparità tra chi pratica attivamente la cittadinanza studentesca in modo critico e chi no.
Le richieste ufficiali della rete studenti al ministero
Per arginare queste preoccupazioni, la Rete degli studenti ha ufficialmente diffidato il ministro Valditara, chiedendo il ritiro immediato dell’ordinanza. Il fine è evitare che la norma venga applicata negli esami di stato di quest’anno scolastico, tutelando così i diritti degli studenti e mantenendo separate valutazioni di profitto e comportamento.
La diffida rappresenta un passo formale nel tentativo di riportare l’attenzione sulla questione e ottenere una revisione normativa che salvaguardi l’autonomia e le garanzie previste dallo statuto studentesco. Non a caso, la mobilitazione studentesca cresce, con gruppi che chiedono un confronto pubblico più ampio e una modifica delle regole.
Restano ora da vedere le risposte del ministero e se sarà possibile trovare un accordo che contempli disciplina senza ingiuste ricadute sugli studenti più impegnati anche nel campo sociale e politico. L’esito di questa vicenda avrà ripercussioni dirette su migliaia di candidati che si preparano a sostenere la maturità nel 2025.