La resurrezione di Sant'Eufemia: il restauro e le novità digitali dalla Cattedrale di Irsina

La resurrezione di Sant’Eufemia: il restauro e le novità digitali dalla Cattedrale di Irsina

Il restauro della statua di Sant’Eufemia nella Cattedrale di Irsina, sostenuto dal Ministero della Cultura, riporta alla luce un capolavoro quattrocentesco e promuove l’accessibilità culturale attraverso iniziative digitali.
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La resurrezione di Sant'Eufemia: il restauro e le novità digitali dalla Cattedrale di Irsina - Gaeta.it

La Cattedrale di Irsina, sita nella provincia di Matera, ha recentemente visto il ritorno alla luce della sua preziosa statua di Sant’Eufemia, grazie a un’importante opera di restauro durata un anno e mezzo. Grazie al Ministero della Cultura e all’impegno di esperti, questa scultura quattrocentesca ha riacquistato il suo fascino originario, affiancata da nuove iniziative digitali per facilitarne la fruizione al pubblico. La presentazione dei risultati di questo intervento ha avuto luogo questa mattina a Potenza, facendo emergere interrogativi e meraviglie legate a questo capolavoro artistico.

Un restauro che racconta una storia

Il restauro della statua di Sant’Eufemia è stato il primo intervento scientifico di questo tipo, come dichiarato da Barbara Improta, storica dell’arte e direttrice dei lavori. Questa operazione ha rappresentato non solo un intervento fisico, ma anche un’immersione nella storia della scultura, i cui dettagli erano poco conosciuti fino ad ora. Utilizzando tecniche avanzate e un’analisi diagnostica rigorosa, il team di esperti, guidato da Martin Pittertschatscher, ha potuto scoprire elementi inaspettati legati alla creazione e alla vita della statua, rendendo giustizia alla sua enigmaticità.

L’intervento ha incluso la pulizia, il consolidamento dei materiali e il recupero di parti mancanti, il tutto compiuto con attenzione per preservare il più possibile l’autenticità della scultura. L’interesse per l’opera ha generato un clima di aspettativa e curiosità, alimentato dalle notizie sulla qualità del lavoro eseguito. La statua ora non solo ha riacquistato il suo splendore, ma risulta anche osservabile in una luce nuova grazie alla tecnologia.

L’importanza della digitalizzazione

Accanto al restauro, sono stati sviluppati rapporti digitali dedicati alla scultura, con l’intento di avvicinare la cultura a un pubblico più ampio. La società Effenove ha realizzato una serie di applicativi che comprendono un mini-documentario, progettato per narrare la storia e la rilevanza della statua, rendendo accessibili informazioni anche a chi non ha una formazione specifica. Michele Scioscia, amministratore di Effenove, ha sottolineato come questi strumenti digitali trasformano l’approccio alla conservazione e valorizzazione del nostro patrimonio culturale.

L’applicazione di tecnologie digitali nel racconto di storie artistiche non si limita a dare nuova vita alle opere, ma stimola anche l’interesse per la storia locale e regionale. Attraverso un linguaggio chiaro e coinvolgente, il mini-doc può attrarre un pubblico variegato, dai giovani agli adulti, permettendo di apprezzare la cultura in modi innovativi.

Un patrimonio da custodire

Il progetto di restauro e successiva digitalizzazione della statua di Sant’Eufemia rappresenta un passo significativo nella cura e valorizzazione del patrimonio artistico italiano, con un particolare focus sulla Basilicata, terra ricca di storia e arte. Con il supporto del Ministero della Cultura, opere come questa possono non solo rinascere, ma diventare porte di accesso per esplorazioni più ampie della cultura e della storia.

L’intenzione è quella di rendere il patrimonio artistico non un mero obiettivo di conservazione, ma una fonte di interazione e educazione. La statua, ora restaurata, è pronta a tornare al suo ruolo di protagonista nella comunità, non solo come oggetto artistico ma anche come simbolo di un passato che continua a parlare al presente. Con la digitalizzazione si apre una nuova era, in cui la tecnologia e la tradizione possono collaborare per garantire che queste storie non vadano mai dimenticate.

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