La resistenza agli antibiotici minaccia oltre cinque milioni di vite ogni anno, serve un cambio immediato nelle prescrizioni

La resistenza agli antibiotici minaccia oltre cinque milioni di vite ogni anno, serve un cambio immediato nelle prescrizioni

Ogni anno cinque milioni di morti nel mondo per resistenza agli antibiotici, con un aumento previsto; esperti come Ivan Gentile e Antonio Cittadini sottolineano l’urgenza di interventi in Campania e a livello globale.
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La resistenza agli antibiotici causa ogni anno milioni di morti e rischia di peggiorare a causa dell’abuso e della prescrizione errata, con un impatto grave sulla salute pubblica globale e la necessità di un intervento urgente, soprattutto a livello territoriale e nella medicina generale. - Gaeta.it

Ogni anno nel mondo si registrano circa cinque milioni di morti legate alla resistenza agli antibiotici, un fenomeno che rischia di peggiorare drasticamente se non si interviene subito. Le proiezioni indicano che nei prossimi decenni questo numero potrebbe superare gli otto milioni di decessi, mettendo a rischio la salute pubblica globale e l’efficacia delle cure mediche. L’allarme arriva da Ivan Gentile, docente di malattie infettive all’università degli studi di Napoli Federico II, presentato durante l’evento “Verso nuove frontiere degli antimicrobici” ospitato dalla stessa università.

Abuso e prescrizione errata di antibiotici in italia e nel mondo

L’uso improprio degli antibiotici rappresenta una delle cause principali della crescita della resistenza. Gentile ha sottolineato come l’automedicazione sia diventata un problema diffuso: molte persone assumono antibiotici per trattare malattie virali come l’influenza o il covid-19, per cui questi farmaci risultano inutili e, anzi, dannosi. In casi del genere il farmaco non solo non offre benefici, ma danneggia la flora batterica e favorisce l’insorgenza di ceppi batterici resistenti.

Questa pratica mette a rischio tanto la salute individuale quanto quella collettiva. Un antibiotico efficace per una persona può diventare inefficace per tutta la popolazione a causa della diffusione di microrganismi resistenti. Gentile parla di “eredità tossica” che riguarda non solo chi assume il farmaco in modo sbagliato, ma anche le generazioni future, con effetti dannosi sull’ambiente e sul sistema sanitario. I residui di antibiotici nei terreni e nelle acque contribuiscono a diffondere la resistenza batterica oltre l’ambito clinico, includendo anche ecosistemi naturali.

Un’emergenza sanitaria: il rischio di un’era post-antibiotica

La situazione potrebbe degenerare al punto da fare entrare il mondo in un’epoca senza antibiotici efficaci. Gli antibiotici continueranno a esistere, ma perderebbero la loro potenza contro infezioni serie come la sepsi, che causa circa 11 milioni di decessi ogni anno. Molti casi di sepsi non vengono neppure diagnosticati in modo tempestivo, aggravando la mortalità. La scarsità di farmaci efficaci aumenterebbe le complicazioni anche per interventi chirurgici e trattamenti oncologici, che dipendono da antibiotici per prevenire infezioni.

Gentile ricorda che bisogna preservare questi farmaci come armi terapeutiche uniche e preziose. Evitare l’abuso e rispettare le linee guida per le prescrizioni diventa un obbligo medico e sociale. Contenere la diffusione di batteri resistenti richiede un intervento urgente e coordinato, soprattutto per proteggere la salute delle popolazioni più a rischio.

La responsabilità della medicina generale e il ruolo del territorio

Gran parte del consumo di antibiotici, circa il 90%, avviene fuori dagli ospedali, nelle prescrizioni quotidiane della medicina generale. Gentile mette l’accento su questo aspetto, indicando nel territorio la “partita più importante” per fermare l’antibiotico-resistenza. Gli ospedali, certo, devono intervenire con controlli rigorosi, ma la sfida principale riguarda il comportamento dei medici di famiglia e la consapevolezza dei pazienti.

Una gestione più responsabile delle prescrizioni può limitare l’uso scorretto, per esempio evitando antibiotici per infezioni virali e scegliendo il farmaco giusto solo quando necessario. L’educazione del paziente diventa cruciale per ridurre l’automedicazione e il ricorso improprio a questi medicinali.

La situazione critica in campania e l’allarme degli esperti locali

Antonio Cittadini, responsabile del dipartimento di medicina interna della Federico II, conferma che la Campania è la regione italiana con i dati peggiori su antibiotico-resistenza e obesità. Questi problemi sono collegati a prescrizioni inadeguate e a una mancata valutazione del rischio legato all’ipermedicalizzazione. La selezione di batteri resistenti provoca un aumento diretto della mortalità, mettendo a rischio vite umane.

La regione mette in luce la necessità di coltivare nuove strategie terapeutiche, ma anche di cambiare comportamenti quotidiani dal lato medico e sociale. La lotta alla resistenza agli antibiotici non riguarda solo le cure ospedaliere ma la salute di tutta la comunità, con un impatto che si riflette a livello nazionale e globale.

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