La radicazione delle mafie nel territorio: Gratteri e Nicaso allertano sulla democrazia in pericolo

La radicazione delle mafie nel territorio: Gratteri e Nicaso allertano sulla democrazia in pericolo

Gratteri e Nicaso avvertono dell’infiltrazione mafiosa in Italia, sottolineando l’importanza di una risposta collettiva e attiva da parte delle istituzioni e dei cittadini per difendere la democrazia.
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La radicazione delle mafie nel territorio: Gratteri e Nicaso allertano sulla democrazia in pericolo - Gaeta.it

La questione delle mafie e della loro crescente influenza sul territorio continua a sollevare preoccupazioni tra esperti e autorità. Durante un evento al teatro Splendor di Aosta, il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, insieme all’esperto di mafie Antonio Nicaso, ha presentato il loro recente libro ‘Una cosa sola’, affrontando tematiche delicate riguardanti la criminalità organizzata e il suo impatto sulla società italiana.

La democrazia in pericolo

Secondo Nicola Gratteri, i gruppi mafiosi non solo si insediano nei territori, ma riescono a esercitare un controllo significativo attraverso il voto e la formazione di consenso. Questa situazione porta a una pericolosa erosione delle fondamenta della democrazia. Le mafie, afferma Gratteri, non sono interessate esclusivamente a profitti immediati, ma si concentrano sul riciclaggio di denaro, mirando a ripulire capitali illeciti. Questo comportamento, spiega, ha conseguenze devastanti per la libertà individuale dei cittadini. In sostanza, le criminalità organizzate riescono a manipolare le istituzioni a loro favore, trasformandosi in un elemento strutturale del tessuto sociale.

La riflessione di Gratteri sottolinea che la normalizzazione della presenza mafiosa avviene sotto l’occhio compiaciuto di una politica a volte miopemente incapace di riconoscere i segnali di allerta. La denuncia del procuratore è quindi un invito a risvegliare le coscienze sulla necessità di combattere questa penetrazione mafiosa, non solo con repressione, ma anche attraverso politiche attive che coinvolgano i cittadini nella riappropriazione degli spazi di democrazia.

L’analisi critica di Antonio Nicaso

Antonio Nicaso ha preso la parola per evidenziare un aspetto spesso trascurato nel dibattito pubblico. Secondo lui, è troppo semplice addossare la responsabilità esclusivamente ai meridionali o ai calabresi che si sono trasferiti al Nord d’Italia. Non si tratta di una questione di migrazioni, ma piuttosto di una connivenza latente da parte di chi governa e amministra. Nicaso precisa che le mafie non si sono affacciate al Nord come un virus su un organismo sano, ma hanno trovato un terreno fertile dove insediarsi. Questo porta a riflettere su come certe politiche locali o regionali possano, talvolta, aprire la strada a fenomeni di infiltrazione.

La sua esposizione stimola una riflessione profonda sulle responsabilità politiche e sociali. Per opporsi all’espansione mafiosa, è necessario un approccio critico che non si fermi a superficiali attribuzioni di colpa. Nicaso non difende gli individui coinvolti, ma invita a guardare al problema da una prospettiva più ampia, riconoscendo gli errori di visione delle istituzioni e la loro incapacità di reagire davanti ai segnali di pericolo.

La collaborazione necessaria nella lotta contro le mafie

L’incontro ad Aosta è stata l’occasione per discutere anche della necessità di una maggiore collaborazione tra le forze dell’ordine e la cittadinanza. Gratteri e Nicaso concordano sull’urgenza di costruire una rete di sostegno tra le istituzioni, le comunità e le famiglie, affinché ognuno possa avere un ruolo attivo nella lotta contro la criminalità organizzata. La partecipazione locale è fondamentale per denunciare situazioni di irregolarità e favorire un clima di fiducia.

Entrambi gli esperti stimolano l’importanza di educare le nuove generazioni sui valori della legalità e della giustizia. Ritenere che la mafia sia solo un problema distante è un approccio errato; al contrario, bisogna affrontarla con consapevolezza e determinazione, promuovendo l’informazione e il rispetto delle istituzioni. Questo è l’unico modo per contrarrestare un fenomeno che altrimenti può diventare endogeno.

Il messaggio lanciato dai due relatori rappresenta un campanello d’allarme che invita tutta la società a non rimanere indifferente. È un momento di riflessione cruciale per l’Italia, in cui si deve combattere per preservare valori fondamentali che stanno alla base della convivenza civile.

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