La morte di due cuccioli di orso marsicano scoperta nell’invaso di innevamento artificiale di Colle Rotondo a Scanno ha spinto la procura di Sulmona ad aprire un’inchiesta. L’episodio riaccende l’attenzione sulla gestione e la sicurezza delle infrastrutture naturali e artificiali in Abruzzo, zone frequentate da specie protette come l’orso bruno marsicano. La vicenda coinvolge enti locali, associazioni ambientaliste e il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, impegnati da tempo nella tutela e nella conservazione della fauna locale.
Il ritrovamento dei cuccioli e l’apertura del fascicolo
Il ritrovamento dei due cuccioli nel bacino di innevamento artificiale è avvenuto nelle prime ore della mattina di una giornata di marzo 2025 nella zona di Colle Rotondo a Scanno. L’invaso, utilizzato principalmente per la gestione della neve in inverno, si trova all’interno di un’area che ospita la fauna protetta del Parco Nazionale. Subito dopo la scoperta, la procura di Sulmona ha ordinato accertamenti per chiarire le cause e le responsabilità che hanno portato alla tragedia.
La decisione è stata definita un atto dovuto, necessario per avviare un’indagine che possa definire con precisione i contorni dell’accaduto. I pm vogliono capire se ci siano negligenze nella gestione del sito o se si tratti di un incidente senza responsabilità dirette. Le indagini coinvolgeranno diverse figure istituzionali e tecniche, incluse perizie sull’infrastruttura e sul suo stato di sicurezza.
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Problemi di sicurezza all’invaso di colle rotondo
L’invaso di Colle Rotondo non è nuovo a problemi legati alla sicurezza. Nel 2021 l’associazione Salviamo l’Orso intervenne per installare quattro griglie metalliche poste sulle sponde, per evitare che animali potessero cadere o rimanere intrappolati. Queste protezioni però si sono rivelate insufficienti. Il peso accumulato dal ghiaccio e dalla neve durante gli inverni rigidi ha rotto o deformato quelle barriere.
Le griglie risultavano poco stabili, poggiate su teli di plastica diventati scivolosi. In queste condizioni gli orsi sono comunque riusciti a oltrepassare le difese, finendo dentro l’invaso, da cui poi non sono più usciti. I precedenti interventi avevano quindi un carattere provvisorio, mirato a limitare i rischi immediati ma senza risolvere il problema alla radice.
Le iniziative per mettere in sicurezza l’area
Dopo l’episodio del 2021 e altri casi simili, il Parco Nazionale e le associazioni ambientaliste hanno avviato un confronto per progettare una sicurezza definitiva dell’invaso. Rewilding Apennines, Salviamo l’Orso, il Comune di Scanno e il Pnalm stavano elaborando un piano da attuare nel breve periodo.
Il Comune di Scanno è l’ente responsabile della gestione dell’infrastruttura, quindi ha il compito di coordinare gli interventi necessari a evitare accessi accidentali o pericolosi all’interno del bacino artificiale. La recinzione avrebbe dovuto essere aggiornata, rendendola più solida per impedire l’ingresso degli orsi e garantire la sicurezza pubblica. La situazione ha messo in luce come la rete di protezione attuale fosse difettosa, consentendo agli animali protetti di superarla senza difficoltà.
Testimonianze e l’impatto emotivo della tragedia
In una nota il Pnalm ha spiegato che la perdita dei due cuccioli non è soltanto un dispiacere superficiale ma lascia dentro un dolore profondo. L’ente ha ricordato il massiccio lavoro di censimento e protezione svolto dopo eventi analoghi come la tragedia di Serralunga nel 2018, che segnò una svolta negli interventi contro quei rischi.
Questa situazione delicata mostra quanto sia complicato preservare specie a rischio come l’orso bruno marsicano, specie tutelata ma ancora vulnerabile. Il parco ha sottolineato che la conservazione si svolge entro confini legislativi che non sempre permettono un’azione completa e diretta. Esistono diversi attori con competenze su territori contigui, il che rende complessa una gestione unitaria e rapida delle emergenze.
Riflessioni del presidente giovanni cannata
Giovanni Cannata, presidente del Parco nazionale d’Abruzzo, ha riportato il tema della responsabilità legata alla conservazione. Ha insistito sul fatto che chi gestisce le aree protette dovrebbe avere la libertà di intervenire con decisione per salvaguardare gli habitat e gli animali, sempre coordinandosi con le istituzioni e i comuni coinvolti.
Ha ricordato l’importanza di considerare l’orso marsicano come specie a rischio, meritevole di risorse e interventi urgenti. Questa priorità, secondo Cannata, non sempre viene riconosciuta dalle istituzioni coinvolte, rallentando progetti e misure necessarie. Il presidente ha fatto appello a un impegno più concreto e una collaborazione più stretta per evitare nuovi incidenti e tutelare la biodiversità in Abruzzo.