La liberazione degli ostaggi: le date e i nomi dei primi 33 che torneranno in Israele

La liberazione degli ostaggi: le date e i nomi dei primi 33 che torneranno in Israele

Domenica segna l’inizio di un accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele, con il rilascio delle prime tre donne ostaggio e la promessa di liberazione di 33 in totale.
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La liberazione degli ostaggi: le date e i nomi dei primi 33 che torneranno in Israele - Gaeta.it

Domenica segna un’importante svolta nel conflitto tra Hamas e Israele, con il rilascio delle prime tre donne ostaggio. Questo evento dà avvio a un accordo di cessate il fuoco che prevede la liberazione di 33 ostaggi in totale, un gesto considerato di natura “umanitaria”. Negli undici giorni successivi, il numero di ostaggi liberati dovrebbe aumentare e il governo israeliano si prepara a riceverli.

Dettagli sui primi ostaggi rilasciati

Nel gruppo iniziale di 33 ostaggi si trovano donne, bambini e anziani. Tra i più piccoli, ci sono i fratelli Ariel, di 5 anni, e Kfir, di soli 2 anni, entrambi rapiti lo scorso 7 ottobre insieme ai loro genitori, Shiri e Yarden. Questo rilascio di ostaggi assume un’importanza significativa, essendo volto a ridurre la tensione e a garantire la sicurezza di coloro che sono ancora prigionieri. Il rilascio non coinvolge solo i membri di una famiglia, ma anche un variegato gruppo di individui, incluso Shlomo Mansour, un anziano di 86 anni.

Non sono ancora state comunicate le modalità di rilascio, né l’ordine in cui gli ostaggi verranno consegnati. Tuttavia, nella lista ci sono 10 donne e due bambini, insieme a cinque soldatesse israeliane rapite da Hamas durante una violenta irruzione nella base di Nahal Oz. Queste soldatesse avevano il compito di monitorare le immagini delle telecamere lungo il confine con Gaza, ma sono state catturate in un momento critico che ha comportato la morte di 52 soldati israeliani.

Le giovani soldatesse presenti nell’elenco sono Agam Berger, Daniella Gilboa, Liri Albag, Naama Levy e Karina Ariev. Ognuna di loro ha una propria storia e le loro testimonianze hanno suscitato grande attenzione mediatica, alimentando l’attenzione internazionale sulla crisi in corso. Karina Ariev, di 19 anni, ha anche fatto appello al governo israeliano tramite un video, esprimendo la sua paura e chiedendo che “la guerra fosse fermata”.

Ostaggi di diverse nazionalità

Oltre a Israele, la lista degli ostaggi prevede la liberazione di cittadini di altre nazioni. Tra questi, c’è Emily Damari, l’unico ostaggio britannico, cresciuta nel sud-est di Londra e trasferitasi in Israele a vent’anni. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha confermato la presenza di due franco-israeliani tra gli ostaggi rilasciati, Ofer Kalderon e Ohad Yahalomi. Le famiglie di questi ostaggi hanno ricevuto messaggi di ottimismo e speranza dai capi di stato, che si sono detti pronti a supportare l’importante processo di liberazione.

Nella lista compaiono anche ostaggi americani, come Sagui Dekel-Chen e Keith Siegel, entrambi in vita secondo dichiarazioni ufficiali. I nomi di Yair Horn, un israeliano con doppia cittadinanza, e Sasha Trufanov, un russo apparso in video di propaganda, arricchiscono questa drammatica narrazione delle vittime coinvolte nell’episodio di violenza. A questo si aggiunge la figura di Avera Mengistu, un etiope scomparso nella Striscia di Gaza nel 2014, il cui destino è rimasto incerto fino ad oggi.

Informazioni sugli ostaggi più anziani e il rilascio programmato

Il gruppo di ostaggi comprende anche diversi uomini anziani. In totale, ci sono undici uomini nel gruppo degli anziani, tra cui Ohad Ben-Ami, rapito insieme alla moglie, e Gadi Moshe Moses, un noto agronomo e attivista pacifista. La presenza di tali figure, che rappresentano non solo una categoria vulnerabile, ma anche il dolore e l’ingiustizia subita da molti in questa guerra, evidenzia la varietà di esperienze di chi ha subito questa crisi.

Il programma di rilascio prevede che, dopo le prime tre liberazioni di domenica e altre quattro a settimane alterne, ci saranno tre ostaggi rilasciati ogni settimana per un mese, con la fase finale che culminerà con 14 ostaggi rilasciati nell’ultima settimana del programma. Tale pianificazione ha lo scopo di garantire la massima sicurezza per tutti coloro coinvolti, assicurando nel contempo la trasparenza sull’operazione in corso.

Nonostante non tutte le identità degli ostaggi rimanenti siano state rivelate, gli sforzi dei mediatori e delle autorità israeliane sembrano concentrarsi massimo sulla vita degli ostaggi, con la speranza che tutti possano tornare a casa. In questo delicato contesto, il monitoraggio della situazione continua ad essere cruciale, con aggiornamenti che si susseguono mentre il governo israeliano riceverà un rapporto sulle condizioni di salute e sullo stato di ogni ostaggio rimasto.

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